La Polizia rintraccia 76 migranti in Carso. Botta e risposta tra assessore e ICS onlus

Treste – La Polizia di frontiera ha rintracciato a Basovizza, Trebiciano e bivio ad H tre gruppi di migranti, all’inizio segnalati per un totale di 160 persone. Con una successiva comunicazione è giunta invece la notizia che il numero preciso era di 76. Tra questi, anche gruppi famigliari, di nazionalità afghana, pakistana e bengalese. Come di consueto si sono svolte le operazioni di fotosegnalamento presso più strutture della Polizia di Stato.

Assessore Roberti: situazione insostenibile

“Il rintraccio di 160 irregolari al confine italosloveno è la riprova di una situazione insostenibile: dopo sacrifici inenarrabili della popolazione del Friuli Venezia Giulia per raggiungere la zona bianca, questi arrivi rischiano di accendere nuovi focolai – ha affermato l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti. – Il Ministro dell’Interno riattivi le pattuglie italoslovene e i respingimenti: ognuno si assuma le proprie responsabilità. Basta proclami che non hanno seguito”,

“I report confezionati dalle associazioni che di immigrazione vivono dicono che non ci sono problemi – ha concluso l’assessore regionale -, ma noi siamo sul territorio e sappiamo qual è la situazione e quali sono i rischi di comportamenti acquiescenti all’illegalità e all’insicurezza. Buon viaggio alle carovane, nel senso di andarsene proprio, con il loro bagaglio di spot: è chi rimane qui che si ritrova con il rischio – serio e vero, quello sì – di recrudescenza sanitaria e instabilità sociale”.

Consorzio italiano di solidarietà: in assenza di argomenti, si evocano “immigrati-untori”

“Casi Covid arrivati dalla rotta balcanica? Confermo e smentisco nello stesso tempo, nel senso che il numero di casi è ridottissimo. Può sempre accadere che ci siano dei casi positivi, perché i tamponi vengono fatti a tutti sistematicamente all’ingresso, e quindi vengono rilevati eventualmente. Nulla di assolutamente anomalo”.

Lo sottolinea all’agenzia di stampa Dire Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà di Trieste, onlus che insieme alla Caritas triestina gestisce la totalità dell’accoglienza straordinaria dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica sul territorio provinciale. In questo sistema sono inclusi due centri per l’isolamento fiduciario iniziale dei richiedenti asilo dotati di luoghi per la quarantena obbligatoria e controllata per i casi positivi.

Le considerazioni espresse oggi dai vertici della Regione Friuli Venezia Giulia sul pericolo sanitario rappresentato dai migranti, secondo Schiavone sono “la solita cosa che, in assenza di ogni altro argomento, viene richiamata. Cioè la vicenda degli immigrati-untori si ripete ciclicamente, ed è piuttosto scadente”, osserva. E conclude: “Complessivamente noi abbiamo avuto pochissimi casi e ci sono dei momenti in cui si possono concentrare. Ma non ci sono epidemie in corso, né situazioni fuori controllo, né nulla di quell’immaginario”.

Il Report di Save the Children

Raccontano di essere stati derubati, picchiati, denudati in Croazia, detenuti e sottoposti a violenze in Bulgaria: sono i migranti minori non accompagnati che arrivano in Fvg dalla rotta balcanica a piedi o a bordo di camion. E in tutta la regione gli arrivi di migranti sono in crescita, tanto che nei primi 4 mesi del 2021 si registra un aumento dei flussi già del 20% rispetto allo stesso periodo del 2020.
I dati e le testimonianze sono stati raccolti dall’organizzazione internazionale Save the Children nel suo nuovo rapporto “Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa”, curato dal giornalista Daniele Biella, con il fotoreporter Alessio Romenzi.

Nel 2020 sono state effettuate verso la Slovenia 301 riammissioni dalla provincia di Gorizia e 1.000 dalla provincia di Trieste e tra queste potrebbero esserci diversi minori, fa sapere Save the Children. Queste “riammissioni” hanno determinato dalla seconda metà del 2020 un cambiamento del flusso in entrata in Fvg: i passeur hanno iniziato a portare gruppi di persone migranti più a nord e nell’entroterra, nei dintorni di Udine.

“Da allora quella zona è molto coinvolta negli arrivi e il 19 maggio 2021 – si legge nel rapporto – il team di Save the Children ha constatato l’arrivo di più di 100 persone solo nella notte precedente”. I minorenni soli, in particolare gli afghani e i pakistani, spesso si allontanano dopo poco tempo dalle strutture di accoglienza per proseguire il loro viaggio. In Fvg, seconda regione italiana per presenza di minori stranieri accolti dopo la Sicilia, nel solo mese di aprile scorso 24 minori hanno lasciato volontariamente le strutture per raggiungere il confine tra Italia e Francia.

Tra le testimonianze raccolte, quella di Abdel, appena maggiorenne arrivato l’anno scorso in Italia attraverso i Balcani. “Settimane di cammino e mesi di attesa, preoccupazione, paura – racconta il ragazzo a Save the Children – fino a quando si sbuca dai boschi della Slovenia a Trieste, nel paesino di Dolina, lungo la ciclabile della Val Rosandra, a Basovizza, o nella miriade di altri luoghi del Carso lungo i 232 chilometri di confine con l’Italia”.

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