Al via la competizione del Premio Alberto Cesa a Spilimbergo

FVG – Al via oggi, 20 agosto al Teatro Miotto di Spilimbergo dalle 20.30, la competizione del Premio Alberto Cesa, intitolato ad uno dei gruppi pionieri della world music in Italia. Giunto alla sua 17^ edizione, vanta per l’artista vincitore una significativa dotazione grazie al Nuovo Imaie, per la realizzazione di una tournée.

Si contenderanno sul palco il Premio 2021 Ajde Zora, Djelem Do Mar – Fabia Salvucci & Sara Marini, Fragment, Mattanza, Miriam Foresti e Sara Marini – Torrendeadomo. Nella serata del 20 agosto suoneranno anche gli Still Life, i vincitori Premio A.Parodi 2020 e semifinalisti nell’International Songwriting competition negli Stati Uniti d’America, e Musica Spiccia, vincitori del Premio Alberto Cesa nel 2020.

Still Life è un progetto musicale originale, con sede a Barcellona: un violino collegato a un pc, con pedali, cavi, effetti, loop e una magica voce. Formato da João Antonio Neto da Silva al violino e Margherita Abita, voce, hanno due album al proprio attivo, con testi legati alla natura e alle emozioni primordiali, con l’intenzione di condividere un messaggio di speranza, nell’espressione Still Life: c’è ancora vita.

Musica Spiccia è un’orchestra molto peculiare, l’organico della quale, consolidato, ma anche aperto a chi ha voglia di cimentarsi con questa realtà, ha la particolarità di esser composto da una cinquantina di elementi di tutte le età, dagli otto anni agli anta, che mescolano una marea di strumenti di tutti i tipi creando uno stile personalissimo.

Per quanto concerne il Premio Alberto Cesa invece sei le formazioni in gara. Sono veneti i componenti del primo gruppo selezionato, gli Ajde Zora, tutti tranne la cantante Milica Polignano, che è serba. Influenze dell’Est e di vari generi musicali che allargano i confini della tradizione balcanica gitana: grande energia e vitalità grazie al connubio tra voce e chitarra, sax, violino, basso, batteria e fisarmonica.

Fabia Salvucci e Sara Marini con il progetto Djelem o Gelem, in lingua romanì, che significa viaggio, mentre do mar dal portoghese significa sulle sponde del mare Mediterraneo; mescolano voci e strumenti, duettando, intrecciano lingue, dal Rom all’Yiddish, dal Greco al Basco, dalle influenze arabo andaluse a quelle latine e del Centro-Sud Italia tra voce, laouto cretese, fisarmonica, bouzouki, chitarra acustica, elettrica e classica, basso elettrico, fretless, batteria e percussioni.

Il terzo gruppo selezionato nasce da un’idea di Ariele Cartocci: Fragment, inteso come frammenti di un puzzle che, lungi ancora dall’essere stato ricomposto, lascia il campo a infinite combinazioni creative: una sfaccettata rilettura della tradizione musicale irlandese, scozzese e bretone attraverso il bouzouki irlandese, la chitarra classica ed elettrica, la bombarda, la voce e il violino ma anche il whistle, piano, le tastiere, il basso elettrico, il bodhràn, la batteria, il cajon, il darbuka, djembe, riqq e i piatti.

Ci saranno a contendersi il Premio anche i Mattanza, gruppo che mescola il canto in dialetto, italiano, greco antico di Calabria e in arabo insieme con il basso, il contrabbasso, le chitarre, la lira calabrese, le percussioni, il violino, le tastiere, la batteria, la fisarmonica e i fiati popolari e la cantautrice Miriam Foresti, romana di nascita e udinese di adozione, diplomata in canto jazz. Infine la sesta formazione in gara vede Sara Marini e Torrendeadomo, in un racconto di viaggio, tra la Sardegna e l’Umbria accompagnati dalle melodie della chitarra, classica e acustica, la zampogna, il kaval, il flauto doppio, il pianoforte, il laouto cretese, le percussioni mediterranee e il buttafuoco rinascimentale.

Per tutta la durata del festival rimane esposta nel foyer del Teatro Miotto di Spilimbergo la mostra fotografica “The sound of eyes – I 40 anni di Folkest” realizzata in collaborazione con il CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia).

Info orari e prenotazioni www.folkest.com

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