Inaugurazione dell’anno giudiziario: aumentano i tentativi di infiltrazione mafiosa in regione

Trieste – In Friuli Venezia Giulia “i tentativi di infiltrazioni criminali di stampo associativo mafioso si sono fatti più audaci e numerosi, “in vista di una sostanziale ripresa economica, un forte rilancio turistico e l’avvio di grandi opere infra-strutturali e portuali, tutte ghiotte occasioni per il riciclaggio dei notevoli proventi delle attività illecite”.

Così Dario Grohmann, procuratore presso la Corte d’Appello di Trieste, durante l’inaugurazione dell’Anno giudiziario, svoltasi il 26 gennaio nel capoluogo giuliano.

Secondo il procuratore “Alcuni di questi tentativi sono stati portati a compimento, dimostrando la concreta volontà della criminalità organizzata di radicarsi sul territorio”.

Cosa avvenuta, ad esempio, con il “tentativo di infiltrazioni mafiose nelle attività portuali triestine”.

In queste occasioni tuttavia “le istituzioni hanno agito in assoluta sinergia, con tempestività e fermezza, dimostrando che costituiamo una realtà sana non incline a collusioni politiche e affaristiche con le associazioni criminali”.

“Lo stato di salute della giustizia nel nostro distretto è buono. Per questo devo ringraziare i miei colleghi, il personale, gli avvocati per la lealtà del loro comportamento”. Così il presidente della Corte d’Appello di Trieste, Oliviero Drigani, intervenendo alla conferenza stampa organizzata in Corte d’Appello e tenutasi venerdì 25.

In futuro, ha sottolineato Drigani “ci saranno degli scogli da affrontare. Molti fascicoli di appello, infatti, “sono rimasti fermi nei tribunali più grossi della regione, in particolare quelli di Udine e Trieste, perché non c’era personale che potesse gestire la fase del post dibattimento.

Abbiamo ritardi di due o tre anni, il che significherà che il prossimo anno e anche quello successivo avremo il rischio di maggiori prescrizioni. Un dato delicato di cui dobbiamo tenere conto”.

Altro tema delicato è quello delle richieste di asilo. A Trieste sono aumentate del 40% in un anno le richieste di concessione dello status di rifugiato e ci sono 1.134 procedimenti pendenti rispetto ai 964 del 2017. Per Drigani, tutti i procedimenti relativi a richieste di asilo dovrebbero essere smaltiti entro il 2019.

In crescita infine anche i reati che riguardano i cosiddetti soggetti deboli, come donne, minori, anziani e persone con deficit psicologico o culturale.

“Quando il presidente della Corte d’Appello Drigani ha parlato di giustizia sociale mi sembra una responsabilizzazione forte che vuole rimarcare la vicinanza della magistratura non soltanto al concetto di giustizia, ma soprattutto al concetto di giustizia dalla parte dei cittadini e su questo non posso che condividere appieno le parole del presidente”.

Così il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga a margine dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario a Trieste.

Soffermandosi sulla detenzione preventiva, problema citato Procuratore generale della Corte d’Appello Dario Grohmann, Fedriga ha tenuto a dire che “quelle sono misure che sono state destinate dai precedenti governi. Io non sono per una detenzione preventiva a prescindere, però in alcuni casi è essenziale che invece si possa attuare. Capisco le limitazioni che hanno magistratura e magistrati nel poterla attuare, e quindi – ha aggiunto – penso che una riflessione su tutte le misure alternative sia da fare. Bisogna capire però – ha continuato – quelle che funzionano e quelle che invece semplicemente lasciano liberi chi ha commesso dei delitti e dei reati”.

Quanto, infine, alla sicurezza e percezione dei reati, Fedriga ha affermato che “il pubblico deve porsi il problema: la percezione è un problema di sicurezza e quindi se il cittadino ha paura non c’è sicurezza. Non possiamo pensare di derubricarlo a qualcosa di diverso. Oltretutto la mia preoccupazione è anche quella che la diminuzione del numero dei reati sia legato ad una diminuzione del numero di denunce”.

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