Sanità pubblica e campagna elettorale in FVG: la CGIL e le opposizioni in piazza

Trieste – Sanità pubblica: da una parte la sofferenza dei professionisti della salute per strutture sanitarie in affanno e la preoccupazione dei cittadini per le spese per la salute, i soccorsi e le liste di attesa; dall’altra la giunta regionale che difende il suo operato.

Mobilitazione dei sindacati e delle opposizioni

Intanto è in corso di svolgimento oggi 10 marzo una mobilitazione a difesa della Sanità pubblica organizzata dalla Cgil con varie iniziative sul territorio e un presidio a Trieste, davanti alla sede del Consiglio regionale.

Lavoratori e pensionati chiedono a chi governerà la Regione nei prossimi 5 anni “un cambio di marcia” sulla sanità pubblica, che è “l’ossatura” del sistema, senza “demonizzare il privato”.

Un migliaio, secondo il segretario generale della Cgil Fvg, Villiam Pezzetta, i manifestanti a Trieste. “Altri 400 invece si sono radunati a Pordenone”, mentre “a Udine davanti agli ospedali è stato fatto volantinaggio”.

Tra i temi su cui il sindacato chiede attenzione, ha spiegato Pezzetta, ci sono la “necessità di una programmazione, che oggi noi non vediamo; le lunghe liste d’attesa; la carenza e lo stress del personale”. Da 20 anni a questa parte, ha aggiunto, “c’è stato un declino della sanità pubblica”.

Adesso, ad esempio, “non bisogna sprecare la grande occasione delle risorse del Pnrr con le comunità della salute, che ovviamente devono essere non solo opere murarie ma vanno riempite con personale pubblico per diventare poliambulatori funzionali nel territorio. Chiediamo un tavolo – ha concluso – per affrontare questi temi”.

L’assessore alla Salute: FVG virtuoso

In piena campagna elettorale – le istituzioni regionali si rinnovano il 2 e 3 aprile, data delle elezioni amministrative in FVG – il vicepresidente della Regione con deleghe alla Salute ed alla Protezione civile Riccardo Riccardi afferma che “La percentuale di spesa privata accreditata sul monte totale della spesa del servizio sanitario nazionale è del 17,4% a livello italiano, e in questa regione è dell’8,9%, nelle regioni vicine, a partire dal Veneto, arriva al 15%, dunque davvero non capisco di che deriva per la nostra sanità pubblica si stia parlando”.

“Se la Cgil vuole continuare con i soliti slogan da campagna elettorale – ha aggiunto Riccardi – vada a verificare con le Regioni governate dal centrosinistra, Toscana, Puglia, Campania, le quali hanno diversi punti maggiori nel rapporto tra spesa privata accreditata e costo complessivo del servizio sanitario nazionale. Questa presunta deriva della sanità pubblica è una falsità – ha concluso – dunque o non si conoscono i dati, e allora si studi, o si sa che la verità è questa secondo tutti i rapporti Oasi del 2022, e allora c’è un problema di malafede”.

MoVimento 5 Stelle: privilegiate le strutture private

Pronta la replica delle opposizioni. Ecco cosa scrivono il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, e la candidata pentastellata alle prossime regionali, Adriana Panzera, in vista della mobilitazione della CGIL a difesa della sanità pubblica.

“L’assessore Riccardi e il centrodestra continuano a raccontare una realtà tutta loro, che non corrisponde alla verità. Di fronte alle numerose criticità del sistema sanitario regionale, la risposta della Giunta Fedriga in questi anni è sempre stata il ricorso al privato – continuano gli esponenti M5S -. Dai servizi di pronto soccorso ai punti di primo intervento, dalle postazione delle ambulanze alle liste d’attesa, il centrodestra ha preferito copiare il modello lombardo, come rilevato anche dagli stessi operatori, che in più occasione hanno denunciato un abbandono della sanità pubblica per favorire il privato”.

“Lo dimostrano, ad esempio, le prime linee per la gestione in cui la Giunta di centrodestra ha inserito l’obbligo per le Aziende sanitarie di investire almeno il 40% delle risorse per recuperare le liste d’attesa verso il privato accreditato – ricordano Panzera e Ussai -. Inoltre, a gennaio 2019 è stato chiesto ai direttori e ai commissari delle Aziende il fabbisogno aggiuntivo di prestazioni per accreditare nuovo privato”.

“Il presidente Fedriga ha dichiarato che il privato accreditato è uguale al pubblico, ma parliamo di realtà che devono fare utile oltre a erogare prestazioni – concludono i pentastellati -. Lo stesso Fedriga ha affermato recentemente che in Friuli Venezia Giulia ha percentuali di ricorso al privato accreditato fino a 5 volte inferiore rispetto alle regioni vicine, confrontando come al solito dati parziali a loro uso e consumo. Quando Riccardi parla di falsità e malafede, dovrebbe prima di tutto rivolgersi al suo presidente e alla maggioranza che lo ha sostenuto in questi anni”.

Partito democratico: l’assessore nega l’evidenza

Nell’annunciare la sua partecipazione alla giornata a difesa della sanità pubblica lanciata dalla CGIL, il Partito democratico del Friuli Venezia Giulia “accoglie e fa proprio l’invito della CGIL ad una straordinaria mobilitazione a difesa della sanità pubblica. Saremo presenti con i candidati alle elezioni regionali, i militanti e la segreteria regionale. E ripeteremo a Fedriga e Riccardi che vogliamo fermare questo smantellamento”.

Lo dichiara il coordinatore della segreteria regionale Pd Fvg Salvatore Spitaleri, replicando all’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, secondo cui sarebbe una “falsità” la “presunta deriva della sanità pubblica”, alla vigilia della mobilitazione indetta dalla Cgil del Friuli Venezia Giulia in difesa della sanità pubblica.

“Riccardi insiste con arroganza a negare l’evidenza – indica l’esponente dem – di una sanità che lui ha governato e portato allo sfascio, ed è veramente ora di finirla. Ma non basta allineare numeri per smentire la subdola operazione di smantellamento della sanità pubblica che Fedriga sta portando avanti. Oltre l’incapacità, c’è un lucido disegno per indebolire la sanità pubblica regionale al punto da dover chiedere il soccorso dei grandi gruppi della sanità privata”.

“Dopo cinque anni di dominio di questa Giunta – aggiunge Spitaleri – le liste di attesa si allungano, i professionisti se possono scappano, chi dirige non è all’altezza del compito, le montagne di investimenti annunciati sono per strutture futuribili. Campagna elettorale- conclude – è accusare la Cgil per nascondere le responsabilità”.

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