L’acqua che beviamo: come orientarsi tra le etichette

Udine – si è concluso giovedì 4 agosto il percorso sull’acqua offerto dal Museo Friulano di Storia Naturale di Udine con la conferenza a tema “L’acqua che beviamo”.

L’incontro, durato un’ora e mezza, realizzato in collaborazione con la Società Alpina Friulana, il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano e l’Associazione Amici del Museo Friulano di Storia Naturale e con il contributo della Fondazione Friuli è stato presentato dal prof. Franco Cucchi.

Da dove viene l’acqua che beviamo? Come scegliere che acqua acquistare al supermercato avendo una così ampia scelta di bottiglie con colori e forme differenti? Queste sono solamente alcune delle domande a cui il professore ha risposto durante la conferenza.

L’acqua che ci viene proposta dai supermercati non è tutta uguale, perciò è importante saper leggere le etichette e spendere qualche minuto in più per verificare ciò che acquistiamo. Innanzitutto l’acqua viene suddivisa tra frizzante e naturale; l’acqua frizzante non è altro che acqua naturale con un’aggiunta di anidride carbonica.

La classificazione più importante dell’acqua dipende dal residuo fisso (ovvero dalla quantità di ioni e sostanze disciolte in essa, misurata in mg/L). Sotto i 50 mg/L si parla di acqua distillata; tra i 50 e i 500 mg/L si parla di acqua oligominerale e sopra i 500 si parla di acqua minerale (oltre i 1500 ca. mg/L si parla di acque ricche di sali minerali, non potabili). Quasi tutte le marche offrono acqua oligominerale (fatta eccezione di qualche raro caso in cui l’acqua è minerale).

Sulle etichette vengono riportati anche altri parametri: conducibilità elettrica specifica a 20°C (che non deve superare i 2500 µScm-1), la temperatura di sorgente, il pH e una lista (più o meno lunga a seconda del produttore) di tutte le sostanze e gli ioni disciolti (sempre in mg/L).

Durante l’incontro si è parlato anche dell’acqua di rubinetto. Quella che sgorga nelle nostre case proviene da acquedotti differenti (in regione ce ne sono diversi e ognuno pesca l’acqua da sorgenti o da pozzi sotterranei dove l’acqua immagazzinata può aver sostato per diverse migliaia di anni). L’acqua è trattata con sostanze antibatteriche per evitare contaminazioni sgradevoli. L’acqua di rubinetto è oligominerale e quasi identica a quella che acquistiamo, con la differenza che è più economica; prima di riempire il bicchiere o la caraffa basta aspettare che scorra per qualche secondo.

Inoltre sono stati trattati casi particolari di acque che sull’etichetta si definivano come miracolose, paradisiache e che in realtà le “sorgenti incontaminate” da cui sgorgano non sono altro che pozzi di estrazione normalissimi. Attenzione quindi a scegliere consapevolmente le etichette e a non farsi ingannare!

Print Friendly, PDF & Email
Condividi