Crisi dello stabilimento Wartsila di Trieste, le prospettive restano incerte. Indotto in sofferenza

Trieste – Stabilimento Wartsila di Trieste: in una nota i sindacati informano che ci sono poche novità rispetto a maggio 2023 e permangono forti incertezze sul futuro dell’occupazione.

Nell’incontro del 15 settembre scorso, avvenuto presso la sede della Regione Friuli Venezia Giulia, l’amministratore delegato Michele Cafagna di Wärtsilä Italia ha sostanzialmente confermato il progetto industriale già presentato al Mimit – ministero delle imprese e presso la stessa Regione, apportando qualche limitata novità.

“Spero che al Governo e nella Giunta regionale ci sia la consapevolezza che dalla firma dall’accordo al Mimit sono trascorsi due mesi, durante i quali tutto è rimasto fermo. – Così afferma in un suo comunicato la deputata ed ex presidente della Regione FVG Debora Serracchiani (PD), dopo il recente incontro in Regione con Wartsila e alla luce degli annunci di forti cali occupazionali nelle imprese fornitrici dello stabilimento di Bagnoli.

“Intorno alla Wartsila si sta consumando il dramma largamente annunciato dell’indotto, di cui ci chiediamo se qualcuno si sia finora mai occupato. In particolare l’assessore Bini, tra eventi enogastronomici e inaugurazioni balneari, dovrebbe aver da tempo messo testa e uffici sugli effetti collaterali della crisi Wartsila: trecento lavoratori a casa dovrebbero essere un assillo primario”.

“Ricordiamo che la cassa integrazione scade alla fine dell’anno e – puntualizza la deputata – finora di Mitsubishi e Ansaldo esiste una lettera d’intenti, importante certo, ma nulla di più. E nulla è trapelato degli esiti dell’incontro in Regione con Mimit, Mitsubishi e Ansaldo. Bisogna sapere dal Mimit quali saranno i tempi della formalizzazione degli impegni e il cronoprogramma del subentro. Mi chiedo che attesa sia sopportabile – aggiunge – per far ripartire le attività produttive, evitando la desertificazione delle competenze”.

Per Serracchiani “l’nsediamento industriale di Wartsila è tutt’uno con le aziende dell’indotto e va considerato come una realtà unica da rilanciare”.

Rispetto ai numeri occupazionali l’azienda – spiegano i sindacati -, nel confermare alla data dell’incontro 272 lavoratori in esubero tra Dct e Propulsion, non ha dato certezze rispetto ai 48 addetti alle generiche “funzioni correlate” che Wartsila Italia considera potenzialmente in esubero e da ricollocare nell’ambito della reindustrializzazione del sito.

Le preoccupazioni dei rappresentanti dei lavoratori

• rimangono ancora preoccupazioni circa le prospettive di Wärtsilä Italia: manca un progetto di sviluppo di un’attività core/industriale che possa avere una rilevanza strategica per l’intero gruppo Wärtsilä come lo è stata la produzione dei motori rilevata nel 2001;

• rimangono forti perplessità che l’attività di retrofit possa diventare strategica per Wärtsilä Italia visto le limitate risorse impiegate nel processo di industrializzazione dell’attività;

• Wärtsilä Italia non ha ancora attivato azioni per la sostenibilità del porto marittimo di Trieste necessarie agli attracchi di imbarcazioni per gli interventi di riconversione green dei motori;

• nonostante risultano incrementate appaiono non sufficienti le risorse destinate alle basi di Genova e Napoli. In questo senso sono stati richiesti il dettaglio degli investimenti annunciati;

• si è chiesto la convocazione di un tavolo regionale per affrontare il tema occupazionale dei circa 300 lavoratori che lavorano nell’attività dell’indotto. La regione Friuli Venezia Giulia si è impegnata in tal senso.

A margine dell’incontro l’azienda ha precisato che l’attività non si sposterà dal sito di Bagnoli e che sono previsti investimenti di riassetto degli uffici. I sindacati hanno chiesto di verbalizzare alla Regione questa comunicazione. La direzione aziendale ha altresì dichiarato che il valore immobiliare dell’area è stimata tra i 39 e 45 milioni.

Convocazione al ministero il 30 settembre

Come previsto dall’accordo siglato al Mimit lo scorso 31 luglio, i rappresentanti dei lavoratori aspettano la convocazione dal Ministero entro il 30 settembre per avere aggiornamenti circa lo stato di avanzamento della manifestazione di interesse di Ansaldo e Mitsubishi per la reindustrializzazione dell’area di Bagnoli.

Al tavolo governativo i sindacati chiederanno risposte anche alle criticità poste dal Coordinamento Nazionale nell’incontro tenutosi il 15 settembre in Regione a partire dal mantenimento dell’attuale assetto occupazionale, diretto e degli appalti, e da un rafforzamento dell’impegno finanziario e degli investimenti di Wartsila Italia a sostegno del piano industriale 2023/25.

Rispetto alle risorse di 50 milioni di euro per gli investimenti previsti a Trieste per i prossimi tre anni si aggiungono 1,4 milioni di euro per strumenti di test per la conversione a metanolo di motori W46C e ZA40, 300 mila euro per la sede di Genova per un totale complessivo di 1 milione € e per € 300 mila euro per la sede di Napoli.

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