Mazzata per l’economia della montagna: gli impianti di risalita restano chiusi fino al 5 marzo

Roma – Alla vigilia della programmata riapertura degli impianti di risalita, già slittata da metà gennaio al 15 febbraio, arriva la mazzata: il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del DPCM 14 gennaio 2021.

“Il Governo – ha detto Speranza – si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori”.

Per il Comitato tecnico scientifico il rischio è troppo elevato: alla luce delle mutate condizioni epidemiologiche dovute alla diffusa circolazione delle varianti virali del virus, “allo stato attuale – scrive il Cts – non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”.

Di qui la richiesta del Comitato di “rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura degli impianti”, “rimandando al decisore politico la valutazione relativa all’adozione di eventuali misure più rigorose”.

Dal canto suo il consigliere del ministro della Salute aveva detto che è “urgente cambiare subito la strategia di contrasto al virus SarsCov2: è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata.Inoltre va potenziato il tracciamento e rafforzata la campagna vaccinale”.

“È evidente – avverte – che la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno”.

Dure le reazioni dei rappresentanti del comparto turistico. “Per l’economia delle Regioni è una mazzata all’ultimo secondo – ha detto il Coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario –  perché dopo due rinvii arriva un altro stop.

“Le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma si rispegne una macchina che si era messa in moto nel rispetto delle regole”.

Le richieste del governatore del FVG

“Chiediamo al nuovo Governo di cambiare sistema perché evidentemente questo è un risultato fallimentare vista la decisione dell’ultimo momento che riguarda gli impianti da sci”.

Lo afferma il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in merito alla decisione del ministro della Salute Roberto Speranza di bloccare l’attività degli impianti fino al 5 marzo.

“Già la settimana scorsa – prosegue Fedriga – si conosceva la situazione pandemica e bisognava avvisare quindi con il dovuto anticipo operatori e lavoratori del settore della montagna e non far pagare un’ulteriore perdita per quanto riguarda l’organizzazione delle riaperture. Un danno che si somma alla perdita che c’è già stata e che ci sarà”.

Fedriga indica come “necessaria” una ristrutturazione dell’organizzazione del Comitato tecnico scientifico, “perché – rincara – non ci possiamo trovare ancora in questa situazione: in mezzo a questa indecisione a rimetterci sono le imprese e i lavoratori”.

“Siamo consapevoli – prosegue il governatore – che il Governo si è insediato ieri ma il Cts era operativo e poteva prendere una decisione molto prima, come già accaduto per esempio per la questione degli spostamenti tra regioni nel precedente Governo”.

“Ora – conclude Fedriga – servono indennizzi veri e non i ristori che abbiamo conosciuto fino ad adesso: ringrazio i ministri Giorgetti e Garavaglia che vogliono andare proprio in questa direzione”.

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