Traffico illegale di denaro con l’estero: sequestrato internet point a Udine, due denunce

Udine – Uno sportello abusivo per l’invio e la ricezione di denaro per e dall’estero e il prestito di denaro con il sistema “hawala”, che si nascondeva dietro la facciata di un internet point, è stato sequestrato in Borgo stazione a Udine dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale. I due gestori, cittadini pachistani, di 33 anni, sono stati denunciati.

I fatti

Il continuo via vai di migranti, molti dei quali pregiudicati, che difficilmente potevano essere attratti dagli accessori di telefonia venduti o dalle poche postazioni internet, aveva fatto sorgere nei Finanzieri del Comando Provinciale Udine il sospetto che l’attività esercitata dall’Internet Point Croce, a Udine, in Borgo Stazione, fosse in realtà ben altra.

Grazie all’installazione di una videocamera, i due titolari sono stati filmati dai Finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria mentre ricevevano (trattenendo una commissione del 5%), consegnavano, ed, in molti casi, prestavano – così commettendo l’ulteriore reato di esercizio abusivo di servizi finanziari – somme per migliaia di euro a loro connazionali o a cittadini afghani

I militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria hanno quindi accertato che il locale era pressochè integralmente dedito all’esercizio abusivo di servizi di pagamento e finanziamento, con il sistema “hawala”, comunemente in uso in molti paesi di cultura e tradizione islamica.

Per la totale assenza di tracciabilità, il sistema è vietato sia dalle normative internazionali antiriciclaggio che dalla legge nazionale, che permette l’offerta dei servizi finanziari solo agli operatori preventivamente autorizzati ed iscritti in appositi albi.

Condividendo la proposta delle Fiamme Gialle, la Procura della Repubblica del capoluogo ha disposto il sequestro preventivo urgente del locale e la perquisizione dell’abitazione dei due gestori.

Il sistema di pagamento hawala

Lo schema di “pagamento informale” hawala poggia su di un solido pilastro fiduciario ed è, almeno all’apparenza, rapido e conveniente. A fronte di ridotti costi del servizio, tra il 2 ed il 5 %, consente, grazie all’intermediazione del cosiddetto “hawalader”, il rapido ed informale trasferimento di una somma tra due soggetti residenti in Paesi diversi.

L’hawalader, ricevuto il denaro e trattenutane la commissione concordata, contatta il suo omologo nel paese del destinatario dandogli l’ordine di pagare la somma al beneficiario, che, per confermare la sua identità, dovrà essere in possesso di un codice alfanumerico.

La compensazione tra i due intermediari avviene, poi, in un secondo momento, sempre in base al consolidato rapporto fiduciario ed interpersonale su cui si fonda l’architettura del sistema.

Già ben inseriti nella rete degli hawalader, i due gestori dell’Internet Point di via Benedetto Croce, i 33enni pakistani A.R., e A.W., avevano realizzato, dietro l’apparenza di un inattivo internet point, un vero e proprio “sportello” per la ricezione – e l’invio, più sospetto data l’assenza di fonti ufficiali di reddito dei mittenti – di ingenti somme di denaro verso i Paesi di origine dei migranti afghani e pakistani presenti nella provincia di Udine.

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