L’agricoltura e i cambiamenti climatici: convegno di Coldiretti FVG dopo uno degli inverni più caldi d’Europa

Udine – L’agricoltura e i cambiamenti climatici. È il titolo del convegno promosso da Coldiretti del Friuli Venezia Giulia in Sala Ajace a Udine, lunedì 20 marzo a partire dalle 10.30.

«Le previsioni non sono positive – spiega il direttore regionale della Coldiretti Cesare Magalini –. Il convegno vuole approfondire queste tematiche in una regione che pure negli ultimi mesi ha vissuto lunghi periodi di siccità. Ad oggi stiamo riscontrando una situazione difficile che segue un 2022 critico per carenza di precipitazioni».

L’incontro sarà aperto dai saluti del delegato confederale Coldiretti Fvg Giovanni Benedetti, del sindaco di Udine Pietro Fontanini, del consigliere regionale Alberto Budai e dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier.

Moderati dal direttore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini, seguiranno gli interventi di Rosanna Clocchiatti, presidente dell’associazione Consorzi di Bonifica Fvg, Angela Bortoluzzi, presidente Condifesa Fvg, Anna Turato, delegata regionale Giovani Impresa Fvg. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga.

Nel 2023 il 2° inverno più caldo in Europa

Il cambiamento climatico – è l’allarme di Coldiretti – è sotto i nostri occhi. L’inverno 2023 è dal punto di vista climatologico il secondo più caldo mai registrato prima in Europa con una temperatura superiore di 1,44°C rispetto alla media della stagione 1991-2020.

Così segnala Coldiretti sulla base dei dati del sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) che evidenzia anomalie del clima nei diversi Paesi del Vecchio Continente.

In tutta Europa le temperature sulla terraferma dell’inverno e del 2022/2023 sono state prevalentemente superiori alla media con valori molto più alti nell’Europa orientale e nel nord dei paesi nordici ma anche in quelli del Mediterraneo.

Una situazione che è stata accompagnata da scarse precipitazioni con l’allarme siccità esteso a tutta Europa che impatta sulle produzioni agricole come in Francia, dove con le alte temperature crescono le difficoltà per le produzioni di fiori da destinare ai raffinati profumi, alla Spagna dove per la mancanza di precipitazioni non ci sono le ghiande per alimentare i maiali destinati al prelibato Pata negra. Ma a soffrire sono  anche le esportazioni di ortofrutta.

La stagione nel suo complesso è stata anche notevolmente più calda della media nell’est degli Stati Uniti, su gran parte del Canada orientale, dell’Alaska, dell’Africa settentrionale, del Medio Oriente, dell’Asia centrale, del Sud America meridionale e di parti dell’Antartide. In Argentina si registra una preoccupante siccità che rischia di dimezzare i raccolti di soia e mais con un pesante impatto sul commercio internazionale.

Un allarme che riguarda anche l’Italia, dove la mancanza d’acqua rischia di aggravare la dipendenza dall’estero di componenti fondamentali per la dieta degli animali di allevamento.

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