Stipendi della sanità regionale: la questione delle risorse aggiuntive mette in allarme lavoratori e sindacati

Trieste – I sindacati dei lavoratori del comparto sanità del Fvg si sono detti pronti a forti azioni di protesta, sciopero generale compreso. I rappresentanti dei lavoratori temono che la decisione della Regione di cambiare la modalità di assegnazione dei fondi delle Risorse aggiuntive regionali (RAR) possa portare a decurtazioni delle buste paga dei dipendenti dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (Asugi) e dell’IRCCS Burlo Garofalo.

I fondi delle Risorse aggiuntive regionali (RAR), fino al 2023 venivano assegnati alle Aziende sanitarie dopo una trattativa con le rappresentanze sindacali, e definite in quota parte sulla base allo speso storico relativo alle cosiddette maggiorazioni e in quota parte in base al numero di dipendenti in forza ad ogni singola Azienda Regionale.

Dal 2024 però i criteri cambieranno, a partire dal fatto che per le RAR non ci sarà più la trattativa con i sindacati.

Lavoratori in assemblea, incontri fra sindacati e vertici regionali

I lavoratori di Asugi e Burlo si riuniscono in assemblea il 2 febbraio per affrontare la questione, mentre in Consiglio regionale Roberto Cosolini (Pd) ha chiesto, insieme agli altri colleghi delle Opposizioni, un’audizione con l’assessore alla Salute Riccardi in III Commissione consiliare.

“Abbiamo chiesto – scrive il sindacato Fials – e la richiesta è stata accolta dall’Assessore, di approfondire le modalità con le quali la Regione è arrivata a stabilire le differenze fra i fondi contrattuali delle Aziende Regionali. Auspichiamo che questo accada quanto prima, considerato che già a marzo 2024 bisognerà avere un quadro chiaro delle risorse disponibili per capire se in ogni Azienda sarà possibile garantire la continuità dei riconoscimenti economici fin qui percepiti dai dipendenti”.

I sindacati hanno chiesto inoltre un incontro al presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga. “Se non ci sarà un dietrofront – ha assicurato la responsabile sanità della Fp Cgil di Trieste, Francesca Fratianni – cominceremo a organizzare una mobilitazione del personale con presidi e manifestazioni in piazza.

“A marzo – sostiene la sigla Cgil – ci sarà una decurtazione media netta degli stipendi di circa 300 euro. In questa regione ci saranno dipendenti di serie A e dipendenti di serie B”.

Con le Rar – spiegano i sindacati – sono sempre state finanziate maggiorazioni dei turni, festivi, notturni, gettoni previsti per i richiami in servizio e cambi turno e indennità per i tutor dei corsi di laurea. “Ora – secondo le sigle sindacali – tali maggiorazioni sarebbero “a rischio”.

I timori derivano dal fatto che le Risorse aggiuntive regionali per Asugi passerebbero da 4,7 milioni di euro del 2023 a 1,9 milioni nel 2024 e per il Burlo da 569mila a 188mila euro (i dati sono stati forniti dai sindacati). Parallelamente, aumenta la quota per il Friuli Centrale (da 7,3 a 8,1 milioni di euro) e per il Friuli Occidentela (da 2,8 a 3,5 milioni di euro).

“Riteniamo – afferma il sindacato Fials – che se ci sono differenze fra Aziende è corretto fare la perequazione, ma questa andrebbe fatta con risorse economiche nuove, non utilizzando le ex RAR, togliendo a uno per dare all’altro, perché così facendo si rischia di ridurre gli stipendi dei dipendenti di quelle Aziende che hanno subito un importante taglio del fondo, in quanto vengono messi in forse gli accordi sindacali sottoscritti nel 2023, visto che con le RAR sono sempre state finanziate le cosiddette maggiorazioni dei turni, festivi, notturni, i gettoni previsti per i richiami in servizio e i cambi turno e le indennità per i Tutor dei Corsi di Laurea”.

La richiesta delle Opposizioni in Consiglio regionale

“L’assessore Riccardi ha annunciato che il sistema delle Risorse aggiuntive regionali, fino ad ora utilizzato per allocare le risorse del salario aggiuntivo per i dipendenti della sanità pubblica, sarà abbandonato per lasciare spazio ad un metodo nuovo di allocazione”.

Lo afferma in una nota il consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd), a margine della risposta all’interrogazione attraverso la quale chiedeva alla Giunta Fedriga con quale criterio sia stato seguito per l’allocazione del salario aggiuntivo per il personale del Servizio sanitario regionale.

