La primavera anticipata favorisce le zecche. Attenzione nelle zone frequentate da animali selvatici

FVG – L’espansione delle zecche nella nostra regione, come del resto in tutta l’area alpina, è una realtà nota ai frequentatori dei boschi nostrani.

Il motivo della proliferazione è legato soprattutto agli inverni miti che hanno caratterizzato gli ultimi 20 anni.

Il problema del riscaldamento globale

Quando gli inverni sono temperati e le primavere calde, le zecche iniziano in anticipo a cercare gli ospiti su cui nutrirsi. Le estati torride possono causare un’accelerazione del passaggio dallo stadio larvale a quello adulto.

Le zecche superano l’inverno nelle crepe e nelle fessure del suolo e la loro sopravvivenza può essere favorita dalla presenza della neve, che impedisce alla temperatura del terreno di abbassarsi tanto da ucciderle.

Pericoli della zecca

Il morso della zecca può provocare la malattia di Lyme, che può avere complicazioni molto serie. Si tratta di un’infezione causata dalla spirocheta Borrelia.

I sintomi precoci comprendono rash cutaneo eritematoso migrante, che può essere seguito dopo settimane o mesi da alterazioni neurologiche, cardiache o articolari.

La terapia prevede l’utilizzo di antibiotici come doxiciclina o ceftriaxone.

La vaccinazione contro la Meningoencefalite da zecche è gratuita in FVG (rivolgersi al Servizio Sanitario di appartenenza).

Le precauzioni

Anche se sono in corso strategie difensive che riguardano sia la corretta informazione sulle precauzioni da prendere che un efficace presidio del territorio, è importante prestare la massima attenzione quando si va a passeggio.

Gli stadi di sviluppo delle zecche

Le zecche prediligono ambienti umidi e ombreggiati, solitamente al limitare delle boscaglie o ai margini dei sentieri. È quindi una buona strategia camminare al centro del sentiero ed evitare di inoltrarsi nel sottobosco e nell’erba alta, specie dopo la pioggia.

Meglio utilizzare pantaloni lunghi di colore chiaro e calzettoni alti. Si possono anche spruzzare repellenti sui vestiti.

Attenzione perché il maggiore picco di attività del parassita si riscontra tra aprile e giugno, non in piena estate. E le calde ultime giornate invernali sono insidiose proprio perché non ci si aspetta la presenza anticipata delle zecche.

È importante perciò, al termine dell’escursione, controllare attentamente tutto il corpo e, nei giorni successivi, qualsiasi parte della pelle dove si noti una puntura o un arrossamento.

Una raccomandazione fondamentale poi è quella di non abbandonare resti di cibo nelle aree picnic e nei prati per non attirare la fauna selvatica. È quest’ultima infatti il principale veicolo di trasmissione di questi poco simpatici acari, che si nutrono su un’ampia gamma di mammiferi, uccelli, rettili, e non disdegnano gli umani.

(La foto della volpe è di Stefano Savini ©)

 

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