Approvato il disegno di legge di modifica del riordino delle Autonomie locali

Trieste – Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge n. 32 che modifica la legge di riordino del sistema Regione – Autonomie locali (l.r. 26/2014), il sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale (l.r. 6/2006) e la disciplina della finanza locale del Friuli Venezia Giulia (l.r. 18/2015).

Trenta i voti favorevoli di Lega, FI, Progetto FVG/Ar, FdI/An e M5S, 15 i no di Cittadini, Open Sinistra FVG, Patto per l’Autonomia e Pd, con l’astensione del consigliere Gabrovec.

Prima del voto l’Aula aveva accolto due ordini del giorno: il primo a firma Francesco Russo (Pd) con il quale raccomanda alla Giunta regionale di valutare, in sede di scrittura della annunciata riforma degli Enti locali, l’ipotesi di una governance per la Venezia Giulia che guardi a un possibile progetto di area metropolitana capace di valorizzare anche le positive collaborazioni transfrontaliere poste in atto da GECT costituiti negli ultimi anni; il secondo ordine del giorno, presentato dai consiglieri del Patto per l’Autonomia, Moretuzzo e Bidoli, raccomanda alla Giunta di elaborare le proposte di riorganizzazione istituzionale sulla base di un percorso conoscitivo partecipato dai territori e dal Consiglio regionale, scongiurando il rischio di una riforma calata dall’alto e tutelando invece libertà di scelta dei singoli territori e delle loro comunità.

Soddisfazione della Giunta

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, che nella discussione aveva così presentato il provvedimento: “Per intervenire rapidamente sull’assetto degli enti locali avremmo potuto semplicemente abrogare la legge26, ovvero la cosiddetta riforma Panontin, decretando così la fine delle Unioni territoriali intercomunali (Uti), ma abbiamo preferito adottare una soluzione intermedia che ridà dignità ai territori senza appesantire ulteriormente un sistema già messo a dura prova”.

“Per prima cosa – ha chiarito Roberti – abbiamo previsto nella legge di Stabilità il ripristino dei contributi che consentono a tutti i Comuni di erogare i dovuti servizi ai cittadini. Inoltre, con questo disegno di legge diamo la possibilità ai sindaci di scegliere, senza rischiare penalizzazioni economiche, se aderire o meno alle Uti”.

L’assessore ha spiegato che “molte amministrazioni hanno aderito alle Uti per avere dalla Regione i fondi necessari a chiudere i bilanci. Non si è trattato di una scelta vera e propria, ma di un obbligo fondato sulla minaccia del commissariamento. Inoltre, nella maggior parte dei casi, le Unioni non sono mai state realmente operative ma sono partite solo sulla carta per consentire ai Comuni di beneficiare dei contributi regionali”.

La posizione del Movimento 5 Stelle

“Si chiude oggi una stagione che si è dimostrata caotica e fallimentare. Con l’eliminazione  dell’obbligatorietà della partecipazione alle Uti si può, infatti, finalmentepensare a ridiscutere serenamente del futuro dell’assetto del nostro ordinamento locale e del necessario rinnovamento del sistema integrato Regione – Autonomie locali”.

È quanto dichiara il consigliere regionale del M5S Mauro Capozella.

“Nonostante le molte perplessità – prosegue il consigliere – per il ritorno ad un passato, che si pensava superato, quello del “sindaco con il cappello in mano” derivante dall’introduzione di un nuovo metodo (bilaterale Regione – Ente locale) di concertazione per gli investimenti strategici sovracomunali e non essendo nemmeno nella condizione di esprimere giudizi sui “costituendi enti intermedi”, dei quali è stata solo manifestata l’antistorica prospettiva di un’elezione diretta (rispetto allaquale siamo sin da ora fortemente contrari), ma volendo dare valore al significato di cesura e di conclusione di un passato prossimo, che ha reso insoddisfatti amministratori e dipendenti comunali e, soprattutto i nostri concittadini, il nostro Gruppo ha votato a favore del provvedimento”.

