Admo Fvg ha compiuto 30 anni di storia. Il FVG terza regione per donatori di midollo

Udine – “Admo Friuli Venezia Giulia odv: 30 anni di attività e di donazioni”: questo il titolo del convegno svoltosi l’11 novembre a Udine per celebrare i 30 anni dell’Admo FVG – Associazione Donatori di Midollo Osseo.

“Proprio oggi, 30 anni fa, nasceva Admo Fvg – . Così Paola Rugo, presidente di Admo Fvg, nel suo saluto ai partecipanti. – Ne abbiamo fatta di strada. Possiamo dire con un certo orgoglio che siamo “diventati grandi”. A tre decenni di distanza da quel giorno, il nostro ruolo è ormai consolidato. Ringrazio i molti rappresentanti delle istituzioni presenti oggi, con i quali lavoriamo a stretto contatto, da lungo tempo, e in maniera proficua e produttiva”.

“L’intento – ha proseguito – è ovviamente di continuare a migliorarci, sempre, diventando anno dopo anno, ancor più efficienti ed efficaci nell’attività di reclutamento. È questa una delle ragioni per cui abbiamo deciso di invitare anche i rappresentanti dei registri di Austria e Slovenia. Per la loro vicinanza geografica, sono interlocutori importanti con cui confrontarsi anche per l’acquisizione di nuove strategie”.

“Dal canto nostro – così ancora la presidente – in questi anni abbiamo fatto un’importante attività di sensibilizzazione nelle scuole e nelle piazze, diventando punto di informazione per i donatori o per coloro che hanno deciso di diventarlo. Da non dimenticare tutta l’attività di organizzazione degli appuntamenti per i centri di reclutamento (centri trasfusionali della regione). Il nostro sguardo è però sempre proiettato al futuro. Nella ricerca di nuove leve, nuovi spunti e strumenti per avvicinarci ai giovani, attraverso il loro linguaggio”.

“Guardando al prossimo futuro – ha concluso – puntiamo a fare sempre di più kit salivari e per raggiungere questo obiettivo stiamo lavorando per trovare un adeguato mezzo mobile con il quale muoverci sul territorio”.

Presenti per l’occasione anche Mauro Bordin, presidente del Consiglio Regionale FVG; Stefano Gasparin, assessore alla sanità del Comune di Udine; Denis Caporale, direttore generale ASU FC, Giovanni Barillari, direttore del Dipartimento di medicina trasfusionale di Udine.

“Admo è la testimonianza della forza e della vitalità del volontariato sociale in Friuli Venezia Giulia, dei tanti giovani che si impegnano per dare una possibilità di vita a chi sta male e si trova in difficoltà – ha sottolineato il Presidente Mauro Bordin -. Il Consiglio regionale è qui non solo per dire grazie all’associazione e ai suoi iscritti, ma anche per ribadire l’impegno nel mettere a disposizione di Admo strumenti e opportunità nuovi, affinché possa continuare a svolgere sempre meglio lo scopo e i traguardi che si è assunta all’interno della nostra comunità. Ringrazio ADMO anche per la costanza profusa nell’andare nelle scuole per portare un messaggio di speranza, di vita e di positività ai ragazzi”.

Bordin ha concluso il suo intervento consegnando alla Presidente Rugo il sigillo del Consiglio regionale a sottolineare l’importanza che l’Assemblea legislativa riconosce ad Admo.

Donatella Londero, responsabile del registro regionale dei donatori di midollo osseo, ha spiegato il percorso e le attività svolte: «Il Registro ha iniziato a operare a Udine nel 1991, collocato all’interno dell’allora Istituto di Medicina Trasfusionale, nel comune obiettivo di sensibilizzazione al dono. Dagli iniziali 87 donatori iscritti nel primo anno, attualmente il Registro annovera quasi 15 mila donatori (negli oltre 30 anni dall’inizio dell’attività si sono iscritti oltre 20.300 donatori) con un indice di reclutamento rispetto alla popolazione regionale tra i più alti in Italia (meglio di noi solo la provincia autonoma di Trento e l’Emilia Romagna). Il numero di donazioni effettive in questi anni, ovvero il numero di donatori che dal nostro Registro, sono stati selezionati per la donazione di cellule staminali emopoietiche a pazienti di tutto il mondo, è di circa 200».

