“Paridisi”: performance tra teatro e danza urbana nel contesto esclusivo del Mercato Coperto di Trieste

Trieste – Si terrà oggi 11 novembre alle ore 18 al Mercato Coperto, contesto inedito, il quarto appuntamento con “Vettori”, il progetto di Residenze Artistiche della Contrada, che intreccia il teatro alla danza con “Paradisi” di Matteo Carvone, un duetto che nasce dall’incontro del coreografo triestino con la danzatrice Emilie Ouedraogo, alias Lady Mad Skillz.

«La ricerca è basata su una commistione di linguaggi quali la danza Krump, la performance contemporanea e l´installazione sonora», spiega Carvone. La speciale restituzione al Mercato Coperto «fonderà le arti del teatro danza, della danza contemporanea e della scena Krump francese, caratterizzata da movimenti espressivi e altamente energici. Il Krumping è una danza urbana afro-diasporica nata in California a fine anni ’90: alternativa alla violenza tra gang ed esternazione fisica necessaria di emozioni crude e potenti».

Ad accompagnare il progetto degli artisti in residenza sono il drammaturgo Francesco Cocco e il sound designer Giovanni Dinello con un lavoro interattivo sul suono, in tempo reale: durante la performance i danzatori saranno microfonati, con un’amplificazione del suono tridimensionale. La scelta di un luogo affascinante e inaspettato come il Mercato Coperto non è casuale: per Matteo Carvone l’importanza dello spazio architettonico, in cui l’opera si svolge è fondamentale: lo spazio infatti non è mai inteso e progettato come elemento decorativo, ma piuttosto come soggetto principale dell’opera, l’insieme è l’elemento base con cui Carvone inizia a costruire i suoi pezzi.

«Paradisi è un incontro artistico tra me ed Emilie», dice Carvone  «i codici della danza urbana Krump e il teatro danza sono modi molto diversi tra loro, noi li mettiamo a confronto danzando assieme, inserendo la performance nel contesto scenografico ma chiaramente urbano del Mercato Coperto: è un lavoro di teatro danza, performance e installazione audiovisiva. Ci inseriamo in quello spazio e ne diventiamo abitanti, come fosse un’enorme navicella spaziale.

La nostra performance rappresenta una fase avanzata del progetto, che sta cambiando in corsa: siamo già stati in residenza anche al Centre national de la danse di Parigi. Per me, però, è importantissimo tornare a Trieste anche perché nel progetto, in qualità di assistente, c’è mia sorella Anna Carvone, anche lei danzatrice urbana, con la quale avevo già lavorato allo spettacolo Corpi in fuga».

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