VajontS 23: azione corale di teatro civile. A Trieste lo spettacolo itinerante vivrà negli spazi della Kleine Berlin

Trieste – Lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2000 persone, a Trieste La Contrada porta lo spettacolo itinerante VajontS 23, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in 130 teatri dall’Alto Adige alla Sicilia e anche all’estero.

VajontS 23 vivrà negli spazi della Kleine Berlin, in quattro postazioni alle quali si arriva percorrendo le sue gallerie sotterranee. Un’ambientazione perfetta, un po’ claustrofobica, intimista per lo spettacolo corale – di via Fabio Severo davanti al civico 11- di letture sceniche  insieme alle voci degli attori Zita Fusco, Leonardo Zannier, Valentino Pagliei ed Enza De Rose e con le coreografie della ballerina Irene Ferrara e le proiezioni di Mario Bobbio.

Inoltre, a fare da epilogo, l’intervento accademico del Prof. Paolo Quazzolo, professore associato di Storia del teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste.

«La Contrada – spiegano gli ideatori del progetto Enza De Rose e Mario Bobbio – ha sentito fortemente la necessità di partecipare a questo spettacolo corale realizzato su scala nazionale per ricordare un disastro che rimanda ancora oggi, purtroppo, a tematiche così attuali. Questa azione di teatro civile che affronta una sfida vitale, quella della crisi climatica. La tragedia del Vajont diventa così un punto di partenza per riflettere sulle pratiche di tutela dell’ambiente attraverso azioni che partono innanzitutto dal singoli, da ciascuno di noi, e dalla necessità di un’educazione civile».

VajontS 23 sarà come un canovaccio. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi: in Toscana l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte si racconterà di quando il Po e il Tanaro esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione di maggio.

La storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia.

La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere. «Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili».

Le 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga, sarà un atto corale collettivo dove tutti si fermeranno.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Prenotazioni sul sito web della Contrada www.contrada.it oppure telefonando allo 040948471 .

Sul sito www.lafabbricadelmondo.org è possibile trovare la mappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena il 9 ottobre.

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