Inaugurazione dell’anno accademico a Trieste. La senatrice Cattaneo: fondi di ricerca gocce nel deserto
Trieste – Venerdì 7 dicembre si è svolta la cerimonia inaugurale dell’Anno accademico 2018 – 2019 dell’Università degli Studi di Trieste.
Erano presenti l’on. Elena Cattaneo, senatrice a vita, professoressa ordinaria di Farmacologia, massima personalità scientifica internazionale e Jean-Pierre Bourguignon, Presidente del Consiglio europeo della Ricerca (ERC).
Tema della cerimonia “Amare la Scienza”. La prolusione è stata tenuta da Silvia Marchesan, professoressa associata di Chimica organica al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche.
“Lascio una Università che punta sull’internazionalizzazione e sulla ricerca, due parole chiave in questi sei anni del mio mandato che si chiuderà a luglio” – ha detto il rettore dell’Università di Trieste, Maurizio Fermeglia- . “Stiamo scalando le classifiche della ricerca, siamo decimi in Italia e circa trecentesimi a livello mondiale”.
Units è riconosciuta come un ateneo internazionale con il 10% di studenti stranieri contro il 4,5% della media nazionale”.
In tema di fondi, torna a ribadire: “i 6 miliardi a bilancio non sono sufficienti per gli atenei italiani”.
A margine della cerimonia, la senatrice Elena Cattaneo, interpellata sulle risorse stanziate per la ricerca nella legge finanziaria, che a breve approderà in Senato, ha detto che “i numeri sono gocce nel deserto, ben vengano, sono sforzi da considerare ma la ricerca ha bisogno di altro: piani a lungo termine, capacità e lungimiranza al futuro, come sostengo ogni giorno dell’anno”.
“C’è la difficoltà nel nostro Paese nel riconoscere la ricerca come un investimento”, è tornata a ribadire Cattaneo, aggiungendo: “se non si alimentano le idee si spengono le passioni e le persone e il tessuto sociale si disgrega”.
Rispondendo in merito alla possibilità di un miglioramento della manovra in tema di finanziamento alla ricerca in Senato, la senatrice ha ricordato che “si cercherà di fare il possibile, diciamo che i bottoni decisionali sono in altre mani e bisognerà convincerle che serve qualcosa in più”.
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