Maxi truffa a enti pubblici: impresa ottiene oltre 3,6 milioni con falsa documentazione

Pordenone – La Guardia di Finanza di Pordenone ha scoperto una truffa nell’ambito dei finanziamenti pubblici alle imprese eseguendo confische per 112mila euro e bloccando l’erogazione di ulteriori contributi per 1,76 milioni di euro, già concessi ma non ancora liquidati.

La maxi truffa è stata posta in essere da una società pordenonese e il suo legale rappresentate che hanno ottenuto, indebitamente, un totale di 1.87 milioni di contributi pubblici dalla Regione, dalla Camera di Commercio di Udine e Pordenone e dal Centro Assistenza Tecnica alle imprese Artigiane Fvg di Trieste.

I finanziamenti, gravanti su risorse dell’Unione Europea e della Regione, erano finalizzati all’incentivazione di attività orientate al commercio elettronico, alla ricerca industriale e all’innovazione, al miglioramento ambientale e delle condizioni dei luoghi di lavoro e allo sviluppo e al rafforzamento del tessuto produttivo.

Il provvedimento di confisca ha tratto origine da indagini di Polizia Giudiziaria, delegate dalla Procura al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, nel corso delle quali era stato appurato che i fondi richiesti, in parte già erogati, erano stati concessi nonostante l’assenza dei requisiti da parte del beneficiario.

La società, infatti, aveva presentato documenti giustificativi delle spese sostanzialmente inveritieri, derivanti da fatturazioni “di comodo” a opera di altre aziende, riconducibili al medesimo nucleo familiare dell’imprenditore.

Per rendere sterili – da un punto di vista fiscale – tali inesistenti operazioni commerciali, la società “ri-fatturava” le stesse prestazioni commerciali con altre aziende collegate, mantenendo, però, tramite tale “scambio”, la disponibilità dei documenti giustificativi dei costi da presentare agli Enti Pubblici.

Il rappresentante legale della società, indagato per truffa aggravata nel conseguimento di erogazioni pubbliche, ha immediatamente patteggiato la pena; contestualmente è stata disposta la confisca di 112.600 euro (sui contributi già erogati) a carico di una unità immobiliare e di disponibilità bancarie.

Nel corso delle indagini le Fiamme gialle pordenonesi hanno inoltre scoperto che un’ulteriore cospicua parte dei finanziamenti, ottenuti con procedure illecite, non erano ancora stati erogati.

Il tempestivo scambio informativo, autorizzato dalla Procura di Pordenone, tra la Guardia di Finanza e i responsabili delle pubbliche Amministrazioni, ha permesso, quindi, di fermare l’accredito di ulteriori finanziamenti per complessivi 1.762.011 euro.

L’Autorità giudiziaria civile, alla quale la società beneficiaria dei finanziamenti aveva fatto istanza contro la decisione di revoca, ha confermato la legittimità dei provvedimenti con contestuale risparmio di spesa nei bilanci pubblici.

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