Istituti tecnici superiori: oltre l’80% dei giovani che li frequenta trova lavoro in azienda

Trieste – Si è svolta martedì 27 luglio a Trieste la presentazione dei risultati della “Indagine sul fabbisogno delle imprese e dei giovani in ambito tecnico scientifico” condotta da Rachel, la realtà nata dalla collaborazione tra Swg, Università di Trieste e Sissa, per supportare la Regione e le quattro Fondazioni che compongono il sistema degli Its regionali nella programmazione dell’offerta formativa e dei relativi interventi di sostegno.

Gli ITS – Istituti tecnici superiori – sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. Sono espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali.

La ricerca, condotta su un campione di oltre 1.300 soggetti tra cittadini e imprese, oltre ad evidenziare un basso tasso di abbandono di tali percorsi formativi, rileva anche una forte propensione delle imprese ad assumere tecnici provenienti dagli Its. Un dato che non è limitato solo ai partner delle Fondazioni Its ma anche alle altre aziende: ben il 39% di un campione di 290 attività produttive ha dichiarato di essere interessato a inserire nel proprio organico, per il triennio 2021-23, giovani diplomati negli Its. Sempre in base ai dati della ricerca è emersa da parte dei diplomati Its una buona percezione del proprio potere contrattuale: infatti il 76% degli intervistati ritiene di poter facilmente cambiare lavoro nel caso lo desiderasse.

Lo studio ha inoltre ipotizzato che, per il triennio 2021-23, le competenze più richieste nei settori agroalimentare, manifatturiero, del sistema casa e delle tecnologie biomedicali saranno quelle legate alla conoscenza e all’utilizzo di impianti e macchinari specifici, per l’Ict le competenze informatiche, per la logistica quelle collegate a comunicazione e marketing e per il turismo quelle ai rapporti con fornitori e clienti.

L’assessore Rosolen

“L’83% dei ragazzi che ha frequentato i 4 Istituti tecnici superiori del Friuli Venezia Giulia – ha affermato l’assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen – alla fine del percorso formativo ha trovato lavoro entro un anno dal diploma. Non è quindi un caso il fatto che il Presidente Draghi abbia citato gli Its nel proprio discorso d’insediamento e che la loro valorizzazione sia stata inserita all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza per favorire la connessione tra i bisogni formativi delle persone e le esigenze di modernizzazione delle imprese”.

Come ha rimarcato Rosolen, l’analisi ha indicato che “nella nostra regione nell’anno formativo 2020-2021 sono stati attivati 23 corsi biennali e triennali, ai quali si sono iscritte 814 persone. Un risultato, questo, che conferma l’ampliamento dell’offerta formativa: nel 2010 i corsi erano 4, e il trend di costante crescita d’interesse per percorsi che, inserendosi tra la parte finale della scuola superiore e l’università e favorendo i contatti con le imprese, rappresenta sicuramente una delle opportunità più interessanti per i ragazzi e le ragazze del Friuli Venezia Giulia”.

“La Regione crede fortemente negli Its, i quali nonostante i brillanti risultati in termini di occupabilità sono ancora troppo poco conosciuti. Per questo motivo, già dallo scorso anno, abbiamo previsto una forte azione di sostegno, attraverso uno stanziamento di 3,4 milioni del Fondo sociale europeo ai quali si sono sommati 1,1 milioni del Miur, che è stata rafforzata per il 2021 con la destinazione di 4,3 milioni di risorse regionali del Fse e 2,2 milioni di provenienza statale”.

Rosolen ha infine evidenziato che “il nuovo bando per l’anno formativo 2021/22 anticipa la prevista riforma nazionale degli Its, premiando le collaborazioni tra le Fondazioni e quelle con i parchi scientifici e i digital innovation hub, ma anche la coerenza con i fabbisogni delle imprese del Friuli Venezia Giulia rilevate da Rachel. La Regione punta infatti a far conoscere e valorizzare un sistema che per 10 anni ha lavorato per assestarsi sul territorio, dimostrando le proprie capacità e che ora deve essere rafforzato anche attraverso i fondi del Pnrr, dato che rappresenta il futuro dei percorsi formativi”.

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