Dighe, vigilantes al posto dei guardiani: deputati del M5S incontrano sindacati

Roma – Vigilantes al posto dei guardiani in alcune dighe del Friuli Venezia Giulia, della Sardegna e, probabilmente, di altre regioni italiane.

Questo il tema dell’incontro online svoltosi stamattina tra i deputati del Movimento 5 stelle Luca Sut e Paola Deiana, alla presenza del segretario regionale CISAL FederEnergia Sardegna, Franco Peana.

All’ordine del giorno anche le iniziative da intraprendere per arginare il fenomeno che “pone interrogativi sul piano della sicurezza, oltre che su quello occupazionale – afferma Sut, capogruppo M5S in X Commissione Attività produttive di Montecitorio .

“In questo modo – dichiara il deputato –  non si garantisce la sicurezza degli impianti, della popolazione e dei territori. Parliamo infatti di figure professionali, quella del guardiadighe e del vigilante, talmente distanti da non potersi equiparare, né sovrapporre come invece sta accadendo per volontà di alcuni concessionari”.

“In caso di disservizi o situazioni di pericolo i vigilantes non possono intervenire in nessun modo, ma solo segnalare con tempestività quanto rilevato a un tecnico dell’Ente che dovrà recarsi presso l’impianto, nonostante la difficile raggiungibilità di queste infrastrutture. Tutto ciò a discapito dell’esigenza di repentinità degli interventi in situazioni di rischio”.

“In Friuli Venezia Giulia si registra il caso di A2A che, dal mese scorso, ha iniziato a impiegare personale esterno di vigilanza presso gli impianti di Ampezzo e Somplago, in provincia di Udine. Ma l’affidamento della sorveglianza a figure diverse da quella del guardiadighe non riguarda solo la nostra regione. Si tratta di un meccanismo applicato anche in Sardegna e, parrebbe, in altre regioni”.

“Per questo – ricorda l’on. Luca Sut – di recente ho presentato un’interrogazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma ragioniamo anche sulla proposta di individuare una norma che regolamenti il servizio di vigilanza delle dighe”.

L’obiettivo – conclude – è sollevare l’attenzione istituzionale su un ciò che riteniamo essere un problema per le sorti occupazionali dei lavoratori coinvolti e per la sicurezza dei territori. Istanze di primo piano che non vanno barattate con nessuna altra logica”.

 

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