Celebrati i 50 anni della Comunità di San Martino al Campo di Trieste, mezzo secolo di solidarietà

Trieste – Venerdì 11 novembre presso la Sala Costantinides del Civico Museo Sartorio di Trieste, alla presenza del fondatore don Mario Vatta e di esponenti delle istituzioni locali, è stato presentato il libro “Le radici della comunità in 50 anni di esperienze” che celebra il 50° anniversario della Comunità di San Martino al Campo.

Fondata all’inizio degli anni Settanta – l’atto di costituzione in associazione porta la data del 14 luglio 1972 – la comunità si propone di affiancare le persone in difficoltà, in particolare per problemi legati alla dipendenza da droga ed alcol.

“Il fondatore di San Martino, don Mario Vatta, – ha detto l’assessore regionale al lavoro Alessia Rosolen nel suo intervento – ha saputo mettersi al servizio degli emarginati e ha dimostrato il coraggio di costruire una comunità. Proprio quest’ultimo termine racchiude un concetto importante, perché riesce a trasmettere il senso di ciò che una persona rappresenta in un contesto più ampio”.

Ecco come don Mario Vatta ha raccontato a Silvano Magnelli la scintilla che fece nascere la Comunità:

“Ero molto giovane e frequentavo i giovani con i loro problemi, così ho conosciuto da vicino la tossicodipendenza perché qualche giovane vi era caduto dentro. In quel periodo mi chiedevo cosa avrei dovuto fare, ovvero essere un prete di parrocchia, cosa importante, oppure uscire da certi schemi per incontrare problematiche difficili, ma reali. Posi questa domanda ad un grande personaggio, Frère Roger Schutz, fondatore della Comunità internazionale di Taizé. Mi disse che la mia vocazione era quella di ascoltare, capire ed essere perdono per tutta la vita. Un’altra spinta mi veniva dal Vangelo, che mi chiedeva di stare con la gente e in particolare con la nostra gente in una comunità dove vi fosse un clima di accoglienza, di famiglia, di casa. Così comincia una full immersion nel disagio giovanile ed adulto, viviamo accanto a chi fa fatica in città ormai da quasi 50 anni. Una grande sollecitazione ci arrivava anche dal Concilio Vaticano II pieno di esortazioni ad uscire per incontrare gli uomini e dalle Encicliche dei Papi. Una comunità quindi invitata a schierarsi, a compromettersi, a camminare senza paura per accogliere, condividere, ascoltare”.

(Silvano Magnelli, “Pescatori di Perle” ed. Studio ComunIcare, Pordenone 2016)

“Sfogliando il volume dedicato ai primi 50 anni di vita della Comunità di San Martino al Campo – ha proseguito Rosolen – sono tre le parole che tracciano un segno particolarmente profondo. La prima è “povertà”; un concetto che non si limita all’aspetto economico ma riguarda anche il lavoro e la famiglia. La successiva è “dignità”, ovvero, ciò che la Comunità punta a restituire alle persone che accoglie. L’ultimo termine è qualcosa che deve accompagnare la vita di tutti e in particolare di coloro che scelgono di lavorare in un ambito complesso e delicato come il sociale: coraggio”.

Concetti ripresi anche dall’assessore comunale di Trieste a Servizi e politiche sociali Carlo Grilli, il quale ha evidenziato come la Comunità di San Martino al Campo sia un partner importante per il Comune in ambito sociale e ha sottolineato come l’operato di chi vi opera confermi che per ogni persona c’è una speranza anche nei momenti più complessi o disperati.

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