“Premesso che il trattamento economico del personale della sanità pubblica è fondamentale per motivare e trattenere i professionisti – così ancora Cosolini -, bloccando quindi la fuga verso il privato, rimangono forti perplessità, espresse dai sindacati, circa i criteri di attribuzione delle RAR, demandate esclusivamente alla contrattazione aziendale ma soprattutto su quella che sembra essere una perequazione fra le aziende al ribasso che, tra l’altro, sembra penalizzare Asugi e Burlo”.

“Siamo d’accordo sulla perequazione – aggiunge Cosolini -, ma nel bilancio più ricco della storia della Regione, a fronte della drammatica difficoltà della sanità pubblica, la perequazione andrebbe fatta aumentando le risorse e non determinando invece, con i nuovi criteri, una situazione che potrebbe voler dire che centinaia di dipendenti di Asugi e Burlo guadagneranno meno rispetto all’anno precedente”.

“Su questa importante questione, che tocca molto da vicino i professionisti della sanità pubblica – conclude Cosolini -, ho richiesto, insieme agli altri colleghi delle Opposizioni, di audire l’assessore alla salute in III Commissione consiliare per conoscere: se esistono delle linee guida regionali cui le Aziende sanitarie regionali devono conformarsi così da evitare possibili disomogeneità di trattamento salariale del personale tra le varie Aziende; noi riteniamo che queste linee guida dovrebbero essere elaborate, con un confronto sindacale, a livello regionale; gli importi, suddivisi per Azienda sanitaria, destinati alle RAR nel 2024; quali sono i criteri puntuali di merito che saranno adottati dalle aziende Sanitarie per allocare le RAR”.

La delibera regionale e le ragioni dell’assessorato alla Salute

Con delibera regionale 2117 del 29 dicembre 2023 erano state emanate le linee annuali per la gestione del Servizio Sanitario Regionale per l’anno 2024.

Con tale intervento la Regione si propone di razionalizzare il Sistema sanitario regionale: “Partiremo da ciò che è più importante: il riconoscimento economico al personale. – Aveva dichiarato l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi lo scorso 16 gennaio incontrando le organizzazioni sindacali del comparto sanità, delle aree dirigenziali della sanità e della dirigenza delle Funzioni locali. – Lo faremo mettendo sul tavolo 107 milioni di euro che andranno a premiare il merito in modo mirato, mettendo in equilibrio il sistema ed eliminando disparità di trattamento che si erano accumulate negli anni a causa di diverse visioni gestionali delle singole aziende”.

“Con questo intervento – aveva affermato ancora Riccardi – appianiamo le contraddizioni esistenti e facciamo in modo che tutto il personale sanitario, a qualsiasi azienda appartenga, abbia lo stesso trattamento relativamente alle quote accessorie. Una ridistribuzione che, rispettando la sentenza della Corte costituzionale 124/2023, sblocca i vincoli posti dal decreto Madia. Superiamo dunque il meccanismo delle Risorse aggiuntive regionali (RAR) per introdurre una nuova modalità, oggettiva e uniforme che va a valorizzare il merito di tutti i dipendenti, dalla dirigenza al comparto”.

Il meccanismo delle RAR – è ancora la Regione a sostenerlo – prevedeva una premialità vincolata a progetti, mentre quello nuovo parifica per tutti i dipendenti il riconoscimento della quota accessoria mantenendo la possibilità di premiare specifiche progettualità e di valorizzare le carriere sia del comparto sia dirigenziali. Un modello che influisce positivamente sulle situazioni di disagio lavorativo causato ad esempio da turni oppure sulla carenza di personale. Inoltre, tale meccanismo permette di sostenere le progressioni economiche del personale del comparto”.

“È importante offrire le stesse possibilità di trattamento. I numeri quindi vanno letti con una visione sistemica” aveva aggiunto Riccardi, evidenziando che la perequazione messa in atto attinge a una quota dei 107 milioni di euro che sono stati calcolati partendo dalle analisi di bisogno messe in atto dalle aziende.

“Sono fondi che rispondono in modo preciso ai bisogni individuati dalle aziende per sostenere la valorizzazione del lavoro del personale” ha sintetizzato Riccardi.

Complessivamente, 57 milioni sono relativi a rinnovi contrattuali, mentre 27 milioni sono risorse destinate ad assunzioni di personale o prestazioni aggiuntive e 23 milioni per la perequazione.

In particolare, per Asugi e Burlo le risorse per assunzioni o prestazioni aggiuntive ammontano rispettivamente a 4,5 milioni di euro e 1,8 milioni di euro.

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