Visita lampo del vicepremier Matteo Salvini a Trieste. Porto e migranti i temi affrontati

Trieste – Il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini è giunto a Trieste la mattina di venerdì 5 luglio in occasione della firma dell’importante accordo che porta l’Ungheria ad investire in un terminal marittimo e ferroviario nel Porto di Trieste.

Salvini nella circostanza ha incontrato il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, che fa parte del governo di Viktor Orbàn, esponente della destra sovranista.

In merito all’accordo commerciale, Salvini ha osservato che la città sta attraversando un momento di particolare “effervescenza”, grazie all’intraprendenza degli operatori economici del territorio e alle istituzioni locali che hanno saputo fare un importante gioco di squadra.

E proprio in previsione di un significativo afflusso di investimenti, Salvini ha manifestato la necessità di un’intensificazione dei controlli, al fine di prevenire eventuali infiltrazioni da parte delle organizzazioni mafiose.

A tale proposito, in Prefettura è stato stabilito un protocollo sugli appalti e i lavori pubblici negli scali di Trieste e Monfalcone. Il documento è stato firmato, oltre che dal governatore e dal ministro dell’Interno, dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino.

Se il ministro ha definito quella del Friuli Venezia Giulia una “comunità ricca, trasparente e sana” in cui si contano una sola interdittiva antimafia e un basso indice di confische, è anche vero che “prevenire è meglio che curare” perché, ha ricordato il ministro, “la criminalità segue il denaro” e quindi “la guardia va tenuta alta”.

Il tema della legalità, come è stato spiegato nella conferenza stampa in Prefettura, viene perseguito sia nella vita economica della comunità sia nel contrasto all’immigrazione clandestina.

“Abbiamo cominciato a dare risposte concrete attraverso i controlli congiunti italo-sloveni iniziati durante questa settimana – ha spiegato il governatore Fedriga. – Nel contempo abbiamo messo in atto un potenziamento di forze per il pattugliamento dei confini con 40 nuovi uomini che arriveranno per l’emergenza estiva, ma è stato previsto un piano in base al quale da qui a alla prossima primavera verranno inviate altre 37 unità, oltre le 12 già arrivate. Un aumento quindi di 49 unità stabili a cui si sommano le altre 40 che andranno rafforzare l’impegno nell’azione di contrasto agli ingressi irregolari nel nostro territorio”.

L’azione è dunque quella di potenziamento dei controlli anche con l’impegno transfrontaliero. A tale proposito, Salvini ha chiesto agli omologhi di Lubiana e Zagabria “di aumentare la collaborazione in termini di uomini e mezzi” in modo da arrivare a “pattugliamenti congiunti in territorio sia sloveno che croato” per disinnescare la rotta balcanica.

Il vicepremier ha evidenziato alcuni numeri in particolare. “L’anno scorso – ha detto – c’erano in accoglienza più di 180mila persone che, a oggi, sono scese a 108mila”. Per quanto riguarda le richieste di asilo, “le domande pendenti nel 2018 erano 135mila, ora sono 60mila, quindi più che dimezzate. Vogliamo mantenere questo trend virtuoso”, ha rilevato Salvini.

Salvini ha anche presenziato all’accordo di collaborazione per realizzare forme di coordinamento tra Regione e Prefetture per attuare la misura del rimpatrio volontario assistito.

I firmatari dell’accordo sono stati il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, i prefetti di Gorizia, Massimo Marchesiello, di Udine, Angelo Ciuni, e di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino.

In base al protocollo, la Regione istituisce un tavolo di concertazione e programmazione territoriale e, inoltre, promuove sul territorio il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati al fine di creare una linea operativa che risulti efficace dalla prima fase, quella della segnalazione, fino all’ultima caratterizzata dal reintegro nel Paese d’origine.

Nell’incontro stampa in Prefettura è stato chiarito un aspetto qualificante del protocollo innovativo sui rimpatri assistititi, che conta sulla cifra di 5 milioni di euro. “Non solo si riaccompagna il migrante nel Paese di origine – ha chiarito Fedriga – ma lo si aiuta a ricostruirsi una dimensione occupazionale nel territorio che ha abbandonato.

Durante il passaggio in piazza Unità d’Italia, il vicepremier è stato accolto da un gruppo di sostenitori, con i quali si è intrattenuto brevemente.

Non sono mancate le azioni di protesta contro la politica del governo sull’immigrazione. Il Partito Democratico ed altre associazioni hanno dato vita ad una serie di presidi ai valichi minori dell’ex confine, che hanno raccolto oltre un centinaio di persone con bandiere di sindacati e europee. La manifestazione conclusiva a Gorizia, in piazza della Transalpina.

“Chiunque venga qui capisce che questo è un territorio in cui le persone hanno imparato sulla loro pelle cosa significa avere un muro, hanno festeggiato il superamento di quel muro e non vogliono più essere sigillati dentro un confine innaturale. La freddezza con cui Salvini è stato accolto a Trieste ha certificato la contrarietà dei triestini a questa idea”. Così ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale del Fvg Francesco Russo, partecipando al valico italo-sloveno di Rabuiese alla manifestazione per il mantenimento della libertà di circolazione delle persone.

(foto da regione.fvg.it)
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