“Tracce luminose” personale fotografica di Stefano Tubaro alla Sala Veruda a Trieste

Trieste – La mostra “Tracce luminose” del noto fotografo friulano, Stefano Tubaro, verrà inaugurata venerdì 3 marzo alle ore 18 alla Sala Veruda di Palazzo Costanzi – Piazza Piccola 2 – a Trieste, alla presenza del Presidente dell’Associazione Culturale Play Art, Calogero Condello, del Vicesindaco del Comune di Codroipo, Giacomo Trevisan e dell’Assessore dell’Amministrazione Comunale di Martignacco, Giulio Merluzzi.

L’esposizione, curata e presentata dalla critica d’arte Alessandra Santin, si focalizza su tre progetti significativi della ricerca artistica di Stefano Tubaro, realizzati in un arco temporale di vent’anni, che hanno come denominatore comune la luce artificiale letteralmente “dipinta” dall’artista e, un silenzio ritmato che si percepisce anche leggendo i titoli dei progetti: Contrazioni, Contrattempi e Stanze fotogeniche, nei quali sono raccolte le 50 fotografie esposte.

Tubaro affascinato dalle opere architettoniche abbandonate, in “Contrazioni” – progetto iniziato alla fine degli anni ’90 – si avventura in operazioni notturne di rianimazione artistica, tecnicamente complesse per impegno, utilizzo dei mezzi analogici e tempistiche. Le rappresenta dall’esterno nella loro intoccabile bellezza dismessa, sfiorandole con fasci di luce artificiale, scegliendo con sapienza le gradazioni dei filtri colorati che si amalgamano alle luci naturali della notte. In alcuni di questi quadri s’intravvedono ombre lasciate dal fotografo, auto-ripresosi durante le lunghe sessioni espositive.

Nel secondo progetto, “Contrattempi”, Stefano, entra con discrezione negli spazi fatiscenti e diroccati e, se in questo lavoro rivolge lo sguardo all’interno, non mancano gli squarci rivolti all’esterno. In questo progetto egli svela qua e là, tracce di vissuto: una poltrona, un letto.

Ma è proprio nello sviluppo del terzo progetto, “Stanze fotogeniche”, che avviene la sintesi dei due precedenti lavori. Questa è la fase in cui Tubaro va a bussare, in punta di piedi, agli spazi dell’anima. Il fotografo, quasi vent’anni dopo il primo progetto, nel periodo dell’isolamento pandemico, crea stanze che tendono alla perfezione grafica, oltre l’immaginazione. Le pareti o i pavimenti sono decorati con immagini fotogeniche di oggetti utili alla post-produzione analogica, unico riferimento al sé creativo, e sono disegnati da fasci di luci e ombre o da delicate gradazioni colorate.

Alcuni paragrafi del saggio “Le fotografie del silenzio-Forme inquiete del vedere”, di Gigliola Foschi, storica e critica della fotografia, sembrano scritti per introdurre la mostra “Trace luminose” di Stefano Tubaro soprattutto quando trattano della “costitutiva immobilità della fotografia che apre una sorta di benefica e salvifica interruzione nella trama del caos mediatico contemporaneo in quanto, la fotografia, a differenza del cinema o della televisione, non produce alcun rumore. Il suo sguardo ricorda quello della Medusa che immobilizza e congela una porzione di realtà in un silenzio siderale, per trasformarla in qualcosa di enigmatico, capace di andare oltre le parole e il pensiero concettuale”.

La mostra è stata organizzata dall’Associazione culturale Pay Art con la compartecipazione del Comune di Trieste, il patrocinio dei Comuni di Martignacco e Luservera, con il contributo della Fondazione Giovanni Santin di Venezia, dell’Associazione culturale On Art di Udine, collaborazione dello Studio Interlinea Maris di Codroipo, Made4Art di Milano, Takemusemum di Pasiano di Pordenone, ArtOk di Palmanova e Libreria Al Segno Editrice di Pordenone.

Sarà visibile sino al 2 aprile tutti i giorni con orario 10/13-17/20. L’autore sarà presente all’inaugurazione e alle visite guidate che si terranno il18 e 25 marzo. L’ingresso è libero.

Info: Comune di Trieste, servizio promozione turistica, eventi culturali 0406754016 – Associazione Play Art 3479061851-3398590608 – tubaro.stefano@libero.it

Annamaria Castellan

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