Caldo e siccità incombono: la carenza di acqua per l’agricoltura è un’emergenza assoluta

FVG – La carenza di acqua destinata all’agricoltura, specialmente in alcune zone delle province di Pordenone e Udine, è ormai un’emergenza assoluta.

Non soltanto le riserve si stanno progressivamente prosciugando, ma non ci sono nemmeno previsioni di precipitazioni e le temperature si stanno progressivamente alzando.

Il Consorzio di Bonifica Cellina Meduna da lunedì 20 giugno ha ridotto da due a una sola ora per ettaro al giorno l’irrigazione nei campi bagnati con l’acqua del torrente.

Giovedì è in programma un summit per capire quali misure straordinarie adottare e se estendere il razionamento idrico anche lungo il Cellina, l’altro grande corso d’acqua montano che alimenta i canali del Consorzio.

Il razionamento idrico è già in corso da due settimane anche nella zona del Consorzio irriguo del Cividalese, in Friuli.

La siccità – avverte Confagricoltura – sta già impattando sulle rese agricole nazionali. Per questa ragione, la Confederazione ha chiesto al governo di assumere, di concerto con le Regioni, tutte le iniziative necessarie a mettere le aziende agricole nelle condizioni di assicurare almeno i livelli produttivi ordinari.

La carenza di acqua destinata all’agricoltura è stato il primo punto all’ordine del giorno di una riunione della Giunta confederale che ha preso in esame l’attuale situazione degli ambiti territoriali e ha iniziato a elaborare una prima indicazione dei danni provocati dallo stress idrico, in corso ormai da mesi.

Il primo calcolo attendibile è relativo ai cereali. Secondo le stime di Confagricoltura, la siccità colpirà i raccolti di grano duro e tenero che registreranno una flessione calcolata tra il 15 e il 20%.

Se la situazione meteorologica non cambierà e se non verranno messi in campo i provvedimenti necessari, gli effetti si estenderanno anche ad altre colture. Dall’ortofrutta al mais, fino alla produzione di uva e olive. Nessuna esclusa.

Il settore primario sta già affrontando un periodo molto complicato per l’eccezionale crescita dei costi di produzione dovuta all’invasione dell’Ucraina.

Se il governo non si attiverà in tempi stretti, la perdita di produzione potrebbe avere impatti negativi anche sulla spesa alimentare degli italiani.

L’emergenza non è solo italiana: in Francia e in Europa centrale ci sono analoghe segnalazioni. Confagricoltura è in contatto con le organizzazioni professionali degli altri Paesi per valutare eventuali iniziative in sede europea: le imprese agricole, già messe a dura prova dall’instabilità economica per la situazione geopolitica e due anni di pandemia, sono al collasso.

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