“Adesso non ci sono più alibi – ha concluso – e si può parlare solo di come costruire un moderno, efficace ed economico sistema istituzionale. Per questo motivo, con chiarezza, diciamo di essere in campo con le nostre proposte per partecipare responsabilmente alla realizzazione di un nuovo vestito per la nostra Regione e per la nostra Autonomia. Consapevoli che è facile tornare a rievocare il passato (Province), ma che ciò rischia di essere una falsa soluzione, perché nel frattempo il presente è diverso e il futuro è tutto da costruire”.

Le ragioni dell’opposizione

Così Franco Iacop (Pd) ha motivato il voto contrario dei Dem: “Questa legge annuncia quello che ci aspetta per il futuro, una totale mancanza di prospettiva, nessun accenno alle riforme e l’ombra di enti intermedi che ricorderanno molto le vecchie Province. Si sancisce la demolizione delle Uti, rinunciando alla sua specialità in materia, un vero capolavoro”.

 “Con questo disegno di legge laGiunta si toglie la maschera con la quale aveva recitato in questi mesi lastoriella dell'”innanzitutto discuteremo le riforme”. Di riforme non se ne vedono, ma intanto si completa la demolizione delle Uti e del sistema delle collaborazioni intercomunali, rinunciando alla sua specialità in materia”.

 “Assoluta contrarietà allareintroduzione di Province elettive, nuovi carrozzoni con tanto di presidenti,assessori, consiglieri e fondi dedicati al loro funzionamento, come è passato nella finanziaria regionale. Così si tolgono direttamente risorse ai nostri Comuni”. Il segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli rende noto quanto deliberato dalla Direzione regionale del partito.

Per Shaurli “una regione di un milione e 200mila abitanti può articolarsi su due livelli elettivi: Regione e Comuni. Farlo significa anche dimostrare in modo diretto e concreto la nostra autonomia. Se le UTI non vanno bene e servono altre aggregazioni di area vasta per mettere in comune servizi, progettare lo sviluppo del territorio, lavoriamo senza pregiudizi e facciamo sì che queste aree vaste siano espressione di sindaci ed amministratori locali che conoscono il territorio, ma evitiamo di resuscitare dal passato enti come le province, che prima di tutto i cittadini hanno chiesto di superare”.

“Oggi nei provvedimenti dell’assessore Roberti – continua Shaurli – non c’è niente del genere: lui mette le mani nell’assetto attuale senza dire cosa vuole fare il centrodestra del futuro degli Enti locali. E questo è irresponsabile soprattutto nei confronti di territori e amministratori. Sono amministratori che già in questa finanziaria hanno visto gli effetti del ‘cambiamento’: sono dovuti tornare con il cappello in mano dall’assessore di turno, hanno constatato scelte fatte senza alcuna logica di priorità che non sia l”amicizia’. Perché dare 1,2 ml al campo sportivo di un piccolissimo comune e dare 600mila alle strade di 10comuni – conclude – significa precisamente ‘premiare gli amici’ e penalizzare gli altri”.

Anche il gruppo dei Cittadini ha votato “no” al decreto. “Il Gruppo consiliare dei Cittadini – ha spiegato il presidente Tiziano Centis – aveva accolto senza pregiudizi l’impostazione più volte annunciata dall’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, il cui cambio di paradigma, ovvero il passaggio dall’obbligatorietà alla libertà di aderire o meno alle Unioni territoriali intercomunali (Uti), prevedeva che l’attuale governo regionale rispettasse fino in fondo quei Comuni che vogliono proseguire nel percorso dell’Unione.

