Comunità di Montagna della Carnia, a Tolmezzo approvato lo statuto all’unanimità

Tolmezzo (Ud) I sindaci dei comuni della Carnia hanno approvato all’unanimità lo statuto della Comunità di Montagna della Carnia, nel corso della prima assemblea del nuovo ente che giuridicamente dal 1 gennaio 2021 succederà all’Uti.

All’assemblea, presieduta di diritto da Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo, il comune più popoloso, svoltasi in modalità “ibrida” con alcuni sindaci in presenza, altri in videoconferenza, ha preso parte anche l’assessore regionale alle autonomie locali Pierpaolo Roberti.

Le nuove prospettive per la Carnia

Francesco Brollo ha comunicato che “su 28 comuni della Carnia, lo statuto aveva ottenuto l’approvazione nel 100% dei comuni dove è stata portata in votazione, ad esclusione del comune di Paularo. Di 27 comuni che hanno approvato lo statuto, 18 Consigli comunali lo hanno fatto all’unanimità. In particolare si sono registrati sommando tutte le votazioni: 269 consiglieri comunali che hanno espresso voto favorevoli (93% dei presenti), 8 contrari, 12 astenuti”.

“Adesso – ha affermato il sindaco di Tolmezzo – cominciamo a guardare al futuro, con l’obiettivo di realizzare, per l’estate del prossimo anno un piano di sviluppo della Carnia, che possiamo chiamare Carnia-2030, attraverso la chiamata al contributo di tutti coloro che hanno un contributo in idee e progetti da portare al tavolo”.

“Il primo passaggio coinvolgerà i sindaci, quindi i portatori di interesse. Al progetto abbiamo cominciato a lavorare con una Cabina di regia che coinvolge gli enti della Carnia e che si estenderà nei prossimi mesi a tutte le realtà rilevanti” ha concluso Brollo.

L’impegno della Regione Friuli Venezia Giulia

Nel corso del suo intervento l’assessore Roberti ha ricordato che “quella della Carnia è la prima Comunità ad approvare lo statuto. Quando la Regione ha disegnato la Comunità di montagna ha stabilito che l’obbligatorietà fosse prevista esclusivamente per la gestione di funzioni di carattere montano. Nulla vieta che sia possibile inserire alcune funzioni di carattere prettamente comunale perché è evidente che in un territorio costituito da piccoli comuni c’è una carenza cronica di personale che rende difficile l’erogazione di alcuni servizi”.

Roberti ha ricordato che la recente approvazione della legge 112/2020 sulla finanza locale darà nuova linfa al sistema integrato, consentendo assunzioni necessarie per garantire l’erogazione di servizi ai cittadini.

“Con i tagli lineari avviati dieci anni fa hanno patito tutti gli enti locali ma lo strascico maggiore è quello lasciato nelle zone che erano già più disagiate. Con i patti finanziari Tria-Fedriga è stato fatto un passo importante che ha consentito l’avvio del sistema integrato e, con la norma approvata la scorsa settimana in Consiglio regionale, potremo – spiega Roberti – introdurre sistemi di soglie per reclutare personale: dalle proiezioni che abbiamo elaborato ci sarà la possibilità di assumere oltre un migliaio di dipendenti, fuori dai vincoli che hanno ingessato in questi anni le amministrazioni. Abbiamo accelerato il più possibile l’approvazione di questa norma per poter dare il tempo agli enti di preparare i piani dei fabbisogni già sul bilancio del 2021”.

In tema di sviluppo, Roberti ha ribadito che “la Comunità montana è stata prevista come ente necessario per svolgere le funzioni prettamente montane ma soprattutto per attivare lo sviluppo: non vogliamo un contenitore che raccolga le istanze del singolo comune e le trasmetta alla Regione per ottenere il finanziamento, ma un ente che raccolga e trasmetta la visione integrata di un territorio”.

L’assessore ha poi ricordato che “nella montagna non sono mancate le risorse, ma un’idea di sviluppo condiviso” annunciando che “stiamo lavorando anche nella legge di Stabilità per dare un ulteriore segnale alla montagna, perché crediamo al valore aggiunto che questo territorio può dare a tutto il Friuli Venezia Giulia: l’attenzione è tra l’altro stata dimostrata – ha concluso l’assessore – con le due recenti leggi approvate dal Consiglio, quella sul sistema integrato e quella sulle derivazioni idroelettriche”.

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