Decine di appalti truccati e costruzioni con materiali scadenti: operazione su vasta scala della Finanza

Indagini della Procura di Gorizia sulle catene di appalti e subappalti e sulla regolarità di circa 150 procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche a seguito di gare indette negli anni 2015 – 2018

Gorizia – Sono circa quattrocento i finanzieri del Comando Regionale Friuli-Venezia Giulia che dall’alba di mercoledì 21 novembre nel Triveneto e in tutto il territorio nazionale sono entrati nelle sedi di enti ed aziende in FVG e non solo per consultare documenti, fare perquisizioni e sequestrare materiali, su disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Gorizia.

Il nome dell’operazione, ribattezzata “Grande Tagliamento”, evidenzia che le indagini si svolgono su vicende di vera e propria spartizione dei lavori da realizzare a destra e a sinistra del Tagliamento, fiume che divide il Friuli Venezia Giulia dal Veneto.

L’indagine, che ha preso avvio dai controlli relativi ad un appalto anomalo che interessava la città di Gorizia, si è poi estesa a diverse opere del territorio regionale prima e nazionale poi, evidenziando collusioni che travalicano il confine friulano e diventano sistema diffuso in varie regioni.

Tra i reati per cui si procede ci sono l’associazione a delinquere, la turbativa d’asta, gli inadempimenti e le frodi nelle pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e concussione.
Sono al vaglio altre ipotesi di reato.

Le indagini proseguono nel rispetto del segreto istruttorio con l’esame della documentazione sequestrata ed acquisita, nonché con interrogatori e testimonianze.

Ciò che emerge dalle risultanze istruttorie non sono solo decine di turbative d’asta tra le imprese coinvolte, che si sarebbero coalizzate per ottenere più facilmente gli appalti, ma anche un pericoloso fenomeno di frode nella realizzazione delle opere appaltate.

L’ipotesi su cui indagano le Fiamme Gialle è che le lavorazioni delle opere in appalto siano state eseguite utilizzando talvolta materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati.

Ciò con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo.

Tuttavia “Non ci sono pericoli dal punto di vista della sicurezza”, e “assolutamente non sono state registrate infiltrazioni mafiose”; inoltre, è “escluso al momento anche il coinvolgimento di politici”.

Così il procuratore capo di Gorizia, Massimo Lia, rispondendo alle domande dei giornalisti alla conferenza stampa convocata sull’operazione.

Le opere oggetto di indagine “non sono tutte concluse, e non ci sono provvedimenti di blocco o sequestri di cantieri o di lavori”.

Al vaglio degli inquirenti, peraltro, vi sono decine di enti pubblici, società e abitazioni di soggetti sottoposti ad indagini, tra cui Autovie Venete, l’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia e l’Autorità Portuale di Trieste.

Da parte sua Autovie Venete ha subito manifestato la massima disponibilità e collaborazione nei confronti della magistratura per quanto riguarda l’indagine “Grande Tagliamento” su una serie di appalti di opere pubbliche fra i quali anche alcuni tratti di terza corsia.

“Siamo assolutamente fiduciosi nel lavoro della magistratura – ha affermato il presidente della Concessionaria Maurizio Castagna – e consapevoli, per quanto ci riguarda, di aver ben operato”. Gli uffici di Autovie Venete hanno fornito tutta la documentazione richiesta dagli inquirenti

La Procura della Repubblica di Gorizia sta ricostruendo le catene di appalti e subappalti e verificando la regolarità di circa 150 procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche a seguito di gare indette negli anni 2015/2018.

Le procedure di affidamento oggetto delle indagini riguardano la manutenzione e la costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali, edifici, opere fluviali e di sistemazione idraulica, acquedotti, gasdotti, opere marittime e lavori di dragaggio, impianti di bonifica e protezione ambientale.

Ulteriori indagini riguardano altri enti e comuni ubicati nelle province di Gorizia, Udine, Trieste, Pordenone, del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Liguria, della Toscana, dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo, del Lazio, della Sicilia e della Sardegna.

Alcune procedure di affidamento si riferiscono a opere da realizzare in diverse aree colpite dal sisma del 2016 nel centro Italia, tra cui “Norcia”, “San Benedetto”, “Tre Valli Umbre”.

I provvedimenti di perquisizione e sequestro riguardano invece le sedi amministrative di 120 società ed i domicili di 220 soggetti ubicati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto-Adige, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna.

Le ricerche, condotte dai finanzieri del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di colleghi di altre regioni, in questo caso, sono finalizzate ad acquisire prove di accordi tra imprese per spartirsi le opere pubbliche.

Secondo le ipotesi della Procura, le società indagate si sarebbero alleate per rendersi reciprocamente note:

  • le rispettive intenzioni di partecipare o meno ad una gara piuttosto che ad un’altra ovvero ad un lotto piuttosto che ad un altro nell’ambito delle medesime gare d’appalto;
  • l’entità e/o i contenuti delle offerte da formulare in modo da permettere di volta in volta all’impresa individuata e facente parte della “cordata” di riferimento di aggiudicarsi l’appalto alle condizioni più favorevoli;secondo modalità tali da alterare la libera concorrenza tra i singoli partecipanti e tali da assicurare maggiori possibilità di aggiudicazione all’impresa prescelta.

Le indagini hanno evidenziato prassi contrarie alla legge anche in ordine:

  • alla costituzione di associazioni e raggruppamenti temporanei: questi erano tali solo sulla carta;
  • all’utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30%, in cambio del riconoscimento di percentuali di guadagno;
  • alla falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali al fine di incrementare il punteggio tecnico attribuito dalle commissioni aggiudicatrici.
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