Violenta rissa tra avventori, il Questore chiude per 30 giorni un locale alla periferia di Udine

Udine – Il Questore di Udine ha disposto, per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica, la sospensione per quindici giorni della licenza di somministrazione e di pubblico spettacolo (attività danzante) del locale Laghetto Alcione sito a Udine in via dei Prati.

Il provvedimento, emesso a seguito di puntuali accertamenti e verifiche, è stato notificato mercoledì 16 novembre al gestore del locale, con apposizione dei sigilli all’ingresso, a seguito dei gravi fatti che vi sono accaduti il 30 ottobre scorso.

A tale provvedimento di chiusura si è giunti considerando anche i precedenti eventi, di rilievo anche penale, che hanno interessato gli avventori del locale stesso nel corso del 2017 e del 2020 e che hanno portato l’Autorità di Pubblica Sicurezza ad emettere due analoghi provvedimenti sospensivi dell’attività.

In particolare, nella notte del 30 ottobre, su segnalazioni pervenute al numero di emergenza NUE 112 in merito ad un rissa in atto tra gli avventori, gli agenti della Squadra Volante della Questura di Udine sono intervenuti presso il locale.

Giunti sul posto assieme ai militari dell’Arma dei Carabinieri, i poliziotti non senza difficolta hanno identificato alcune persone coinvolte nella rissa, terminata poco prima. All’interno del locale infatti erano sparsi cocci di bottiglia, vetri rotti, tavoli e sedie ribaltate.

Nell’occasione alcuni degli avventori sono risultati non collaborativi con le Forze dell’Ordine e riottosi al controllo di polizia, in quanto presumibilmente alterati dall’abuso sostanze alcoliche,

Per accertare i fatti e le eventuali responsabilità, oltre agli aspetti penali della vicenda, è stato avviato un procedimento amministrativo, nel corso del quale, dalla visione anche dei filmati ripresi dalle telecamere del locale, e stato constatato che verso le cinque di mattina di quella notte, presenti ancora numerosi avventori, nell’area dei bagni è nato un alterco tra due gruppi di giovani, che poi si è esteso alle altre parti dell’esercizio, coinvolgendo numerosi avventori, con scontri fisici, lancio di bottiglie e suppellettili varie.

In merito non sono risultati soggetti feriti negli scontri, anche se un giovane, che nell’occasione ha rifiutato le cure mediche, ha riportato un piccolo taglio ad un dito della mano.

È emerso poi che nel locale quella sera vi era un solo addetto alle sicurezza, che ha operato quindi in maniera isolata ed, addirittura, non in regola con le norme di impiego, in quanto non iscritto nella apposito elenco prefettizio dei c.d. “buttafuori”, tanto che in proposito sono state elevate dalla Questura di Udine anche le relative sanzioni amministrative, già notificate al gestore ed all’addetto irregolare.

Sicuramente la veemenza degli scontri, con il lancio scriteriato di bottiglie e suppellettili, avrebbe potuto portare a conseguenze molto gravi per l’incolumità fisica delle persone presenti e, quindi, considerato il ripetersi di gravi fatti, il rischio di nuove risse, la situazioni di pericolo registrata nel locale, l’esigenza che vengano predisposte dal gestore adeguate misure atte a garantirne la sicurezza, si è ritenuto necessario sospenderne l’attività per il predetto periodo, ritenuto congruo.

Come infatti indicato dalla giurisprudenza amministrativa, il provvedimento di chiusura ex art. 100 TULPS, di competenza del Questore, non è diretto a punire il gestore del locale, anche se naturalmente ne subisce le conseguenze negative di carattere economico, ma serve a tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica ed, in particolare, anche l’incolumità dei possibili avventori.

 

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