Confcommercio Federalberghi: lanciata una petizione per salvare le imprese del turismo

Udine – Un appello importante quello di Federalberghi nazionale. Lo comunica la presidente provinciale di Confcommercio Federalberghi Paola Schneider dopo che l’assemblea generale ha approvato una petizione rivolta al Governo «per sollecitarlo a intervenire con urgenza a tutela delle imprese e dei lavoratori del turismo prima che sia troppo tardi».

Come ha spiegato il presidente nazionale Bernabò Bocca, fa sapere Schneider, «il nostro settore chiede ristori efficaci, interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali), esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte, sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione, riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi europei, sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale e sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi».

Anche singoli imprenditori, lavoratori e cittadini possono aggiungere la propria firma, sottoscrivendo la petizione online sulla piattaforma change.org all’indirizzo:

https://www.change.org/salviamo-le-imprese-e-i-lavoratori-del-turismo.

I numeri del turismo

Il turismo è un motore indispensabile per l’economia italiana e contribuisce in maniera significativa alla produzione di reddito e posti di lavoro.

Le imprese turistiche generano ogni anno un valore aggiunto di 93 miliardi di euro, pari al 6% del PIL italiano.

Alberghi e pubblici esercizi danno lavoro ad oltre 1,3 milioni di dipendenti, in prevalenza donne (52,6% sul totale) e giovani (il 60,1% ha meno di 40 anni).

Importanti sono anche le ricadute positive sugli altri settori economici. La quota di PIL attivata direttamente ed indirettamente dal comparto turistico è superiore al 13% ed al settore sono complessivamente riconducibili quasi 3,4 milioni di posti di lavoro, pari al 15% del totale.

Le conseguenze della pandemia

La crisi pandemica ha devastato l’intero settore, accanendosi in particolar modo sulle strutture turistico ricettive e termali, in tutte le destinazioni.
Si può stimare che il 2020 si sia chiuso con una perdita di 236 milioni di presenze, con un calo di oltre il 54% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%.
Purtroppo, il 2021 si è aperto all’insegna di un ulteriore peggioramento, anche a causa del perdurare del blocco dei flussi internazionali, del divieto di spostarsi da una regione all’altra e delle limitazioni alle attività ed ai servizi che caratterizzano i viaggi, per vacanza e per lavoro (comprensori sciistici ed impianti di risalita, terme e benessere, ristorazione, attività sportive amatoriali, musei, convegni, riunioni, fiere, spettacoli, eventi, spettacoli, musei, etc.).

Gli alberghi – pur potendo in teoria rimanere aperti – sono stati e sono ancora costretti alla chiusura perché vuoti.

Con un blocco pressoché totale in primavera e in autunno, una stagione estiva breve quanto onerosa a causa delle misure di sicurezza imposte nonché una stagione invernale ancora ferma, il turismo è senz’altro il settore economico che più soffre per gli effetti di questa pandemia.

Attualmente la quasi totalità dei lavoratori stagionali è privo di occupazione e circa il 50% per cento dei lavoratori a tempo indeterminato è in cassa integrazione. In altri termini, il 75% per cento dei dipendenti delle imprese turistico ricettive e termali è senza lavoro.

Qualora non venissero concessi gli interventi richiesti, gran parte delle aziende non sarà più nelle condizioni di poter riaprire, con una sicura perdita di migliaia di posti di lavoro ed un più grande problema sociale di difficile gestione.

Il problema dei ristori

In questa difficile congiuntura, gli aiuti sin qui stanziati in favore delle imprese non sono sufficienti.

Le aziende alberghiere e termali si trovano a dover sostenere – in una crisi senza precedenti, in totale solitudine e a fronte di nessun incasso – una miriade di oneri economici ed amministrativi, quali ad esempio canoni di locazione mensili, imposte di vario genere, utenze, fornitori e consulenti, manutenzione delle strutture, polizze assicurative, contratti per la gestione della sicurezza, quota annuale del trattamento di fine rapporto, anche per il personale in cassa integrazione.

Altri Paesi sono riusciti a mettere a disposizione importanti iniziative in tempi brevi, offrendo così alle proprie imprese il sostegno necessario per poter superare l’attuale crisi e prepararsi adeguatamente ad affrontare l’agguerrita competizione internazionale che si manifesterà durante il periodo successivo.

Le richieste di Federalberghi

Chiediamo quindi che, al fine di aiutare le imprese del turismo a sopravvivere in attesa del ritorno alla normalità, salvaguardare i posti di lavoro ed evitare che l’Italia si ritrovi svantaggiata al termine della pandemia, vengano adottate le seguenti misure:

– liquidazione di ristori efficaci e adeguati, con erogazioni mensili che accompagnino le imprese turistico ricettive sino alla fine della crisi e un’erogazione iniziale che corregga le sperequazioni che si sono verificate a causa del meccanismo utilizzato nel 2020;
– proroga sino al 31 dicembre 2022 dei termini di pagamento delle rate relative a prestiti, mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale;
– elevazione sino a 20 anni della durata dei finanziamenti “garantiti” dallo Stato ai sensi del decreto liquidità;
– esonero dal pagamento della seconda rata IMU per l’anno 2021, da riconoscersi anche nel caso in cui ci sia coincidenza sostanziale tra il soggetto passivo dell’imposta e il soggetto gestore dell’impresa;
– proroga del credito d’imposta sui canoni di locazione sino al 31 dicembre 2021 ed elevazione della misura all’80%;
– cancellazione della TA.RI. e del canone Rai per gli anni 2020 e 2021 e, per il futuro, commisurazione della tariffa all’effettiva produzione dei rifiuti;
– proroga dell’esonero dal pagamento dei contributi per l’assunzione del personale stagionale, affinché possa essere applicata alle assunzioni che avverranno nel corso del 2021;
– revisione delle modalità di esonero contributivo in favore delle imprese che richiamano in servizio i dipendenti che si trovano in cassa integrazione, al fine di riconoscere il beneficio anche nel caso in cui il rientro in servizio riguardi solo una parte del personale;
– rinvio sino a fine 2021 delle scadenze per il pagamento di imposte;
– introduzione di un credito d’imposta del 110% per la riqualificazione delle strutture turistico ricettive;
– riduzione al 5% dell’aliquota IVA sulle prestazioni alberghiere, così come è stato fatto in altri Paesi europei;
– proroga della cassa integrazione per gli assunti a tempo indeterminato;
– istituzione di misure di soccorso efficaci e rapide per i lavoratori stagionali del turismo, che – a seguito della mancata ripresa della stagione invernale – si ritrovano privi di reddito, indennità di disoccupazione e copertura previdenziale e vengono per tal via costretti ad abbandonare il settore, che si ritroverà ancora più fragile nel momento della tanto attesa ripresa economica;
– aggiornamento del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di stato a sostegno dell’economia, al fine di elevare la misura degli aiuti che è possibile erogare a ciascuna impresa e di ampliare il periodo di applicabilità.

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