Maxi giro di prostituzione a Pordenone, Udine e Trieste: sgominata banda thailandese

Pordenone – La Squadra Mobile della Questura di Pordenone nella mattinata del 21 agosto ha concluso una vasta operazione contro l’introduzione dal Sud-Est asiatico di giovani ragazze e transessuali che venivano avviati alla prostituzione in case di appuntamenti: due nel comune di Pordenone, una a Udine ed una Trieste.

In seguito alle dettagliate indagini svolte dalla Squadra Mobile, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone ha richiesto provvedimenti cautelari al G.I.P. del Tribunale: sono stati eseguiti 7 arresti domiciliari per sei cittadini thailandesi, due uomini e quattro donne e nei confronti di un cittadino italiano.

Sono stati apposti i sigilli a quattro appartamenti utilizzati come case di appuntamenti: due a Pordenone, in viale della Libertà ed in via A. Negri, una a Udine in via Ferrari ed una a Trieste in via Vittoria.

Le indagini hanno consentito di identificare ben 10 giovani ragazze thailandesi ed alcuni transessuali i quali venivano sfruttati sessualmente, accertando un volume d’affari per centinaia di migliaia di euro, parte dei quali attraverso agenzie di “money transfer” venivano inviati in Thailandia ai complici reclutatori.

Le vittime venivano fatte prostituire negli appartamenti dalle 10.30 del mattino all’una di notte, con prestazioni che variavano, a seconda del tipo, dai 70 euro ai 150 euro, assicurando introiti pari a circa 1.000 euro al giorno per ogni appartamento.

Dale indagini è emerso come gli indagati, a vario titolo, reclutassero in Thailandia le giovani da avviare alla prostituzione “indoor”, procurando loro la documentazione ed i biglietti aerei per farle giungere in Europa con un visto turistico rilasciato dalle autorità thailandesi e talvolta da quelle cambogiane.

Una volta giunte in Europa, l’organizzazione prendeva in carico le ragazze, nel caso in esame, tre giunte dalla Thailandia rispettivamente in Finlandia, Spagna e Svizzera, accompagnandole negli appartamenti del Friuli Venezia Giulia, dove erano confinate.

La banda di sfruttatori, dopo aver reclutato e trasportato le ragazze, curava la pubblicità dell’attività prostitutiva in siti internet specializzati in incontri a “luci rosse” curando la predisposizione di “book” fotografici ritraenti le ragazze in “vendita”.

Attente ed articolate le modalità di approccio con i clienti: nel sito internet erano indicate le utenze telefoniche da contattare alle quali rispondevano gli indagati, che indirizzavano la clientela, a seconda della loro provenienza, in uno dei quattro appartamenti.

Quindi i clienti, una volta raggiunta la città, ricontattavano l’utenza cellulare, attraverso la quale veniva loro comunicato l’indirizzo e l’orario in cui presentarsi.

Il terzo e decisivo “step” prevedeva un ulteriore e definitivo contatto telefonico, nel corso del quale veniva fornito il numero del piano ed il campanello a cui suonare.

Una volta entrato, ricevuto dalla ragazza, il cliente consegnava l’importo relativo alla prestazione sessuale concordata, che immediatamente la giovane consegnava agli sfruttatori presenti in un’altra stanza.

La banda, oltre a reclutare e alloggiare le ragazze e curare i siti internet a “luci rosse”, provvedeva anche alla gestione delle necessità di vita delle giovani, facendosi carico della spesa alimentare, delle sigarette, dei medicinali, dei profilattici, anticontraccettivi e necessità varie.

Le indagini sono state avviate circa un anno e mezzo fa prendendo spunto da una segnalazione pervenuta in Questura, che faceva sospettare l’esistenza di un ampio e ben collaudato sistema prostitutivo transnazionale con base a Pordenone operante con la Thailandia e la Cambogia.

Il blitz coordinato dalla Squadra Mobile della Questura di Pordenone, è scattato nella serata di ieri lunedì 20 agosto contestualmente anche nelle città di Trieste e Udine, in collaborazione con le rispettive Squadra Mobili e con l’intervento di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Veneto” della Polizia di Stato di Padova.

Al termine del “blitz” le ragazze sono state accompagnate presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Pordenone la cui posizione è al vaglio per l’adozione di eventuali e conseguenti provvedimenti di natura amministrativa.

Per i profili di interesse è stato, altresì, attivato il Compartimento Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia per l’oscuramento degli individuati siti internet specializzati per gli incontri a “luci rosse” risultanti essere strumentali alla pubblicità della prostituzione “indoor”.

Le persone indagate a vario titolo in ordine ai reati di favoreggiamento dell’ingresso clandestino nel territorio nazionale, della direzione e amministrazione di case di prostituzione e della induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione sono:

S.S., cittadino thailandese, di anni 26, regolarmente soggiornante in Italia;
S.P., cittadina thailandese, di anni 45, regolarmente soggiornante in Italia;
S.S., cittadina thailandese, di anni 60, regolarmente soggiornante in Italia;
K.T., cittadino thailandese, di anni 39 irregolare nel territorio nazionale;
M.N., cittadina thailandese, di anni 44, regolarmente soggiornante in Italia;
M.P., cittadina thailandese, di anni 38, regolarmente soggiornante in Italia;
L.P., di anni 64; cittadino italiano, residente a Pordenone.

Dalle perquisizioni e dai sequestri effettuati a carico degli indagati e nelle abitazioni dagli stessi deputate ed utilizzate per favorire e sfruttare la prostituzione delle giovani reclutate in Thailandia, è stato rinvenuto e sequestrato, ad ulteriore riscontro probatorio, svariato materiale: oltre 40 telefoni cellulari, circa 18.000 euro in contanti, circa 200 preservativi, biglietti aerei e prenotazioni alberghiere.

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