Pubblica utilità e beni comuni: il Consiglio regionale approva in modo unanime mozione su tutela dell’acqua e del territorio

Trieste – I lavori del 29 giugno del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, presieduti da Piero Mauro Zanin, si sono chiusi con l’espressione di un secondo parere favorevole all’unanimità sui contenuti della mozione su pubblica utilità e beni comuni, con la richiesta di una Regione protagonista e attiva nella tutela dell’acqua e del territorio. La mozione, con il n. 265, era l’ultima delle otto previste dall’ordine del giorno ed era stata depositata da Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli (Patto per l’Autonomia). Nel corso dei lavori alla mozione si sono aggiunte le firme di Mariagrazia Santoro (Pd), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) e del Gruppo consiliare dei Cittadini, su richiesta della consigliera Simona Liguori.

Il provvedimento, previa accettazione dei sottoscrittori, è stato licenziato comprensivo delle modifiche richieste dall’assessore regionale a Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro (intervenuto in modalità telematica) che aveva chiesto l’eliminazione di un passaggio per questioni normative. “Anche se siamo una Regione a statuto speciale – ha motivato – è necessario comunque attendere l’emissione delle linee guida nazionali prima di poter proseguire con quelle regionali”.

Richiesta la competenza normativa regionale sull’idroelettrico

L’impegno ora richiesto alla Giunta è quello di dare mandato ai componenti di nomina regionale della Commissione paritetica, supportandoli in tutte le attività necessarie affinché, in via prioritaria, propongano e definiscano una norma di attuazione statutaria che attribuisca alla Regione Fvg una piena potestà legislativa in materia di espropriazioni per pubblica utilità con particolare riferimento agli impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili.

Rimane per ora esclusa, invece, l’ipotesi di provvedere tempestivamente alla definizione delle aree non idonee alla costruzione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pur avendo cura di declinare a livello locale i criteri stabiliti dalle linee guida statali, con particolare riferimento alla necessità di considerare la differenziazione e la concentrazione sul territorio delle diverse tipologie di impianti e la tutela delle aree agricole interessate da produzioni di qualità.

“Legiferare come Regione autonoma in tema di pubblica utilità – aveva suggerito Moretuzzo nel corso dell’illustrazione – ci permetterebbe di lavorare in maniera diversa, differenziando i progetti in base alle caratteristiche e agli impatti sui territori. Alla base delle nostre richieste c’è un tema legato al presente ma, soprattutto, al futuro”.

Al pieno apprezzamento da parte di Honsell (“Vengono riaffermati valori troppo spesso scontati e non rispettati: fondamentale il tema della gestione dell’acqua e delle difficoltà che le comunità locali incontrano nel difenderle da interessi enormi”), ha fatto eco il dem Enzo Marsilio (Pd) che ha auspicato “altro piglio da parte della Regione su queste tematiche. Siamo in ritardo nella definizione delle aree nelle quali certi tipi di impianti non si possono fare; quindi, serve una strategia ben chiara e organica. Personalmente, avrei allargato la mozione all’intero sistema delle rinnovabili”. Mauro Capozzella (M5S), infine, si è limitato a chiedere all’assessore un aggiornamento in merito “ai regolamenti seguenti alla legge regionale che disciplina le grandi derivazioni idroelettriche”.

Nella foto di Tiziana Melloni ©: la diga sul lago di Selva, in Val Tramontina (Pn)

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