Presentato dal Garante FVG il Secondo Rapporto regionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Trieste – In occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, in data 10 dicembre, il Garante regionale dei diritti della persona Paolo Pittaro, in collaborazione con il Centro per la Salute del Bambino, la Caritas Trieste e l’International Action, ha presentato il Secondo Rapporto regionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Friuli Venezia Giulia “I dati regione per regione 2021” realizzato dal CRC (Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza).

Obiettivo della pubblicazione è quello di offrire una fotografia regionale sui dati riferiti all’infanzia e all’adolescenza per comprendere le condizioni in cui vivono bambini ed adolescenti e migliorare la capacità di tutela e di effettiva promozione dei diritti dell’infanzia.

L’evento, rivolto alle autorità regionali e cittadine ed alle associazioni e organizzazioni che operano nel campo della tutela dei diritti dell’infanzia, si è svolto presso la sala Tessitori del Consiglio regionale a Trieste abbinando la modalità telematica a quella in presenza fisica.

Sette le aree tematiche (dati demografici; protezione; salute e servizi di base; educazione, gioco e attività culturali; ambiente familiare e misure alternative; povertà materiale ed educativa; risorse dedicate a infanzia e adolescenza), ben 164 gli indicatori e 20 le schede regionali messe a confronto con i valori nazionali per uno studio che, come già nel 2018, conferma una preoccupante disomogeneità tra i territori della penisola, ribadendo la necessità di procedere a una raccolta puntuale e sistematica delle informazioni necessarie per programmare interventi efficaci da parte delle Istituzioni.

L’intervento del garante Paolo Pittaro

Il garante Paolo Pittaro, dopo aver portato il saluto del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha ricordato i contenuti complementari suggeriti dal recente incontro formativo su “Infanzia e adolescenza ai tempi del Coronavirus. Caratteristiche comportamentali ed esigenze educative”, aggiungendo l’importanza “di affrontare questi temi proprio in una data importante come l’anniversario della proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni unite della Dichiarazione universale dei Diritti umani, nel trentennale della ratifica in Italia della Convenzione internazionale Onu dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”.

Pittaro ha anche invitato a “una lettura soggettiva dei dati presentati, che ognuno può valutare nell’ambito di sua competenza come un mosaico che affascina complessivamente, ma dove ogni singola tessera merita attenzione. Il Fvg, su alcuni punti, vive ancora in una situazione di eccellenza, soprattutto a livello sanitario, ma è necessario partire proprio da questa considerazione per effettuare ulteriori passi avanti, evitando di risultare superficiali o autoreferenziali. Esistono infatti indicatori come la mortalità infantile o i minori che non consumano almeno un pasto proteico al giorno che, per quanto bassi, non possono e non devono soddisfare in quanto l’unico obiettivo può essere costituito solo dal loro azzeramento”.

I dati demografici

Il tasso di natalità è del 6,2 per mille (contro il 6,8 nazionale) e una popolazione under 18 di 171.822 soggetti, pari al 14,3% (15,7% in Italia) con un trend in netto calo.

Anche l’indice di povertà relativa è in diminuzione (ammonta a 14,2, contro il 20,4 medio italiano), mentre quello della povertà alimentare si assesta sull’1,1% (2,8%) in una regione dove la spesa dei Comuni per i minori e le famiglie supera del 40% la media nazionale.

Un Fvg, dunque, che investe sull’infanzia ma nel quale, oggi più che mai, è necessario prestare grande attenzione alle sacche di povertà materiale ed educativa (benché la partecipazione alle attività culturali e sportive, 65,6% e 71,1%, anche in questo caso sia di gran lunga superiore rispetto a una media nazionale da 50,1% e 59,8%), all’isolamento delle famiglie (soprattutto dei neogenitori) e alla salute mentale di bimbi e adolescenti.

Gli interventi degli esperti, moderati dalla giornalista Fabiana Martini, hanno preso il via dal resoconto sulle linee generali del Rapporto Crc da parte del presidente del Centro per la Salute del bambino, Giorgio Tamburlini, che ha evidenziato “la positività dei dati sanitari ed educativi regionali, ma anche l’importanza di capirne i motivi e lavorare sempre di anticipo. Soprattutto in una situazione di isolamento, aumentato con la pandemia”.

Nello specifico, a livello di dipendenza tecnologica, i 15enni che passano più di 5 ore al giorno dietro un monitor sono il 6,7% contro il 15% nazionale, mentre l’offerta di servizi educativi da 0 a 3 anni riguarda il 33,7% (26,9%). Tra i 18 e i 24 anni l’8,5% ha solo la licenza media (30,4%), mentre le competenze alfabetiche basse riguardano il 21,1% (30,4%) e quelle numeriche il 21,9% (37,8%).

Vera Pellegrino (responsabile dell’Ufficio studi, formazione e promozione della Caritas Trieste) ha introdotto la distinzione tra povertà relativa, assoluta, alimentare e relazionale, specificando che “aumentano i nuovi poveri e, insieme alle diseguaglianze sociali, soprattutto i nuovi poveri giovani. Molte famiglie sono in difficoltà e si palesa un’assenza di riferimenti certi”.

Sul tema delle adozioni si è invece soffermata Margherita Cipone di International Action, che ha dettagliato riguardo il numero delle coppie che si rendono disponibili per la generosa pratica. “Nell’arco degli ultimi 10 anni – ha detto – 10mila minori hanno usufruito delle adozioni nazionali (100 solo in Fvg), mentre 25mila di quelle internazionali (500 in regione). Tuttavia, il numero è progressivamente calato, anche a causa delle incertezze per il futuro”. Le domande in Fvg sono così scese dalle 237 (16 adozioni) del 2008 alle 122 (4) del 2020 per quelle nazionali e da 85 (56) a 24 (13) per quelle internazionali. La disponibilità, invece, è precipitata dalle 226 del 2013 alle 122 del 2020 per le adozioni nazionali e dalle 89 a 24 per quelle internazionali.

Roberto Benes, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di via Commerciale a Trieste, si è infine soffermato su “come i bambini percepiscono il loro futuro. Quella che possiamo definire generazione alfa, lo ha dimostrato una ricerca condotta per la terza volta da un Osservatorio specifico sulla scuola primaria, ha sempre manifestato ottimismo, fiducia nel domani e nella tecnologia, attenzione per l’ambiente e gli animali. Le caratteristiche emerse durante la pandemia, tuttavia, evidenziano un particolare bisogno di protezione e la riduzione della percezione di autoefficacia, come soggetto attivo che potrà creare un futuro che, ora, vedono solo a breve termine. È quindi necessario ascoltarli e dare loro fiducia”.

(Immagine tratta da www.consiglio.regione.fvg.it/)

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