La famiglia Regeni dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una lettera

Roma – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 3 ottobre ha ricevuto al Quirinale i genitori di Giulio Regeni, Paola Deffendi e Claudio Regeni, con la sorella Irene, accompagnati da Alessandra Ballerini, avvocato per i diritti umani, e dai partecipanti alla ciclostaffetta itinerante “A Roma per Giulio”, iniziativa in bicicletta partita da Duino il 22 settembre e arrivata fino a Roma dopo aver attraversato l’Italia.

Nell’occasione, i signori Regeni hanno consegnato al presidente una lettera.

La ciclostaffetta per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni si è conclusa il giorno successivo alla Camera, dove la famiglia del ricercatore friulano ucciso in Egitto è stata accolta dal presidente Roberto Fico.

Ultima tappa nella serata al Teatro India di Roma per un incontro a cui parteciperà anche Possibile “per chiedere – affermano in una nota congiunta la segretaria e il fondatore, Beatrice Brignone e Giuseppe Civati – il rispetto dei diritti umani”.

“La ricerca della verità – aggiungono – non deve cessare. Per Giulio e per evitare che ci siano altri casi del genere”.

Di seguito il testo della lettera (da repubblica.it):

Carissimo signor Presidente, oggi siamo qua, grazie alla Sua disponibilità e alla generosità di tanti cittadini italiani che ci sono stati vicini e che hanno voluto dimostrare in modo concreto il loro sostegno e la loro vicinanza alla nostra ricerca di verità e giustizia, per Giulio.

Oggi sono trentadue mesi da quando il corpo di nostro figlio è stato fatto ritrovare barbaramente assassinato al Cairo. Sapesse quanto dolore e quanta fatica ci accompagnano da allora. Nulla è stato più uguale a prima. Non siamo mai stati soli: migliaia di cittadini combattono insieme a noi per avere verità, il popolo giallo, la nostra migliore Italia che oggi ha pedalato fin qua.  Abbiamo incontrato tantissime persone in diverse parti d’Italia e abbiamo ricevuto tanto affetto che noi vorremmo ricambiare in qualche modo e per questo portiamo a Lei, quale Presidente, la nostra testimonianza come segno di riconoscenza.

Ma non possiamo fermarci. Abbiamo bisogno, dopo tanta attesa e tante oltraggiose menzogne che alle parole si aggiungano i fatti: dobbiamo sapere chi e perché ha preso, torturato e ucciso Giulio. Lo chiediamo non solo da genitori ma da cittadini di quell’Italia che Lei ama, rappresenta e tutela. È un’esigenza corale non una faccenda privata. Nessuno potrà ridarci Giulio ma non possiamo permettere che la nostra dignità di italiani venga offesa con bugie e silenzi.

Lei, che più di tutti ha a cuore la dignità di questo Paese, dia voce a questa nostra richiesta e restituisca fiducia e onore a tutti i nostri concittadini.
La ricerca della verità per Giulio, diventi un impegno per la tutela dei diritti umani come segno esemplare della serietà e della intransigenza del nostro Paese e della solidità dei suoi valori democratici.

Chiediamo a Lei e a tutte le istituzioni del governo italiano di sostenere e fare sua, in modo sempre più concreto e tangibile, una richiesta che accomuna e muove cittadini di ogni parte del mondo che in Giulio si riconoscono e per Giulio si mobilitano.

Noi, forse Lei lo sa, diciamo sovente che “Giulio continua a fare cose” perché muove le buone energie di questo Paese e costringe con il suo esempio a riflettere sull’inviolabilità dei diritti umani, Giulio ci costringe a decidere da che parte stare. Le chiediamo di stare dalla parte di Giulio, di tutti i Giuli e le Giulie, dalla nostra parte.

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