Numeri importanti a cui ha accennato anche Nicoletta Sacchi, direttrice dell’IBMDR – Registro Italiano donatori di midollo osseo e cellule staminali emopoietiche, assieme agli omologhi sloveno e austriaco, Sendi Montanič e Gottfried Fischer parlando di attività, eccellenze e criticità del Registro Ibmdr: «Quest’anno la rete nazionale di donazione da non familiare facente capo al registro Ibmdr ha  già registrato oltre 300 donazioni effettive, avvicinandoci sempre di più a superare i numeri  – già eccezionali  – dello scorso anno. A crescere non sono solo le donazioni effettive nel loro complesso (+30% circa) ma anche il numero delle cellule esportate (+25%) a favore di riceventi internazionali, segnale di una sempre maggiore qualità nel nostro Registro in termini di donatori tipizzati. Tutti i dati di attività della rete italiana mostrano una netta crescita rispetto al 2022, così come quelli relativi alle nuove iscrizioni al Registro donatori Ibmdr: sono stati 2.888 i nuovi donatori reclutati a settembre durante la settimana nazionale di sensibilizzazione “Match it Now” in cui – come sempre – è stato fondamentale il contributo dei volontari Admo in tutta Italia. I nuovi iscritti si sono uniti agli oltre 490mila potenziali donatori attivi già tipizzati, di cui oltre 20mila reclutati solo quest’anno: un numero elevato ma non ancora sufficiente per garantire a tutti i pazienti in attesa di trapianto la possibilità di trovare un donatore compatibile.

Ormai in Italia oltre il 50% dei trapianti di Cse da donatore viene eseguito grazie al dono di un perfetto sconosciuto iscritto ai registri: per questo è essenziale che il maggior numero possibile di persone tra i 18 e i 35 anni dia la propria disponibilità ad iscriversi all’Ibmdr».

Letizia Lombardini, direttrice del Centro Nazionale Trapianti ha sottolineato come il trapianto di staminali emopoietiche rappresenti una delle prestazioni sanitarie più complesse, che vedono la stretta collaborazione tra competenze diverse ed è regolamentata da norme articolate. Ha quindi tracciato la storia dei trapianti in Italia e il ruolo del Centro Nazionale, nato nel 1999, sottolineando quanto i momenti di confronto come il convegno possano generare riflessioni che permettono di migliorare sempre di più procedure e attività, raggiungendo nuovi traguardi.

Presente con un collegamento in videochiamata da Milano anche la presidente ADMO Nazionale, Rita Malavolta. “I numeri valorizzano il lavoro di una regione. I dati del FVG dimostrano come abbiate saputo lavorare negli anni in modo costruttivo e continuativo. Sono molte le iniziative e le attività portate avanti con spirito combattivo e innovativo. Il FVG, lo ricordo, è stata tra le prime regioni in Italia ad adottare la metodologia del kit salivare.”

Andrea Bontadini, direttore sanitario associativo di Admo nazionale ha parlato dei volontari e della loro formazione, «gestita in modo tale da garantire una corretta informazione ai cittadini. Oggi il ruolo del volontario si è un po’ modificato. Dobbiamo accertarci che un volontario abbia contezza del proprio ruolo, motivazione e consapevolezza delle competenze e delle informazioni che deve fornire; oltre alla più corretta modalità di confronto con gli altri. Per raggiungere tutto ciò prevediamo due formazioni (a livello nazionale e online) all’anno, per i nuovi volontari e altrettanti aggiornamenti per gli altri. Senza contare il costante lavoro per fornire loro strumenti agili e che rendano la loro attività più semplice».

A chiusura dei lavori, terminata la tavola rotonda, moderata da Valeria Miotti, già responsabile registro regionale, si è tenuta la consegna dei riconoscimenti ai donatori effettivi.

Per maggiori informazioni: www.admofvg.it

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