La città si illumina di musica con il Festival di Trieste

Il “Faro della musica” è la nuova proposta nata da un’interessante rete fra le grandi istituzioni culturali che si occupano di musica nel capoluogo giuliano. Parliamo di un vero e proprio “Festival di Trieste”, almeno così, oggi 2 agosto, nella sala del Museo Orientale è stato presentato dai diversi attori che hanno permesso la costituzione di questo – purtroppo assai insolito per la città – sodalizio fra i vari enti. La storica Società dei Concerti ne è promotore e anima, partner in una fattiva collaborazione la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, la nota Scuola di Musica 55 della città, e ancora il Conservatorio Giuseppe Tartini.

Tale fondamentale sinergia non poteva approdare al risultato se il Comune di Trieste non avesse dato disponibilità alla co-organizzazione e altri sponsor, tra cui Generali e Fondazione Casali, non fossero intervenuti credendo e supportando il festival. Main sponsor la neonata Banca 360 FVG che sta muovendo i primi passi fra la nostra regione e il vicino Veneto.

È stato sottolineato a più voci che si tratta di un vero e proprio “festival” di cui questa sarà la prima edizione. “Festival di Trieste”, collocato nella prima parte del mese di settembre, così da occupare una finestra temporale che non si sovrappone agli impegni estivi della città, che precede quelli della stagione autunnale e che sembra essere anche un buon periodo per richiamare spettatori dalle vicine Slovenia ed Austria.

Sarebbe davvero interessante se gli eventi musicali (per quest’anno infatti il festival è solo di carattere concertistico, anche se è stato annunciato che le edizioni future potrebbero riservare aperture ad altri generi di arti performative…) fossero promossi pure oltre confine e se iniziassero ad essere ricamate reti virtuose fra teatri, istituti e accademie musicali in quella che un tempo chiamavamo Alpeadria, ricca com’era di proposte culturali, scambi e arricchimenti reciproci. Sembra infatti che l’abbattimento dei confini fisici e il libero scambio abbiano intiepidito negli ultimi vent’anni gli entusiasmi di allora, ma progetti di questo genere potrebbero essere una risorsa preziosa per riprendere o iniziare fruttuose collaborazioni.

Tornando alle proposte del festival, si deve dire che è già un grande evento il concerto di apertura previsto il 5 settembre al Teatro Verdi con la musica di Jordi Savall (nella foto di apertura) e la sua ensemble Esperion XXI. Il noto violista catalano, ambasciatore dell’Unione Europea per il dialogo interculturale, da decenni propone stupende pagine di musica antica contaminata da secoli di incontri fra differenti mondi. A parte il concerto a Pordenone dello scorso marzo, erano parecchi anni che mancava dalla nostra regione, mentre è periodicamente presente e amatissimo in terra austriaca.

Nelle giornate successive sono previsti altri importanti concerti; il violinista Maxim Vengerov assieme alla pianista Osetinskaya. Sarà poi il turno del violoncellista brasiliano Antonio Meneses, impegnato in un concerto assieme all’orchestra del Teatro Verdi diretta dal bravissimo Hartmut Haenchen.  Infine il concerto conclusivo dedicato a Mozart, con Angela Hewitt in veste sia di pianista che di direttore.

Angela Hewitt, pianista e direttore

Mozart è infatti un secondo filo rosso che si inserisce nella trama del festival grazie agli appuntamenti denominati “Percorsi” e affidati al Quartetto Eos, che trasformerà per l’occasione il Museo Sartorio in un altro polo musicale della città. Questo è un ulteriore interessante elemento: il Faro della musica è immaginato come un festival diffuso in più spazi di Trieste. Così anche il Conservatorio Tartini e la sede della RAI regionale ospiteranno concerti e non mancheranno gli appuntamenti in alcune dimore private nella tradizione asburgica della hausmusik.

Altra interessante iniziativa, curata da Scuola di Musica 55, sono gli appuntamenti per i più piccini, con attività di avvicinamento alla musica pensata proprio per i bambini.

I prezzi degli spettacoli variano e per ora sono disponibili solo sul sito della Società dei Concerti, anche se in modo non proprio immediato. Andando a cliccare in cerca di qualche informazione aggiuntiva, si scopre che per alcuni titoli, anche se purtroppo non per tutti, è stata attenzionata la fascia dei giovani con una riduzione importante del costo di biglietto. Cura, questa, di proporre il repertorio classico alle giovane generazioni che è stata ribadita nel lancio del Festival e che, speriamo, si realizzerà anche operativamente nel concreto delle riduzioni applicate su tutti gli spettacoli previsti in cartellone.

Hartmut Haenchen, direttore
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