Gruppo Cimolai in forte difficoltà finanziaria per operazioni in valuta, a febbraio piano di ristrutturazione

Pordenone – Il gruppo Cimolai, attività industriale pordenonese specializzata nella progettazione, costruzione e posa in opera di strutture metalliche, ha chiuso il 2021 con un fatturato di 400 milioni di euro e un portafoglio ordini di oltre 800 milioni di euro.

Nonostante i risultati economici postivi, la società è entrata in difficoltà finanziaria nel corso del 2022 a causa di significative esposizioni a derivati sul cambio euro/dollaro (al 30 novembre 2022 registrava perdite di oltre 240 milioni di euro).

Cimolai, assistita da Lazard, finora ha sempre sostenuto di voler proseguire nella ricapitalizzazione del Gruppo.

Nel frattempo, il gruppo Macquarie, come riportano Bloomberg e Milano Finanza, il 14 dicembre scorso si è rivolto all’autorità giudiziaria londinese sostenendo di essere in perdita per 49 milioni di dollari dopo che l’azienda presieduta da Luigi Cimolai da settembre ha interrotto i pagamenti legati alle transazioni.

Secondo la stampa economica, altri soggetti hanno già avviato iniziative simili e altri ancora si apprestano a farlo. Tra i soggetti che hanno presentato richieste analoghe a Londra sono Jb Drax Honore, Ebury Partners, Ballinger & Co. e Gps Capital Markets, e l’importo complessivo dovrebbe aggirarsi attorno ai 34 milioni di dollari; Deutsche Bank, NatWest e Morgan Stanley potrebbero essere i prossimi ad adire le vie legali.

Alcune imprese peraltro si stanno muovendo per valutare l’acquisizione delle attività dell’azienda friulana.

Webuild, big italiano delle costruzioni e dell’ingegneria, sarebbe tra le società potenzialmente interessate agli asset di Cimolai.

A quanto si apprende, Webuild si sarebbe rivolto alla banca Intesa Sanpaolo per farsi assistere nello studio di un piano di azione da attuare dopo l’ammissione alla procedura di concordato in continuità. Cimolai ha tempo fino al 20 febbraio per presentare un piano di ristrutturazione.

Si starebbero muovendo anche Pizzarotti, general contractor parmense e l’altro grande operatore infrastrutturale Rizzani de Eccher di Pozzuolo del Friuli (Udine). Altre indiscrezioni giornalistiche indicano anche il gruppo francese Vinci tra i potenziali interessati.

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