Vertenza Wartsila, impegno dell’azienda ad investire 50 milioni. La Regione: aspetti ancora da chiarire

Trieste – “La conferma della volontà da parte di Wartsila di destinare, nel prossimo triennio, 50 milioni di euro in Italia alle attività di ricerca e sviluppo costituisce una solida base di partenza per un dialogo più approfondito tra istituzioni, parti sociali e azienda, finalizzato a delineare un quadro di dettaglio sulle specifiche ricadute territoriali degli investimenti”.

È con queste parole che l’assessore al Lavoro, Alessia Rosolen, ha commentato l’esito del primo tavolo sul piano industriale di Wartsila, tenutosi nel pomeriggio nella sede regionale di piazza Unità a Trieste.

L’incontro, coordinato dal Friuli Venezia Giulia su mandato del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha visto la partecipazione dello stesso Mimit, dei rappresentanti di Wartsila Italia, di Confindustria Alto Adriatico, delle organizzazioni sindacali e delle altre amministrazioni regionali – Campania, Liguria e Puglia – interessate dalla presenza della multinazionale finlandese.

Il Piano confermerebbe l’intenzione della multinazionale di sviluppare per i prossimi tre anni progetti di ricerca e service per la produzione e la riconversione di motori marittimi a 2 e 4 tempi con alimentazione a combustibile di derivazione fossile, ibrido o green, oltre alle attività di service in essere. Si prevedono 4 aree di competenza: Ricerca & Sviluppo con 128 addetti, Commerciale e Gestione Clienti con 120 addetti, Assistenza Clienti con 430 addetti e un’area non ben precisata nelle azioni denominata “Funzioni Correlate” con 132 addetti.

“Al pari dei sindacati e di Confindustria – ha proseguito Rosolen – la Regione ha chiesto ulteriori approfondimenti all’azienda, sia per quanto concerne la strategicità degli investimenti sul territorio nazionale che sul versante delle garanzie occupazionali sui quattro siti interessati a livello nazionale”.

Concetti, quelli espressi da Rosolen, ripresi in videocollegamento dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini, secondo cui “i dati aggregati messi a disposizione del tavolo di lavoro da Wartsila offrono un’indicazione ancora troppo embrionale, non sufficiente a chiarire tutti gli interrogativi sugli effetti del piano industriale”.

Le parti hanno pertanto convenuto di darsi il tempo di analizzare il piano in ogni suo punto e di riaggiornarsi, in data da definirsi, per entrare nel merito della disamina.

I sindacati: nulla di nuovo

Secondo Fim, Fiom e Uilm, nell’incontro alla Regione Friuli Venezia Giulia, l’amministratore delegato Michele Cavagna di Wärtsilä Italia ha sostanzialmente confermato il progetto industriale già presentato al Mimit lo scorso febbraio, senza apportare novità di rilievo.

“A quasi un anno dalla comunicazione, a tradimento, dell’apertura della procedura di licenziamento per 451 lavoratori, il futuro degli attuali 1101 dipendenti Wartsila non è ancora chiaro. Necessario che la Multinazionale, Governo e Regioni trovino soluzione in tempi brevi per dare una risposta occupazionale e di reddito a tutti i lavoratori, per praticare un concreto progetto di reindustrializzazione del sito di Trieste e per garantire lo sviluppo delle attività di Wartsila Italia” recita una nota congiunta del “Coordinamento Nazionale Wartsila Fim-Fiom-Uilm”.

“Diversamente occorrerà prorogare gli impegni della multinazionale, oltre il 30 settembre, per evitare azioni unilaterali della multinazionale e l’avvio delle procedure di licenziamento” aggiungono le sigle sindacali.

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi