Il Consiglio di Stato e la questione dei centri islamici di Monfalcone: una “vittoria” per la legalità o per il dialogo?

Roma – Il Consiglio di Stato, all’esito della Camera di consiglio, ha accolto i ricorsi cautelari presentati dai centri islamici Darus Salaam e Baitus Salat di Monfalcone, impegnando peraltro il Comune a trovare entro breve delle soluzioni alternative per consentire la preghiera dei fedeli musulmani. La decisione è giunta nella giornata di giovedì 21 marzo.

Il contenzioso tra Comune e associazioni riguarda due immobili dei centri islamici che sono stati utilizzati anche per le preghiere.

Da un lato, il Consiglio di Stato, nella decisione, ha ribadito che gli immobili utilizzati come centri di culto non sono adeguati e non possono essere considerati moschee.

Dall’altro lato, il Comune è stato impegnato dallo stesso Consiglio di Stato a trovare, in collaborazione con le comunità islamiche, siti alternativi accessibili e dignitosi per la preghiera convocando entro 7 giorni un tavolo di “leale confronto”.

“Il Consiglio di Stato ha, incisivamente, richiamato l’Amministrazione ai doveri di reciproca collaborazione e ai valori che devono ispirare l’agire dei pubblici poteri”, scrive il legale rappresentante delle associazioni culturali islamiche, Vincenzo Latorraca, in una nota diffusa dopo la decisione.

“Evidenziando la rilevanza costituzionale del diritto di culto e la necessità di un leale confronto tra le parti, anche il Collegio – prosegue la nota dell’avvocato – ha ritenuto necessario, nelle more della definizione del giudizio nel merito, adottare misure interinali alternative che consentano ai credenti di potere comunque osservare le prescrizioni religiose (anche legate al periodo di Ramadan)”.

Le diverse interpretazioni della decisione del Consiglio di Stato

La decisione è stata interpretata in modo interlocutorio dalle parti interessate e dalle forze politiche:

  • La sindaca Annamaria Cisint la considera “una vittoria per la legalità”, sottolineando che i centri non possono essere utilizzati come luoghi di culto.
  • Le associazioni islamiche vedono la decisione come un riconoscimento del diritto di culto e un passo avanti verso la ricerca di soluzioni condivise.
  • Il consigliere Furio Honsell di Open Sinistra FVG la definisce una “lezione di civiltà” contro la xenofobia.
  • Il senatore Marco Dreosto della Lega la considera “una vittoria per la legalità e per i cittadini di Monfalcone”.
La necessità di un dialogo costruttivo

La vicenda di Monfalcone evidenzia la complessità della questione dei luoghi di culto islamici in Italia, emersa anche in altri contesti. È fondamentale un dialogo costruttivo tra le diverse parti per trovare soluzioni che tutelino il diritto di culto e la legalità, tenendo conto delle esigenze di tutti.

Il tavolo di confronto che il Consiglio di Stato ha sollecitato rappresenta un’occasione importante per avviare questo dialogo. È auspicabile che il Comune e le comunità islamiche collaborino in modo proficuo per individuare siti alternativi che siano adeguati e dignitosi.

In questa fase sarebbe pure opportuno evitare strumentalizzazioni politiche e toni polemici. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di trovare una soluzione che garantisca la libertà di culto e la coesione sociale a Monfalcone, il tutto in un contesto di rispetto delle regole da applicare ai luoghi deputati alla preghiera.

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