“A svelare il bluff – afferma ancora l’esponente dei civici – è stata, però, la nuova formulazione delle modalità di concertazione tra Regione ed entilocali. Se prima Regione e Comuni erano messi sullo stesso piano, da oggi il soggetto forte è solo quello regionale: alle Unioni non rimane che accettare a testa bassa le sue decisioni. Questa maggioranza, infatti, ha cancellato l’Intesa per lo Sviluppo, che era il fulcro del meccanismo concertativo previgente e che prevedeva pari dignità tra Regione e Autonomie locali. Intesa, sottoscritta dalpresidente del Friuli Venezia Giulia e dal presidente del Consiglio delleautonomie locali, che suggellava un percorso che prendeva avvio dal confronto tra i Comuni nell’ambito delle rispettive Uti. Con le modifiche introdotte non si può più seriamente parlare di concertazione, poiché d’ora innanzi i patti tra le parti avranno come precondizioni le scelte politiche e le priorità del Governo Fedriga”.

“Quello che è accaduto concretamente nelle scorse settimane e che trova oggi una copertura legislativa – ha aggiunto Centis – purtroppo fa naufragare ogni nostro auspicio che questa prospettiva dell’assessore Roberti non fosse mera retorica. Se permanesse ancora un dubbio a proposito, non si può certo non evidenziare come nel corso del dibattito in Consiglio, il capogruppo della LegaNord abbia parlato esplicitamente di eliminazione delle Uti. Atteggiamento, questo, che ci pare del tutto contraddittorio rispetto alla sbandierata volontàdi non imporre nulla, perché nella sostanza si va a eliminare una possibilità associativa prevista dall’ordinamento regionale e nazionale, ovvero quella dell’Unione”.

 “Con l’approvazione del disegno di legge n. 32 di riordino del sistema Regione/autonomie locali assisteremo impotenti a un’altra, l’ennesima in soli sei mesi, demolizione. Non certamente alle premesse di una riforma e nemmeno a una modifica della legislazione pre-esistente, bensì a un ulteriore passaggio di quella ineffabile opera di sfascio da parte dell’attuale Giunta, delle parti più innovative dell’impianto legislativo di questa Regione, senza che siano state pienamente comprese”.

Riassume così, Furio Honsell di Open-Sinistra FVG e relatore di minoranza del ddl 32 per l’Aula, il suo pensiero sul provvedimento, e aggiunge: “Si badi bene non viene proposta un’alternativa all’organizzazione sovracomunale, né si cancella la legge regionale così odiata (la n. 26 del 2014), ma le si crea uncontesto nel quale possa incancrenirsi. La Giunta, e nello specifico l’assessore Roberti, ricordano Michael Jackson nel suo passo di danza più famoso, camminano all’indietro facendo quello che potremmo definire metaforicamente un ‘Moonwalk amministrativo’.

Diretto il commento dei consiglieriregionali Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli sulla legge di riforma del sistema Regione/autonomie locali appena approvato dall’Aula: “Enti locali a rischio caos. Smantellate le Uti senza soluzioni alternative. Voto contrario del Patto per l’Autonomia”.

“La legge approvata in Aula – affermano dunque i due esponenti di opposizione – finisce di smantellare le Unioni territoriali intercomunali (Uti) senza offrire ancora una visione organica sul futuro ordinamento degli enti locali in regione. In questo contesto, ritenendo che la valorizzazione delle varie diversità territoriali sia un aspetto imprescindibile per la buona riuscita di una riforma che va a intervenire sulla governance, abbiamo chiesto un impegno per salvaguardare la totale libertà dei territori e delle loro comunità, considerando tale percorso di revisione come momento di riorganizzazione complessiva della Regione”.

I due consiglieri hanno, perciò, presentato un ordine del giorno nel quale “si sollecita un impegno affinché tale riforma nasca da un percorso conoscitivo realmente partecipato dai territori e dallo stesso Consiglio regionale, scongiurando il rischio di una riforma calata dall’alto e tutelando invece la libertà di scelta dei singoli territori e delle loro comunità”.


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