Il Teatro Verdi di Trieste omaggia Derex Han con i fiati e le distorsioni elettroniche di Alexander Berne

Trieste – Quando si pensa al live electronics, niente potrebbe sembrare più lontano dalla Società dei Concerti Trieste. E invece, lunedì 11 ottobre, al Teatro Verdi di Trieste, alle 20.30 sarà proprio su queste strumentazioni che si appoggerà il concerto che omaggia Derek Han, inserito nella sua 89^ stagione, con

Non a caso il titolo dell’evento è “Una prospettiva diversa sui suoni: respirano, si muovono…” ed è, se si può dire, figlio della pandemia e dell’estro di due visionari, il M° Derek Han ed Alexander Berne, il compositore, esecutore, artista multidisciplinare e produttore di New York, protagonista del concerto di lunedì con i suoi fiati e le sue distorsioni elettroniche.

«Ero stato inizialmente invitato – spiega Alexander Berne – dal mio caro amico il Maestro Derek Han, a portare un ensemble di improvvisazione da New York alla sua serie di concerti per la Società dei Concerti di Trieste, quando la pandemia ha preso piede. È sembrato allora più pratico venire a Trieste come artista solista per il concerto previsto il 7 dicembre 2020. Per diversi mesi nell’autunno del 2020 ho sviluppato alcune tecniche di performance dal vivo per costruire composizioni spontanee in tempo reale, prevalentemente con strumenti a fiato.

Nel bel mezzo di una pandemia respiratoria, mi sono concentrato sulle connessioni tra suono… mente… respiro e ho intitolato la performance: “Tecniche di respirazione: nuovi lavori meditativi dalla quarantena”. Il concerto doveva essere a dicembre 2020, poi annullato per i motivi che sappiamo. E purtroppo nel frattempo abbiamo perso il Maestro Han proprio a causa della pandemia nell’aprile 2021. A lui dedico questi suoni insieme agli altri respiri della mia vita quotidiana, e a ciò di cui spesso parlavamo, la Divinità Universale nella Musica.».

La sua musica fascinosa, benché complessa da categorizzare, può far pensare a Brian Eno o Jon Hassell con qualche deviazione verso il figurativismo di Philip Glass, senza per questo dimenticare Jon Gibson e Dickie Landry. Alexander Berne ha in sostanza creato la sua stessa forma di arte, più o meno come avrebbe potuto fare un vero “Uomo del Rinascimento”. Vien da chiedersi che genere di musica componga, alla fine: Minimalista, New Age, Ambient? Forse ognuna di queste categorie si adatta al suo lavoro creativo. Ciò che conta è che la sua arte sonora è efficace tanto come musica di sfondo, da ascoltare inconsapevolmente, quanto come creazione da seguire con attenzione, senza distrarsi, per seguirne i timbri cangianti, le densità ed i giochi armonici.

Esecutore e regista del suono di sé stesso allo stesso tempo, Berne suona il sassofono soprano, il saduk – uno strumento di sua invenzione, sorta d’incrocio fra un sassofono e il duduk armeno, dall’inaudito, caldo, legnoso timbro, il sadukini, un saduk “dalla funzionale forma conica”, il tridulàfono, un ibrido tra ancia e flauto ed una tromba piccola a coulisse. La sua musica gioca spesso con piccole variazioni di altezza del suono, in modo da renderne più pieno e profondo l’effetto incantatorio. Che ai suoi concerti è garantito.

L’89^ stagione della SdC è realizzata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia,  Bastiani (rivenditore Rolex) come main sponsor ed è realizzata con il sostegno di Civibank e la partnership di Starhotels Savoia Excelsior Palace.

Informazioni complete su: www.societadeiconcerti.it

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi