Collio goriziano devastato dalla grandine, in alcune zone perso tutto il raccolto dell’uva

Gorizia – Il Collio Goriziano è stato colpito dalla furia della grandine, caduta violentemente nella notte di lunedì 24 luglio, come hanno potuto constatare le strutture provinciali e regionali di Confagricoltura, raccogliendo direttamente il racconto dei propri associati.

A essere bersagliata, naturalmente, è soprattutto la coltivazione della vite che, qui, offre prodotti di un’eccellenza ampiamente riconosciuta.

«A Sagrado, abbiamo perso tutto il raccolto dell’uva», spiega Mirella Della Valle, dell’azienda Castelvecchio, 35 ettari di vigneto, una delle bandiere di questo territorio per la sua storia e la qualità dei vini.

«Credo che la nostra area sia da considerarsi l’epicentro di questo evento catastrofico e siamo solo all’inizio, poiché bisognerà vedere e capire quali e quanti saranno i danni che si ripercuoteranno sulle viti maciullate, nei prossimi anni. Inoltre – conclude Della Valle – il Parco storico è stato devastato e i tetti dei fabbricati danneggiati, così come l’impianto fotovoltaico e l’oliveto».

A Farra d’Isonzo, la grandine si è presentata per la seconda volta in pochi giorni.
«Abbiamo già accertato che con la grandinata del 13 luglio la nostra azienda vitivinicola ha subito un danno che va da un 30% fino a un 60% della produzione – sottolinea Alberto Grossi di Tenuta Villanova, con 95 ettari a vigneto -. Dunque, i grossi chicchi che sono caduti sulle viti e sui grappoli nella notte del 24 luglio non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Certamente ora l’annata si farà complicata anche perché è difficile, in questo momento, capire come reagiranno le piante. Di converso, aumenteranno i costi della difesa e si ridurranno le entrate per la mancata o diminuita vendemmia».

Situazioni difficili vengono registrate anche nell’area di Cormòns, Gradisca d’Isonzo e Romans.
È andata un po’ meglio a nord, verso il Comune di Dolegna. «A Ruttars, nella zona della nostra sede aziendale – aggiunge Marco Rabino, direttore di Jermann -, i vigneti hanno subito pochi danni. Già diversa la situazione a Lonzano dove, da un primo sopralluogo, i 35 ettari di vigneti che coltiviamo lì, hanno subito un danno del 20-25%. Ma l’evento è stato così violento che ci fa stare sulla corda – aggiunge Rabino – visto che prevediamo una vendemmia tardiva e, dunque, mancano ancora più di 30 giorni, a rischio climatico elevato, prima di portare l’uva in cantina».

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