Trieste, 1° maggio partecipato anche da parte di formazioni e sigle sindacali autonome. Raccolte firme per referendum

Trieste – 1° maggio partecipato anche da parte di formazioni e sigle sindacali autonome. “Non ci sentiamo rappresentanti dai sindacati confederali” hanno spiegato i manifestanti delle USB, sottolineando la distanza tra la loro iniziativa e quella di Cgil, Cisl e Uil. Alla partenza, al muro di cinta di campo San Giacomo, è stato affisso anche uno striscione con la scritta “Confederali non ci farete tacere siete solo fuffa e bandiere”. Hanno sfilato anche i rappresentanti del coordinamento No Green pass.

Sempre nell’ambito dei sindacati autonomi, la Fesica – CONFSAL di Trieste ha manifestato invece in piazza Venezia e sulle Rive, all’insegna del motto “Per un 1° maggio alternativo”, volendo con ciò “solidarizzare con tutti i lavoratori sfruttati e le categorie invisibili e non tutelate, nonché rivendicare una profonda riforma della democrazia sindacale, affinchè il sindacato torni a essere strumento efficace di tutela dei lavoratori e non luogo di potere e privilegio”.

“Per conseguire una vera libertà e la dignità del lavoro, nella prospettiva di una autentica rinascita nazionale e rialzamento complessivo del Paese – ha affermato il Segretario provinciale Confsal Filippo Caputo, criticando l’ormai evidente inadeguatezza delle “grandi sigle” sindacali “storiche” e il loro piegarsi ai desiderata dei “poteri forti” – è necessario e sempre più urgente che la politica e chi governa mettano mano con coraggio a una nuova legge di riordinamento di questo importante settore della vita sociale”.

“È documentato – ha proseguito Caputo – che numeri sempre più rilevanti di lavoratori stanno abbandonando le “grandi sigle” in cui non si riconoscono più, e appena possono cercano un’alternativa e si rivolgono al Sindacato autonomo, come è avvenuto recentemente proprio a Trieste in tutte le recenti elezioni per i rinnovi delle Rsu aziendali del comparto industriale. Pertanto è necessario e doveroso creare gli strumenti per far sì che un rinnovato sindacato, superando conflitti di interesse e discutibili connessioni con i centri di potere, possa riprendere il suo originario ruolo di autentica rappresentanza del mondo del lavoro e delle esigenze sociali, ridiventando un “soggetto credibile” in grado di contribuire allo sviluppo dello Stato.”

All’iniziativa promossa dalla Fesica – CONFSAL triestina ha partecipato, accanto a numerosi cittadini, anche un nutrito gruppo di dipendenti della Euro&Promos S.p.A. operanti nei Civici Musei del Comune di Trieste che sono da tempo in lotta, con il supporto della Confsal, per un miglioramento delle condizioni di lavoro e degli attuali inaccettabili compensi – come ormai noto parliamo della risibile somma di 5 Euro lordi all’ora –, motivo per cui hanno deciso di scioperare, volutamente e provocatoriamente, proprio nella odierna giornata del 1° Maggio “cioè – hanno spiegato – quando gli altri sindacati festeggiano e – è stato stigmatizzato – si compiacciono di organizzare inutili parate, concerti e roboanti discorsi pieni di promesse che poi restano lettera morta”

I termini della vertenza Euro&Promos S.p.A. sono stati ricordati dal responsabile enti locali della stessa Fesica-Confsal Antonino Martelli che ha denunciato come “ancora prosegua la grave e finora immutata situazione di sfruttamento messa in atto dalla società appaltante Euro&Promos, con la complicità di un Comune a tutt’oggi inadempiente rispetto alle promesse di miglioramento recentemente fatte trasparire ma rimaste invece fin qui tali e senza una qualche credibile prospettiva di soluzione”.

Su questo punto il Segretario provinciale Caputo, a conclusione della manifestazione, ha lanciato un preciso ammonimento, in primis all’Amministrazione Comunale: “Non essendo più obiettivamente sopportabile da parte dei lavoratori questa situazione di così grave disagio e colpevole abbandono da parte delle istituzioni, la Confsal, che ha deciso invece di tutelarli fino in fondo e con determinazione, non mancherà, se non vi saranno seri e concreti passi avanti, di intervenire con nuove e più eclatanti azioni”.

CLN e Generazioni Future: raccolta firme per referendum

Nell’ambito delle manifestazioni autonome è partita pure la raccolta delle firme necessarie – almeno 500 mila – per portare in esame al Parlamento tre quesiti, due riguardanti l’invio di armamenti da parte del nostro Paese e uno sulla Sanità Pubblica.

I 3 requisiiti referendari sono stati proposti da CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e Generazioni Future, una società cooperativa di mutuo soccorso sociale-ecologico intergenerazionale ad azionariato diffuso nata per promuovere la difesa e la valorizzazione dei beni comuni.

I banchetti partivano contemporaneamente in diverse grandi città ed anche in comuni minori.

I 3 quesiti:

https://generazionifuture.org/il-significato-del-referendum-contro-la-guerra-e-a-favore-della-sanita-pubblica/i-quesiti/

A Trieste la prima giornata ha segnato una larga partecipazione dei cittadini alla raccolta. La stragrande maggioranza ha firmato per tutti e 3 i quesiti proposti.

I banchetti sono stati aperti nella giornata dei lavoratori, il primo Maggio, nella quale si sono viste sfilare quasi tutte le sigle confederate ed il corteo dei “no green pass e oltre Trieste” i quali hanno onorato i 14 fuochisti delle navi dell’ex Lloyd austriaco, caduti uccisi dalle truppe durante una manifestazione di protesta per le condizioni disumane in cui erano obbligati a lavorare.

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