Il “Ciclope” di e con Valentino Pagliei al Teatro dei Fabbri di Trieste per la rassegna di teatro contemporaneo

Trieste – Dopo il successo estivo, in occasione dell’edizione triestina 2022 del Bloomsday, torna “Ciclope” di e con Valentino Pagliei, il 16 e il 17 febbraio alle ore 20.30 al Teatro dei Fabbri di Trieste per AiFabbri2, la rassegna di teatro contemporaneo de La Contrada.

Una rêverie per luce, voce e contrabbasso dell’episodio – tratto dal 12° capitolo dell’Ulisse di James Joyce – in cui Joyce, in questo caso Valentino Pagliei, ci costringe interrogandoci magistralmente su Politica e Religioni. Una riscrittura, che stimola e provoca costantemente nello spettatore un training meditativo, esercitato da Pagliei con un flusso di coscienza ritmato e reso psichedelico  dalle proiezioni live della Visual Artist Goga Mason.
Cinquantacinque minuti di una messinscena, sintetizzata  per l’episodio delle esagerazioni. Uno dei più lunghi dell’ “Ulisse” di Joyce, cosí percepito per gli elenchi enCiclopedici, volutamente estenuanti, gli eccessi nel parlare, nel bere, nel descrivere, nell’estremismo delle opinioni, nelle evocazioni di epopee.

«È l’episodio degli accecamenti falliti, all’inizio e alla fine», commenta Pagliei. «All’inizio rischiamo di perdere il narratore, dunque tutto il racconto, a causa del punzone di uno spazzacamino che cammina per strada; alla fine l’intollerante protagonista, “il Cittadino”, non riuscirà a colpire il “libero Bloom in libera Irlanda”. Come a dire: occhio! Perdere la lucidità e il senno è la costante. Sventata la cecità fisica più difficoltoso sarà evitare la cecità morale, storica e civile. Occorre allenarsi a schivare i persistenti tentativi di depistaggio, proteggere e decodificare quelle sensazioni di distorto, di marcio, di ipnotico che ci assalgono davanti a na(rra)zioni perfette, a guerre “giuste”». «Vedrete un attore che scompare», spiega Pagliei, «perché su di me vengono proiettate le grafiche di Goga, animate anche con un algoritmo che ascolta la voce e la musica e altera in diretta i suoi disegni».

Tutto, insomma, ruota intorno alla metafora della visione “ciclopica”, quindi parziale, dovuta all’ebbrezza data dall’ideologia, politica sociale o religiosa. E quando a Polifemo, “il Cittadino”, viene a mancare il giusto logos per indirizzare i rinforzi, non resta che il futile ricorso ai muscoli del furore e alla balistica: «Triste automatismo di chiunque si renda privo di un logos appropriato», dice Pagliei.

«È per disarmare questo destino che abbiamo scelto di riproporre la nostra fantasmagorica riduzione del 12° episodio dell’ “Ulisse”, un estratto di Ciclope che tratta di politica e di religione, che ci interroga su identità, guerre d’indipendenza (da sé stessi), confini politici e spirituali. Insomma vedremo come il molto (dina-)mite Bloom (Boom!) sarà l’innesco del tellurico finale. I temi di questo capitolo si sorreggono ad appositi sostantivi: corpo ebbro, corpo mistico, corpo politico. A caccia di senso scopriremo quanto il fanatico Cittadino (novello ciclope privo di ampie vedute), a caccia di consenso, abbia tutto tranne che modi urbani: un vero “Tavernicolo” da Guinness dei primati».

Produzione La Contrada da una prima commissione del Museo Joyce Trieste e Riccardo Cepach.
Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), presso TicketPoint (Corso Italia, 6/c • tel. 040.3498276), sulla App gratuita della Contrada e on line sui siti contrada.it e vivaticket.it.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi