I documenti di Giulio Regeni sono in possesso degli inquirenti italiani

Roma – I documenti di Giulio Regeni sono in possesso degli inquirenti italiani. Si tratta del passaporto e due tessere universitarie, consegnati dalle autorità egiziane assieme ad una serie di oggetti che, secondo gli investigatori egiziani, appartenevano al ricercatore sequestrato e ucciso al Cairo nel 2016. Gli oggetti furono sequestrati alla banda di presunti killer, cinque criminali comuni uccisi in Egitto il 24 marzo di quattro anni fa.

I cinque furono fatti passare dall’autorità locali come gli autori dell’omicidio di Regeni in quello che per gli investigatori italiani è stato, invece, un tentativo di depistaggio.

Gli oggetti sono quelli mostrati in alcune foto dopo il blitz ai danni dei cinque malviventi: oltre al passaporto di Giulio e le tessere di riconoscimento dell’università di Cambridge e dell’università americana del Cairo anche alcuni presunti effetti personali come un marsupio rosso con lo scudetto dell’Italia, alcuni occhiali da sole (di cui due modelli da donna), un cellulare, un pezzo di hashish, un orologio, un bancomat e due borselli neri.

In passato i genitori di Giulio, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini, hanno compiuto una perizia sulle foto da cui è emerso che solo i documenti di riconoscimento sono del ricercatore mentre l’altro materiale, come ad esempio gli occhiali da donna e la droga, era forse funzionale ad avvalorare la falsa pista dell’omicidio a sfondo omosessuale. Non è escluso che i genitori di Giulio vengano convocati a breve per effettuare un nuovo riconoscimento degli oggetti giunti dal Cairo nelle scorse ore.

Dal Cairo negli anni sono arrivate promesse di collaborazione ma non è mai stata presa in considerazione l’ultima rogatoria dei pm, datata 29 aprile 2019, in cui il capo della procura romana, Giuseppe Pignatone, e il pm Sergio Colaiocco, avevano iscritto nel registro degli indagati cinque ufficiali dei servizi egiziani, accusati di concorso in sequestro di persona: il generale Sabir Tareq, il maggiore Magdi Abdlaal Sharif, il capitano Osan Helmy con il suo stretto collaboratore Mhamoud Najem e il colonnello Ather Kamal. Tutti ufficiali del Dipartimento di sicurezza nazionale e dell’Ufficio investigativo del Cairo e ritenuti responsabili del rapimento di Giulio Regeni.

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