Pronto soccorso, sanità privata a supporto degli ospedali di Udine, San Daniele, Latisana e Palmanova

Udine – Al pronto soccorso di Udine dal 1° marzo e a quelli di San Daniele, Latisana e Palmanova dal 4 marzo, saranno operativi alcuni professionisti di società private per sopperire alla carenza strutturale di medici.

Lo ha reso noto il direttore sanitario dell’Asufc David Turello, aggiungendo che si tratta di una misura di continuità per garantire al personale interno all’azienda la predisposizione dei turni dei riposi e delle ferie.

“Dopo le ultime notizie circa una nuova esternalizzazione a società private relativamente a servizi  forniti presso le strutture dei Pronto soccorso di Udine, San Daniele  e Palmanova, noi come Open Sinistra FVG intendiamo presentare  un’interrogazione all’Assessorato per conoscere – in modo approfondito  – quali attività verranno erogate da questa società e quali siano le motivazioni assunte dalla Direzione per il nuovo affidamento di appalto: dopo un test miseramente fallito di esternalizzazione a privati in merito a servizi di gestione di codici minori nel Pronto soccorso di Udine ci chiediamo con che spirito venga assunta questa  nuova decisione.

Appare ormai molto ondivaga la gestione operativa degli Ospedali del  Friuli Venezia Giulia: occorre provvedere al più presto con la  definizione di un piano strategico per la diretta assunzione di  rinforzi, medici e infermieri, nella Sanità pubblica e di prossimità.  Basta con la privatizzazione dei nostri ospedali!”. Così si è espresso  Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.

“L’assessore Riccardi persegue il suo disegno di privatizzazione del nostro sistema sanitario ed esternalizzazione di interi servizi. Ultimo il caso dei medici al pronto soccorso di Udine, Palmanova e San Daniele, tra i quali lavoreranno anche medici stranieri, come già avvenuto in quello di Latisana”. Lo dichiara in una nota Rosaria Capozzi(M5S), in merito all’appalto per i pronto soccorso della provincia di Udine.

“Pur avendo rispetto delle loro professionalità – prosegue la consigliera di Opposizione – continuiamo a chiedere se ci sia una effettiva equipollenza dei titoli e delle competenze rispetto ai nostri professionisti. Temiamo un controllo meno accurato sui titoli. Facendo un’ulteriore valutazione, il reclutamento di medici stranieri darebbe luogo a una concorrenza sleale nel mercato del lavoro a danno di tutta la categoria dei medici, se fosse vero che a quelli stranieri vengono riconosciute retribuzioni inferiori rispetto ai colleghi italiani”. “La preoccupazione – spiega – pertanto resta alta con riferimento a problemi linguistici, formativi, ordinistici e assicurativi”.

“La via per risolvere il problema della carenza di medici – conclude Capozzi – rimane quella che passa attraverso la formazione di nuovi professionisti, pagati adeguatamente, assunti attraverso nuovi concorsi per assumerli stabilmente all’interno del Servizio sanitario, garantendo un servizio ai pazienti continuo e non a chiamata”.

 

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