Il Servizio sanitario regionale annulla le prestazioni prenotate prima di Covid-19. Pazienti lasciati nel caos

FVG – Un call center delle Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia sta telefonando in questi giorni a tutti coloro che avevano prenotato visite e/o esami prima dell’emergenza Covid-19 per annullare le prenotazioni.

All’ovvia domanda “quando è fissato il nuovo appuntamento?” l’operatore risponde che non sa: il suo unico compito è quello di avvertire che la prestazione è annullata.

Occorrerà fare una nuova impegnativa? Un altro servizio richiamerà? Non è dato saperlo.

Quest’assurda situazione che sta riguardando molti cittadini, alcuni dei quali con patologie che necessitano controlli non differibili, è stata segnalata dallo Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) e dal consigliere regionale Walter Zalukar (Gruppo misto).

“Molti miei colleghi lamentano la mancanza di informazioni istituzionali sulla ripresa dell’erogazione ordinaria delle prestazioni specialistiche, cioè le visite mediche, gli esami strumentali e quelli di laboratorio dopo la sospensione dovuta all’emergenza sanitaria – fa sapere Stefano Vignando, medico di medicina generale e presidente regionale dello Snami -. A oggi sappiamo solo quello che ci raccontano i nostri assistiti e cioè che tutti gli appuntamenti già programmati sono stati rinviati, sospesi o addirittura annullati”.

Così il consigliere Zalukar: “Mi pareva una notizia “impossibile” quando ho letto sulla stampa che tutti, ma proprio tutti i cittadini che avevano prenotato visite specialistiche ed esami diagnostici come ecografie, Tac e risonanze dovranno rifare tutto daccapo. Che significa andare dal proprio medico di famiglia, farsi fare l’impegnativa, ricontattare il CUP e sperare che il tempo di attesa per fare l’esame si conti in mesi piuttosto che in anni”.

“Ma perché gli esami già prenotati non sono più validi? Eppure erano prescritti da un medico, da uno specialista che per i D – differibili – certificava l’esigenza di farli entro 30 o 60 giorni. Poi, si sa, sono stati  bloccati per il coronavirus, quindi per forza maggiore. Ma adesso perché rifare tutto l’iter burocratico? Perché intasare i CUP, che immagino già assai impegnati con le nuove richieste di visite e accertamenti? Qual’è il motivo? Qual’è l’arcano burocratico che moltiplica i disagi di tanti cittadini? E che per non pochi di essi significa più sofferenze e anche l’aggravarsi della malattia”.

“Lo Snami ha denunciato anche l’assenza di chiarezza sulle disposizioni trasmesse dalle Aziende sanitarie ai cittadini e agli stessi medici, che non sanno cosa rispondere ai loro pazienti”.

“Eppure – conclude Zalukar – fin dal 16 marzo, data in cui il Ministero ha disposto la sospensione degli esami differibili e programmati, si sapeva che prima o poi si sarebbe tornati alla normalità. Ma nessuno ci aveva pensato prima? Temo di no, viste le parole dell’Assessore alla Salute “Stiamo lavorando per individuare la soluzione”. È il 13 giugno.

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