Ecosistema Urbano: i capoluoghi del FVG perdono posizioni nella classifica della sostenibilità

Udine – Legambiente con l’istituto di ricerca Ambiente Italia e con la collaborazione de Il Sole 24 Ore ha redatto la 29ª edizione del rapporto “Ecosistema Urbano” che traccia la fotografia delle prestazioni ambientali del Paese attraverso una analisi dei dati dei capoluoghi di provincia. Il report è stato presentato a Roma il 7 novembre.

La performance dei capoluoghi del FVG

Il nuovo rapporto sullo stato di salute delle nostre città interviene dopo il lockdown del 2020 e segnala in modo evidente l’assenza di una inversione di tendenza e di una vera e propria svolta nelle politiche urbane che pur erano state invocate e previste durante la pandemia.

Analizzando i risultati della classifica di Ecosistema Urbano troviamo la conferma di Pordenone ai vertici della classifica anche se in questa edizione perde ulteriori due posizioni e si colloca al 7° posto con un punteggio di 72,0% (era 73,30% nel 2020) invertendo la crescita degli ultimi anni.

Anche Trieste perde tre posizioni e scende dal 12° al 15° posto (lieve calo nel punteggio da 65,25% a 64,82%). Arretra anche Udine dal 13° al 18° posto con una perdita di 1,56 punti (negli ultimi cinque anni è scivolata dalla 18ª posizione all’attuale 12ª). Gorizia si posiziona 30ª scalando due posizioni con un leggerissimo incremento nel punteggio.

Il commento del referente FVG

Così Mauro D’Odorico, referente per ECOSISTEMA URBANO di Legambiente FVG: “I dati e le relative posizioni nella classifica finale manifestano una situazione di forte rallentamento, di sostanziale staticità che sfiora quasi l’immobilismo, anche se non mancano situazioni virtuose o in progressivo miglioramento, nella programmazione e attuazione di politiche urbane in grado di affrontare e superare la crisi climatica/ambientale e quella economica/sociale (oltre alla crisi sanitaria) attraverso un cambio di passo e di prospettiva”.

Le città devono essere i motori del cambiamento con una serie di azioni che vanno attuate ora.
Anche in questa edizione nessuna delle città regionali ha ottenuto il punteggio addizionale che viene assegnato a chi introduce politiche innovative e gestione efficiente delle risorse nell’ambito del recupero e gestione acque, del ciclo dei rifiuti, dell’efficienza di gestione del trasporto pubblico e del modal share.

“Se confrontiamo i dati, in chiaroscuro, della qualità dell’aria fatti registrare dalle città regionali (peggioramento del biossido di azoto, miglioramento dei valori del particolato fine e permanenza della criticità relativa all’ozono) con l’obiettivo dell’Agenda ONU 2030 di “Entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti”, comprendiamo quanta strada si debba ancora fare per assicurare il miglioramento della salute (in termini soprattutto di prevenzione) della popolazione più vulnerabile e la riduzione delle disuguaglianze”.

“Se pensiamo al crollo del numero di passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico, registrato nel 2020 in tutte le città a seguito del lockdown, che si accentua fortemente anche nel 2021, in particolare nelle piccole città, e lo confrontiamo con la leggera crescita del valore relativo all’offerta ciclabile ci rendiamo conto della necessità di introdurre fin da subito forti elementi di innovazione per la riorganizzazione spaziale e funzionale delle città sostenuta dal rilancio del trasporto pubblico, a emissioni zero, accompagnato da politiche di mobilità sostenibile”.

Il commento di Sandro Cargnelutti, presidente Legambiente FVG

“Oggi le città devono diventare laboratorio per la giusta transizione ecologica. Devono mettere in campo   soluzioni per migliorare la qualità ambientale, l’uso efficiente e circolare delle risorse, la mitigazione e l’adattamento al riscaldamento globale con una costante attenzione alle fasce deboli della popolazione (es. in povertà energetica)” ha detto in conclusione Sandro Cargnelutti, Presidente Regionale.

“Gli esiti di ecosistema urbano evidenziano che questo processo in Regione, procede in modo lento e non sempre coerente e sinergico con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Ad esempio nelle città non stanno crescendo ne le aree pedonali, ne le superfici a verde (aumenta la densità delle piante negli spazi già presenti). Tutto questo può significare che erodere spazi alle auto, migliorando la qualità dell’aria e la vivibilità delle persone è un processo ancora poco affrontato”.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi