Istat conferma: tracollo eccezionale dell’economia nel 2020. Crollo dei consumi, aumenti di tasse e di risparmio

Roma – L’Istat (Istituto centrale di Statistica) ha pubblicato il 22 settembre la stima aggiornata dei conti economici nazionali.

Confermato il tracollo eccezionale dell’economia nel 2020, con un tasso di variazione del Pil del – 8,9% a fronte di un incremento dello 0,4% nel 2019. I consumi sono calati dell’11%, il risparmio è aumentato del 15,6% mentre il peso del fisco ha raggiunto il 42,8%.

I numeri in dettaglio

A trascinare la caduta del Pil – rileva l’Istat – è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi negativi molto più limitati.

Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si confermano le forti contrazioni del valore aggiunto in agricoltura, nelle attività manifatturiere ed in alcuni comparti del terziario.

L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è pari al 9,6% del Pil, in netto peggioramento rispetto al 2019, soprattutto a causa delle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi.

Nel 2020 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.653.577 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 1.982 milioni rispetto alla stima di marzo scorso. Per il 2019 il livello del Pil risulta rivisto verso l’alto di 3.993 milioni di euro.

Nel 2020 gli investimenti fissi lordi sono diminuiti in volume del 9,2%, i consumi finali nazionali del 7,8%, le esportazioni di beni e servizi del 14,0%; le importazioni sono scese del 12,9%.

Il valore aggiunto in volume è calato del 6,3% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, del 10,9% nell’industria in senso stretto, del 6,4% nelle costruzioni e dell’8,3% nel settore dei servizi.

Nel 2020, per l’insieme delle società non finanziarie la quota di profitto è pari al 43,0% e il tasso di investimento al 21,0%.

Consumi in picchiata, su il risparmio

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2020 una diminuzione del 2,9% in valore e del 2,6% in termini di potere d’acquisto. La contestuale marcata diminuzione dei consumi privati (-11,0%), ha generato una crescita della propensione al risparmio delle famiglie al 15,6% dall’8,0% del 2019.

Lo scorso anno la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è diminuita, in volume, del 10,7%.
Nell’ambito dei consumi finali interni, sia la componente dei servizi sia quella dei beni sono scese, rispettivamente del 16,5% e del 6,4%. Gli incrementi hanno riguardato le spese per alimentari e bevande non alcoliche (+1,9%), per comunicazioni (+2,2%) e per abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili (+0,6%); le maggiori flessioni si registrano nelle spese per alberghi e ristoranti (-40,6%), per trasporti (-24,5%), per servizi ricreativi e culturali (-22,5%) e per vestiario e calzature (-21,1%).

Tartassati

La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,8 %, in aumento rispetto all’anno precedente, per la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,7%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (diminuito del -7,9%).

(Fonte: www.istat.it)

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