“In sospeso” di Manuela Sedmach, Barbara Stefani e Elisa Vladilo: un trittico di valore alla galleria EContemporary

Trieste – L’attività della galleria EContemporary non conosce sosta e oggi, venerdì 10 giugno alle 17.30 inaugura la nuova mostra “In sospeso” di Manuela Sedmach, Barbara Stefani e Elisa Vladilo.

Tre artiste, che si sono distinte e lo continuano a fare nell’ambito creativo in cui si esprimono.

La collettiva è la realizzazione di un progetto è rimasto in attesa per molti anni e come le artiste stesse dichiarano “E’ un progetto rimasto sospeso, custodito in un cassetto a lungo, e che ora, nutrito dal tempo, ha trovato il giusto momento per dare forma ai pensieri in esso contenuti”, opere su carta di piccolo formato per assaporare tratti espressivi differenti ma tenuti insieme da una sensibilità comune.

Le tre artiste sono molto diverse nel loro gesto artistico, ma sono accomunate da una sincera amicizia e da una ricchezza interiore che permette a questa esposizione di trovare il sottile filo rosso per rendere le diverse forme espressive un unicum espositivo di grande impatto emotivo.

Per chi non le conosce è un’occasione unica, per vedere calibri artistici differenti in un unico momento.

Manuela Sedmach  presenterà una serie di piccoli lavori su carta dal titolo “dubito ergo cogito” che volutamente non sono attuali, ma li presenta riconoscendoli come se li avesse appena compiuti. Sono alcuni dei suoi famosi paesaggi sospesi costituiti da luoghi indefiniti e senza tempo che diventano tangibili grazie alla saturazione dei suoi colori prediletti quali il bianco, il nero e tutte le loro sfumature. In mostra queste opere diventano ancora più intense allo sguardo dello spettatore grazie ad una sapiente sequenza espositiva.

Marco Stoppa descrive appieno il concetto delle opere di Manuela: “Di fronte al primitivo sconosciuto proposto da Manuela Sedmach, gli osservatori stessi sono costretti a giocare con il tempo prima di esprimere un giudizio, dilatare il tempo della risposta prima dell’arrivo dell’ansia per scoprire ciò che c’è al di là di quella densa atmosfera di nebbia che ci separa da una luce vibrante e misteriosa, l’unico punto di riferimento in un luogo senza coordinate”.In occasione di questa esposizione inoltre sarà presentato un lavoro nuovo e concettualmente distintivo dal percorso classico di Manuela. Infatti saranno esposte alcune piccole opere in matita su carta con supporto ligneo dal titolo “folta quebrada encontrada na rua mira da naia”. Un progetto nel progetto  nato da una foglia rotta trovata a rua da Naia in Portogallo e raccontata dall’artista da diversi punti di vista.

Barbara Stefani, invece, un particolare polittico di dipinti, sempre di piccolo formato, ad omaggio e di personale interpretazione dell’atmosfera sospesa de “I nottambuli” di Edward Hopper.
In questo lavoro Barbara crea una sequenza visivamente geometrica e ritmata dell’opera citata su un supporto di scatole di carta, object trouvè, di primitiva utilità quali porta occhiali.
La scenografia hopperiana viene attraversata dall’artista e scomposta in singole scansioni verticali, pitture ad acrilico dalla inconsueta varietà cromatica. Il susseguirsi delle inquadrature crea, nella visione di insieme, una ricomposizione originale e onirica del soggetto. Barbara ritiene che ogni singolo “frame” si possa considerare un percorso tra presente e futuro come se ad ogni passo si sostasse, indugiando intimamente, come se il passaggio precedente anticipasse quello successivo, suggerendo un continuum emotivo.
Anche in questa serie, intitolata “Le tracce mnemoniche sono vive”, si parla di tempo e di gestione dello spazio. Opere che consentono di emergere dalla frammentarietà, generando senso e recuperando complessità.

Elisa Vladilo, ultima ma non ultima, le sue opere sono un’esplosione di piccoli lavori dai colori vivaci che sottolineano il suo percorso artistico utilizzando pastello e acquerello su carta e supporto ligneo. Un susseguirsi di forme geometriche quali righe, punti che si fondono a forme più morbide, ma sempre astratte per raccontare paesaggi sospesi grazie al consueto uso dei colori solari. Questi lavori raccontano in modo gioioso e vivace la percezione del tempo sospeso dove il passato lascia il posto al presente che a sua volta prepara ad affrontare il futuro.
Elisa allude anche al tempo della pandemia: la sua sensazione è che “il tempo” si sia fermato per lasciare spazio “a questo tempo” in modo più dilatato di quello precedente. Espansione dilatata che viene rappresentata muovendosi lentamente nello spazio della carta usata per tracciare il segno astratto dei suoi pensieri.  Un tempo che, se prima poteva essere immaginato come una linea orizzontale continua, ora è come se si fosse espanso verticalmente per aprire nuovi spazi nell’infinito. Elisa propone così il suo personale sentire di una forma temporalmente indefinita che allontana dalla realtà e rimane sospesa e indistinta nel tempo.

La mostra rimarrà visitabile sino al 30 luglio 2022

EContemporary via Crispi, 28 orario dal giovedì al sabato dalle 17.00 alle 19.00 o su appuntamento.

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