Corsi farsa per rinnovo Carta di Qualificazione del Conducente, indagata autoscuola

Pordenone – Si è conclusa la complessa indagine denominata “Rinnovo facile” condotta dalla Polizia di Stato di Pordenone con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di ben 34 persone per falsità in pubblici registri in concorso tra di loro.

La Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Pordenone, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Andrea Del Missier della Procura di Pordenone, dall’ottobre del 2018 ha intrapreso un’attività investigativa finalizzata al controllo della regolarità dello svolgimento dei corsi riguardanti il rilascio ed il rinnovo del CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) di una autoscuola della Provincia di Pordenone.

Cos’è la Carta di Qualificazione del Conducente

La Carta di Qualificazione del Conducente è un documento di importanza basilare, complementare alla patente di guida cui devono essere in muniti tutti i conducenti professionali per il trasporto di cose e di persone per conto terzi, previsto dalla normativa in quanto finalizzato ad elevare la preparazione degli autisti allo scopo di aumentare e di garantire la sicurezza nella circolazione stradale.

Infatti, per il rilascio del CQC è prevista la frequenza di corsi specifici di ben 280 ore presso le autoscuole accreditate dalla Motorizzazione, tenuti da docenti e istruttori qualificati nelle materie del trasporto.

È necessario altresì il superamento di esami teorici e pratici finali, il documento rilasciato al superamento del corso è valido per 5 anni ed anche per il suo rinnovo è obbligatorio frequentare un corso di 35 ore.

Le lezioni previste sono finalizzate a far acquisire specifiche conoscenze sulle caratteristiche tecniche dei veicoli, sulla prevenzione degli incidenti stradali, sui comportamenti alla guida, sulla valutazione e sulla condotta nelle situazioni di emergenza per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada ed dei passeggeri trasportati con nozioni specifiche di primo soccorso e di salute negli ambienti di lavoro.

La facilità nell’ottenere il rilascio o il rinnovo del CQC aveva attirato numerosi allievi, provenienti anche da provincie limitrofe, tutto, però, a dànno dì altre autoscuole che svolgevano i corsi seriamente ed a dànno della sicurezza di chi professionalmente circola sulle strada.

Le indagini

Le approfondite indagini esperite hanno portato ad una perquisizione delegata dal P.M. della sede dell’autoscuola ed il conseguente sequestro dei registri relativi allo svolgimento di una quarantina di corsi, tenutisi tra gli anni 2018 e 2019, in cui erano coinvolti un centinaio di allievi.

Inoltre, veniva eseguito un approfondito controllo amministrativo in collaborazione con i funzionari della Motorizzazione Civile di Pordenone.

Gli investigatori hanno accertato che un contitolare dell’autoscuola, che volgeva anche le funzioni di istruttore di teoria e di guida, aveva falsamente attestato nei registri dei corsi la presenza di alcuni allievi alle lezioni, sebbene questi fossero assenti.

Pertanto non venivano rispettati gli orari di entrata ed uscita dalle lezioni con la conseguente riduzione delle ore obbligatorie di frequenza per ottenere il rinnovo del documento e per il recupero dei punti della patente.

Addirittura, è stata accertata, in alcuni casi, la falsa certificazione di esecuzione di ore di pratica di guida obbligatoria, sebbene le esercitazioni di guida specifica di mezzi pesanti quali autotreni o autobus non fosse mai stata effettuata.

Infine, è emersa la falsa trascrizione di lezioni tenute da due ignari medici specialisti, che non hanno mai collaborato con l’autoscuola.

Pertanto, un socio contitolare dell’autoscuola, un istruttore e 32 allievi sono stati denunciati in stato di libertà, mentre sono state rilevate altre irregolarità amministrative nello svolgimento dei corsi che sono state segnalate alla locale Motorizzazione Civile per diretta competenza sui controlli e l’irrogazione degli opportuni provvedimenti specifici da adottare.

Il Vice Questore Aggiunto Alessandro Rescio, Dirigente della Sezione Polizia Stradale di Pordenone precisa che “oltre agli innegabili profili di valenza giudiziaria, l’operazione va considerata a presidio della sicurezza stradale. Sono facilmente immaginabili i pregiudizi alla sicurezza della circolazione quando gli aspiranti autisti, acquisita illecitamente l’abilitazione, si fossero messi alla guida di veicoli commerciali senza alcuna qualificazione professionale”.

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