Occupati nel settore privato in Fvg: 60mila dipendenti in più in 8 anni. Boom ristorazione

FVG – L’Ires – Istituto Ricerche Economiche e Sociali del Fvg ha diffuso il 4 febbraio i dati di un’indagine di medio periodo (8 anni) sull’andamento dell’occupazione nel settore privato. La fonte dei dati è l’Inps (Istituto nazionale di previdenza sociale).

Nel 2022 l’occupazione dipendente nel settore privato (esclusa l’agricoltura e il lavoro domestico) del Friuli Venezia Giulia è aumentata di circa 11.500 unità rispetto all’anno precedente (+3,2%), confermando una tendenza positiva iniziata nel 2015 e interrotta solo momentaneamente dalla pandemia nel 2020.

Rispetto al 2014, fa sapere il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato i dati, il numero di lavoratori dipendenti che presentano almeno una giornata retribuita in regione è complessivamente aumentato di 60.515 unità (+19,4%).

Questa fase espansiva, oltre ad essere collegata alla crescita dell’economia, è stata anche determinata dalla sostanziale abolizione dei voucher per retribuire le prestazioni occasionali nel 2017 e dal ridimensionamento del lavoro parasubordinato dopo il 2015.

Come è cambiato il lavoro dipendente

Sempre nel periodo 2014-2022 la crescita osservata ha riguardato tutto il territorio regionale senza rilevanti differenze. L’Isontino presenta il risultato più favorevole in termini percentuali (+22,4%), ma anche le variazioni registrate nelle altre ex province sono molto consistenti (Udine +18,5%, Trieste +19%, Pordenone +19,7%). La componente femminile ha evidenziato un incremento un po’ più sostenuto (+20,8% contro +18,3% degli uomini).

Per quanto concerne le tipologie contrattuali, sono aumentati maggiormente (sia in termini assoluti, sia relativi) i contratti a tempo determinato (+51,6%, pari a +33.000 unità). Si rileva inoltre una espansione più che doppia in termini percentuali del lavoro a tempo parziale (+32,5%) rispetto a quello full time (+14,4%). Gli occupati under 35 (+32,1%) e soprattutto over 55 (+83,8%) hanno registrato delle dinamiche fortemente positive, mentre sono diminuiti notevolmente nella fascia 35-44 anni (-17,3%), in linea con le dinamiche demografiche.

I lavoratori ultracinquantenni, in particolare, rappresentano ormai oltre un terzo del totale degli occupati dipendenti (hanno superato quota 125.000, mentre nel 2008 erano poco più di 57.000). L’occupazione dei lavoratori non comunitari è sensibilmente cresciuta negli ultimi anni (+72,7%), molto più di quella dei cittadini dell’Ue (+14,3%).

I settori

A livello settoriale l’espansione più consistente ha riguardato il terziario, nello specifico il settore alberghiero e della ristorazione (+46,7%), dell’istruzione (+55,7%, bisogna tenere presente che in questi dati sono compresi anche i supplenti delle scuole pubbliche, che nel recente passato hanno rafforzato gli organici per fronteggiare l’emergenza pandemica), le attività di ricerca, selezione e fornitura di personale (+75,2%, che include i lavoratori somministrati). Da notare infine l’andamento positivo delle costruzioni (+22,6%), concentrato tra il 2019 e il 2022, grazie ai consistenti incentivi introdotti.

Gli stipendi

La retribuzione media annua lorda (in termini di reddito imponibile previdenziale) nel 2022 è stata pari a 23.319 euro, che diventano 33.625 euro per quella parte di occupati (poco più della metà) che hanno lavorato per l’intero anno con un contratto a tempo pieno. La nostra regione è al sesto posto a livello nazionale (prima la Lombardia, il Veneto è quarto) e Trieste è decima tra le province (con un imponibile medio pari a 25.165 euro); in regione l’area isontina registra l’importo più basso (21.372 euro). Se si considerano esclusivamente gli occupati a tempo pieno che hanno lavorato con continuità nel corso del 2022, il Fvg presenta invece un valore al di sotto del dato nazionale (33.625 euro contro 35.184).

I divari retributivi

Il reddito imponibile medio per le donne è inferiore di 9.400 euro rispetto a quello degli uomini (18.053 euro contro 27.452). In base alle qualifiche utilizzate dall’Inps, i dirigenti guadagnano in media 144.000 euro annui, gli impiegati si fermano a 26.568 euro e gli operai a meno di 19.000.

Le retribuzioni crescono inoltre in maniera sensibile in base all’età: gli over 50 percepiscono quasi il doppio degli under 30 (27.461 euro contro 14.240). In particolare, i maschi con un’età compresa tra 50 e 54 anni sono quelli che totalizzano il valore più elevato (€ 33.588).

Le retribuzioni medie dei lavoratori extracomunitari sono inferiori di oltre 7.700 euro rispetto a quelle dei cittadini dell’Ue (16.569 contro 24.292). Il comparto che presenta i redditi più elevati è quello delle attività finanziarie e assicurative, con un imponibile pari a 47.652 euro, più del doppio di quanto si registra ad esempio nell’edilizia (22.726 euro in media) o nel commercio (21.341).

Nelle ultime posizioni si trovano le attività alberghiere e della ristorazione, fortemente caratterizzate dall’occupazione a termine e spesso con un orario di lavoro a tempo parziale, che presentano una media inferiore a 12.000 euro all’anno.

La fonte dei dati

I dati illustrati provengono dall’archivio amministrativo Inps delle denunce retributive mensili e riguardano il settore privato non agricolo, ad esclusione del lavoro domestico (sono inclusi anche alcuni lavoratori del settore pubblico, nei casi in cui siano soggetti al contributo per la disoccupazione, ad esempio i supplenti della scuola).

Vengono considerati i lavoratori che hanno avuto almeno un versamento contributivo per lavoro dipendente nell’anno considerato, ad eccezione dunque dei periodi interamente coperti da cassa integrazione, malattia, ecc.

La retribuzione media è calcolata come rapporto tra il monte retributivo dei lavoratori con almeno una giornata retribuita nell’anno e il loro numero. Per retribuzione si intende l’imponibile previdenziale, che comprende i contributi a carico del lavoratore.

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