Lavoro, in Friuli Venezia Giulia 15.500 assunzioni in più nel primo semestre


FVG – Nel primo semestre del 2021 il numero di nuovi rapporti di lavoro dipendente attivati in Friuli Venezia Giulia nel settore privato (esclusa l’agricoltura) è aumentato del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (15.500 unità in più).

L’incremento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, con una maggiore intensità per le assunzioni a termine (+30,5%), in somministrazione (+44,6%) e stagionali (+48,4%). Lo rende noto il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati Inps.

Le assunzioni sono in forte ripresa a partire da marzo

Dopo un primo bimestre ancora contrassegnato da una tendenza negativa, infatti, i flussi in ingresso nel mercato del lavoro hanno cominciato ad intensificarsi a partire da marzo, per poi superare anche i livelli del 2019 nel periodo maggio-giugno, in corrispondenza dell’attenuarsi delle misure restrittive legata alla pandemia da Covid-19, che per alcune attività economiche sono state particolarmente pesanti.

Stabili le cessazioni dei rapporti di lavoro

Nella prima parte del 2021 le interruzioni dei rapporti di lavoro presentano una sostanziale stabilità, facendo registrare un incremento minimo (+1,2% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente). Tale dinamica è il risultato della crescita delle interruzioni di contratti a tempo indeterminato (+19%), di apprendistato (+19,9%) e in somministrazione (+15,7%), bilanciata dalle diminuzioni osservate per i contratti a termine (-11,7%); intermittenti (-17,1%) e stagionali (-16,9%).

Per quanto concerne le motivazioni delle cessazioni, è interessante notare il notevole incremento delle dimissioni dei lavoratori (oltre 5.300 unità in più, pari a +40%). Questo andamento potrebbe riflettere la fase ripresa del mercato del lavoro, che produce maggiori opportunità di cambiare impiego. Si può rilevare anche un aumento dei licenziamenti di natura disciplinare (+324, pari a +38,3%) e delle risoluzioni consensuali (+233, pari a +88,9%).

Al contrario le cessazioni di natura economica presentano una significativa contrazione (-29,5%), soprattutto per effetto del blocco dei licenziamenti introdotto dal Governo con il Decreto del 17 marzo “Cura Italia”, successivamente prorogato e ancora vigente nella prima parte di quest’anno. I licenziamenti di natura economica comprendono quelli avvenuti per giustificato motivo oggettivo, licenziamento collettivo, per esodo incentivato, cambio appalto o interruzione di rapporti di lavoro nel settore edile per completamento dell’attività e chiusura di cantiere.

Nei primi sei mesi di quest’anno è infine sensibilmente diminuito il numero di variazioni contrattuali (-20,5%); principalmente si tratta di passaggi da rapporti a tempo determinato a indeterminato.

Il bonus baby sitting

L’introduzione del cosiddetto bonus baby-sitting, la cui erogazione avviene tramite il Libretto Famiglia, aveva comportato un enorme incremento di questa tipologia di lavoro occasionale, in particolare nel periodo marzo-agosto dell’anno scorso. Tale misura era stata introdotta per fare fronte all’aumento dei carichi familiari a seguito della chiusura generalizzata delle scuole. Nei primi sette mesi di quest’anno tale fenomeno si è fortemente ridimensionato, tanto che le ore di lavoro occasionale retribuite mediante il Libretto Famiglia sono diminuite dell’89,3%.

Si ricorda che possono fare ricorso alle prestazioni di lavoro occasionale tramite il Libretto Famiglia soltanto le persone fisiche, per remunerare: 1) lavori domestici, inclusi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione; 2) assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità; 3) insegnamento privato supplementare; 4) acquisto di servizi per l’infanzia; 5) steward negli impianti sportivi; 6) bonus baby-sitting (decreto Cura Italia 2020, art. 23, art. 25) e dall’articolo 72 del DL n. 34/2020 (decreto “Rilancio”).

Il ricorso agli ammortizzatori sociali

A riprova della fase di ripresa in atto si può osservare un dimezzamento del ricorso alla cassa integrazione guadagni nei primi otto mesi del 2021 (-47,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), che ha riguardato tutto il territorio regionale. Anche le ore autorizzate nell’ambito dei Fondi di solidarietà presentano una flessione (-24,9%, sempre nel periodo gennaio-agosto).

Le aperture di Partite Iva

Nei primi sei mesi del 2021 in regione sono state aperte più di 6.400 Partite Iva, con un aumento del 60,7% rispetto al primo semestre del 2020, contrassegnato dalla fase più restrittiva dell’emergenza pandemica. Si tratta dell’incremento percentuale più elevato tra le regioni italiane, doppio rispetto a quello complessivo nazionale (+30,1%). Tale dinamica è stata fortemente sostenuta in provincia di Gorizia, che presenta la crescita maggiore tra tutte le provincie italiane (+317,2%).

(Foto Pixabay)

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