Convegno “Le vie del petrolio”: il Porto di Trieste è in una posizione geopolitica strategica

Trieste – Sulle “Vie del petrolio” che alimentano le necessità energetiche dell’Europa Centrale, il Porto di Trieste è in una posizione geopolitica strategica.

Se ne è parlato al convegno “Le vie del petrolio. Arabia-Trieste-Europa centrale” svoltosi nella Sala Piccola Fenice nel capoluogo giuliano.

Con la moderazione di Luciano Larivera, gesuita, direttore del Centro Culturale Veritas, hanno partecipato come relatori Zeno d’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Alessio Lilli, General Manager del grupppo TAL (Transalpine Oleoduct) nonché presidente e amministratore delegato della SIOT (Società di cui ricorre il cinquantenario) e Diego Lazzarin, engineering product manager Saipem-Sonsub.

Non è un caso – è stato sottolineato – che da 50 anni opera a Trieste l’oleodotto SIOT, che raggiunge Germania ed Austria soddisfacendo rispettivamente il 40% ed il 90% del loro fabbisogno petrolifero.

E che anche un’azienda leader nel settore delle perforazioni e manutenzioni sottomarine come la Saipem abbia qui una sua importante base, grazie al particolare regime di Porto Franco tuttora esistente all’ Adriaterminal in Porto Vecchio.

La Saipem in particolare è destinata a diventare “Polo per la Robotica Subacquea” a livello mondiale con importanti ricadute economiche e tecnologiche sull’ intero territorio.

Il gruppo Saipem-Sonsub infatti ha realizzato a Trieste la struttura tecnologicamente più avanzata per tappare un pozzo di petrolio subacqueo a cui siano saltate tutte le valvole di sicurezza e impedire la fuoriuscita di olio e gas in mare aperto.

L’apparecchiatura consente di porre rimedio in tempi brevi a disastri ambientali come quello della piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico, nel 2010.

Il dispositivo è a Trieste, “e sarà presto pronto per essere smontato e trasportato in ogni parte del mondo in caso di necessità”, ha spiegato Lazzarin.

Il sistema, un macchinario molto pesante e controllato a distanza, in grado di operare a grandi profondità e in condizioni estreme come quelle di un disastro ambientale, serve a posizionare un blocco sul pozzo di petrolio in avaria.

Davanti alle sfide di assicurare la sicurezza energetica e garantire la transizione energetica secondo l’Accordo di Parigi sul clima, l’incontro ha illustrato quindi le potenzialità attuali e future del Porto di Trieste nel settore Oil&Gas e dell’alta tecnologia e la sua valenza strategica a livello internazionale.

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