Dipendenti pubblici del FVG annunciano stato di agitazione per il salario accessorio

Trieste – I 13mila dipendenti del comparto unico del Friuli Venezia Giulia hanno proclamato lo stato di agitazione.

Al centro della mobilitazione, ufficialmente avviata dalle segreterie regionali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Cisal enti locali e Ugl, il congelamento dei fondi sul salario accessorio, una media di 1.000 euro a dipendente.
Le amministrazioni continuano a mantenere bloccati i fondi “nonostante l’ultima legge di bilancio della Regione – denunciano i sindacati in un comunicato – ne preveda la piena esigibilità”.

Le categorie, come spiegano Orietta Olivo (Cgil), Massimo Bevilacqua (Cisl), Michele Lampe (Uil), Paola Alzetta (Cisal) e Fabio Goruppi (Ugl), puntano il dito contro “l’assurdo palleggio di responsabilità tra la Regione e gli enti locali”, dopo che la formale diffida ad adempiere inviata alle amministrazioni a giugno non ha sortito alcun effetto.

Gli enti locali del Fvg, denunciano i sindacati, sono già fuori tempo massimo: in base a quanto previsto dalla Finanziaria regionale, infatti, entro febbraio si sarebbe dovuto procedere alla costituzione del fondo per il salario accessorio, per poi concludere la relativa contrattazione decentrata entro maggio.

Visto l’esito negativo dei solleciti e delle diffide, i sindacati hanno decretato lo stato di agitazione e chiesto formalmente al prefetto di Trieste, commissario di Governo per il Friuli Venezia Giulia, di avviare la procedura di conciliazione prevista dalla legge sullo sciopero nei servizi pubblici.

Qualora la mediazione del prefetto non dovesse avere esito, e perdurando l’inerzia delle amministrazioni, il ricorso allo sciopero sarà inevitabile, “per rivendicare la piena attuazione del contratto del comparto unico, a quasi un anno dalla sua definitiva sottoscrizione, e sette mesi dopo che la Finanziaria regionale ha sciolto ogni possibile riserva interpretativa sulla piena esigibilità del salario accessorio”.

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